
"MANGIA LE PASTICCHE E BASTA. CE LA PUOI FARE. BEVITI UNA BOTTIGLIA DI VINO, COSÌ MUORI. VAI, AMMAZZATI" - LA TERRIFICANTE CHAT CHE ANDREA PROSPERO, 19ENNE DI LANCIANO MORTO SUICIDA, AVEVA CON UN 18ENNE DI ROMA, ORA ARRESTATO, CHE GLI SUGGERIVA COME TOGLIERSI LA VITA - ANDREA PROSPERO SI È SUICIDATO IN DIRETTA SU UNA CHAT TELEGRAM INGERENDO XANAX E OSSICODONE, MENTRE VOLPE E UNA TERZA PERSONA LO GUARDAVANO. QUANDO I DUE SI SONO RESI CONTO CHE IL 19ENNE ERA MORTO SI SONO CHIESTI: "CHIAMIAMO L’AMBULANZA A STO FESSO?" - IL DISAGIO PSICOLOGICO DI ANDREA PROSPERO, CHE CONFIDAVA I SUOI PROBLEMI A CHATGPT...
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Estratto dell'articolo di Alessandra Ziniti per “La Repubblica”
Aveva comprato una treccia di canapa lunga sette metri Andrea. E aveva fatto un nodo scorsoio. Era stritolato da un mal di vivere che nessuno era riuscito ad intercettare e che a nessuno, almeno nessuno in carne e ossa, aveva confidato. Se non a quel coetaneo, mai visto in vita sua, con cui da qualche tempo condivideva piccole truffe informatiche. E che, invece di confortarlo o chiedere aiuto, gli ha proposto un modo alternativo, incitandolo ad andare fino in fondo: «Mangia tutte e sette le pasticche e basta. Ce la puoi fare. Beviti una bottiglia di vino, così muori. Vai, ammazzati».
Un suicidio in diretta, su una chat telegram, quello di Andrea Prospero, il 19enne studente di Lanciano, primo anno di informatica all’Università di Perugia, trovato morto il 29 gennaio in un bed and breakfast di cui la famiglia non conosceva l’esistenza. Alcuni blister vuoti di xanax e ossicodone, 5 telefoni cellulari, 46 sim card accanto al corpo riverso su un pc.
Dal quale, in real time, nascosto dietro un nickname, un altro giovanissimo romano, Emiliano Volpe, 18 anni, lo ha tirato dentro all’abisso senza nessun’altra preoccupazione, quando Andrea non gli ha più risposto, che quella di essere individuato dall’analisi del telefono. «Cazzo, i telefoni, ti sbloccano il telefono». E poi: «Parlo con un morto». Solo un dubbio, subito cacciato via: «Chiamiamo l’ambulanza a sto fesso?».
Proprio dall’analisi degli apparati elettronici di Andrea da parte della polizia postale e della squadra mobile di Perugia diretta da Maria Assunta Ghizzoni, sono venuti fuori gli elementi che hanno portato agli arresti domiciliari Emiliano Volpe per induzione o aiuto al suicidio. Piccoli precedenti per droga, figlio di due infermieri del Prenestino, rischia una condanna da 5 a 12 anni di reclusione. Indagato un altro giovane di Afragola per aver venduto a Prospero l’ossicodone senza però nulla sapere dei suoi intenti.
Una storia drammatica venuta fuori dalle indagini sollecitate dalla famiglia di Andrea, rappresentata dagli avvocati Francesco Mangano e Carlo Pacelli, che hanno sempre pensato che dietro il suicidio di quel ragazzo così mite e mai coinvolto in nulla di illegale ci dovesse essere altro. Ma quell’altro non erano le piccole truffe online in cui pure Andrea Prospero ed Emiliano Volpe erano coinvolti.
Andrea viveva un fortissimo disagio personale. A gennaio Andrea scriveva su ChatGpt: «Soffro di ansia sociale, per esempio evito di fare qualsiasi cosa al di fuori della mia comfort zone. Oggi sono andato in mensa e non riesco a stare tranquillo, ho gli occhi spalancati come se fossi spaventato, non riesco ad alzare gli occhi dal mio pasto. Non so cosa fare, sono disperato».
L’idea di togliersi la vita l’aveva maturata subito dopo il ritorno a Perugia dopo le vacanze di Natale. Cercava su internet prima «corda e sgabello ». Poi aveva cominciato a prendere Xanax. Sempre a ChatGpt chiedeva: «Può aiutare in situazioni come discussioni, tipo dire ai miei che rinuncio agli studi». Ma ci pensava già da agosto e ne parlava sempre con Emiliano Volpe, prendendo in esame tutte le possibilità: «una glock», «no, dolore», «Ti butti da 10 piani», «metti che non muori», «sennò vai in overdose e prima di morire stai in paradiso, ti senti benissimo».
Poi, il 24 gennaio, l’ultima conversazione con Andrea a dire «sono un senzapalle» e Volpe ad incoraggiarlo: «Ce la puoi fare, mangia tutto, senza togliere la plastica, beviti una bottiglia di vino, così muori». Andrea esegue, manda all’amico anche il video dei blister con le compresse, poi le ultime parole: «Entro quanto fa effetto?». «Penso cinque minuti e svieni». Trentasei minuti dopo, quando Andrea non risponde più, Volpe commenta con un terzo ragazzo entrato in chat: «È morto davvero». E poi la paura: «Se è vero e lo trovano con il cell e tutto?» [...]