SENZA VERGOGNA! LE FAMIGLIE DEL QUARTIERE TAMBURI DI TARANTO CHE AVEVANO RICEVUTO FONDI PER I DANNI SUBITI DALL’INQUINAMENTO INDUSTRIALE DELL’ILVA DOVRANNO RESTITUIRE 5MILA EURO ALLA FAMIGLIA RIVA – LE FAMIGLIE AVEVANO RICEVUTO LA SOMMA COME PROVVISIONALE SULL’EVENTUALE RISARCIMENTO PER I DANNI SUBITI DALLE EMISSIONI DEL SIDERURGICO. UNA SORTA DI ANTICIPO DEI RISARCIMENTI CHE GLI IMPUTATI AVREBBERO DOVUTO PAGARE IN CASO DI CONDANNA DEFINITIVA. MA I GIUDICI DI SECONDO GRADO HANNO PREDISPOSTO L’ANNULLAMENTO. E IL GRUPPO RIVA, CHE NEL 2021 HA REGISTRATO UN FATTURATO DI 4,32 MILIARDI DI EURO, HA NOTIFICATO UN DECRETO INGIUNTIVO…
Estratto da www.corriere.it
stabilimenti ex ilva a taranto
Le 31 famiglie del quartiere Tamburi di Taranto che avevano ricevuto fondi per i danni subiti dall’inquinamento industriale adesso dovranno restituire la somma di 5 mila euro che avevano ottenuto dai Riva, gli ex proprietari del gruppo siderurgico Ilva, come risarcimento. Lo hanno stabilito i giudici accogliendo il ricorso dell’avvocato Bernardino Pasanisi che assiste nelle questioni civili Nicola Riva, ai tempi patron della fabbrica insieme al fratello Fabio.
Nel dettaglio, le famiglie del quartiere Tamburi avevano ricevuto la somma come provvisionale sull’eventuale risarcimento per i danni subiti dalle emissioni del Siderurgico. Ma adesso hanno ricevuto un decreto ingiuntivo che impone la restituzione delle somme. Il provvedimento è una conseguenza della conferma della competenza del processo «Ambiente svenduto» a Potenza: la prima sezione penale della Corte di Cassazione ha infatti dichiarato inammissibili i ricorsi proposti dalle parti civili Codacons e Associazione Aidma contro la sentenza del 13 settembre, con cui la Corte di assise di appello di Taranto aveva annullato la sentenza di primo grado e aveva ordinato la trasmissione degli atti all’Autorità giudiziaria di Potenza.
[…] A maggio scorso, quando venne stabilita la distribuzione dei 5 mila euro alle 31 famiglie, il Codacons - associazione in difesa dei consumatori e dell’ambiente - si costituì parte civile ed ebbe il compito di consegnare gli assegni in un incontro pubblico. La corte di primo grado aveva stabilito l’entità della provvisionale, una sorta di anticipo dei risarcimenti che gli imputati avrebbero dovuto pagare in caso di condanna definitiva. Ma i giudici di secondo grado hanno predisposto l’annullamento. «Andremo fino in fondo — commenta il Codacons —. Nel 2021 il gruppo Riva ha registrato un fatturato di 4,32 miliardi di euro. Speriamo in una decisione giusta della Cassazione che di fatto renderebbe totalmente inutili i decreti ingiuntivi che Riva sta notificando alle parti civili danneggiate dalle sue condotte».
«I Riva, divenuti più ricchi che mai grazie all’Ilva e ora di nuovo accusati di aver avvelenato il territorio di mezza regione Puglia consapevolmente per anni, decidono di non aspettare la decisione del Tribunale di Potenza o della suprema Corte di Cassazione e notificano alle vittime un decreto ingiuntivo. Oltre al danno, quindi, anche la beffa», si legge nella nota del Codacons.
ex ilva di taranto - acciaierie d italia
«Il loro comportamento ricorda tanto gli anni in cui hanno gestito l’Ilva in modo sconsiderato e consapevolmente finalizzato a inquinare l’ambiente e far male alla salute delle persone, per aumentare i propri guadagni (come riportano le accuse di cui devono oggi nuovamente rispondere a Potenza, a meno che domani la Cassazione non accolga il nostro ricorso). Ormai non ci stupiamo più, non e una sorpresa, anzi è il meno che queste persone abbiano fatto fino a oggi». […]
FABIO E NICOLA RIVANICOLA RIVAincendio all'ilva di taranto 3incendio all'ilva di taranto 5incendio all'ilva di taranto 1ex ilva di taranto