
IL RITORNO DI TRUMP HA DATO FORZA AGLI ANTI WOKE - LA VOLONTÀ DI ORBAN DI VIETARE LA MARCIA DEL "PRIDE" A BUDAPEST, CON LA "SCUSA DI PROTEGGERE I BAMBINI", È IL SEGNALE CHE L'ONDATA PRO-LGBTQ+ ORA HA MENO FORZA - LA CONFERMA ARRIVA DIRETTAMENTE DAL PORTAVOCE DI ORBAN: "ORA CHE L’AMBASCIATORE USA NON PUÒ PIÙ GUIDARLA, LA MARCIA DEL PRIDE NON VA PIÙ TOLLERATA…"
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VIKTOR ORBAN VUOLE VIETARE LA MARCIA DEL PRIDE IN UNGHERIA E IMPORRE MULTE AGLI ORGANIZZATORI E ALLE
Estratto dell'articolo di Daniele Castellani Perelli per “la Repubblica”
https://www.repubblica.it/esteri/2025/03/18/news/orban_pride_vietato_legge_proposta-424069040/
A Budapest non è più tempo di Pride. La prima marcia per i diritti Lgbtq+ si svolse nella capitale ungherese nel 1997, [...] Ora, quasi trent’anni dopo, il vento internazionale è cambiato e Viktor Orbán dice basta. Fidesz, il partito di ultradestra del primo ministro sovranista, alleato di Vladimir Putin, Donald Trump e Giorgia Meloni, ha presentato ieri in Parlamento una legge per vietare da quest’anno la marcia del Pride, che era prevista per il 28 giugno lungo il centrale viale Andrassy.
La norma viene giustificata con la necessità di «proteggere i bambini», in linea con le politiche omofobe di Orbán, il quale nel 2021 ha proibito la cosiddetta «propaganda omosessuale» in ambiti in cui ci sono dei minori, dalle scuole alla tv.
La legge, [...] prevede anche multe, da 500 euro, per eventuali trasgressori: i partecipanti, inoltre, verranno individuati dalle telecamere attraverso software per il riconoscimento facciale. Gli organizzatori [...] hanno già replicato che dal Pride non arriva nessuna minaccia per i bambini e la libertà di manifestazione è un diritto costituzionale: pertanto, dicono, quest’anno ci sarà ancora più necessità di scendere in piazza. Opinione condivisa dal sindaco di Budapest, il liberale Gergely Karacsony, che si è augurato che il prossimo Pride sia «il più grande di sempre».
Nell’est Europa si va inoltre diffondendo l’influenza di Putin, che ha ispirato la legge contro la “propaganda omosessuale”. La “normalizzazione” della Russia ha visto un’accelerazione con il ritorno dell’altro grande alleato di Orbán, Trump. [...] A confermare l’importanza di questo contesto internazionale ci sono le dichiarazione con cui il portavoce di Orbán, Gergely Gulyás, aveva anticipato la decisione di ieri: «Ora che l’ambasciatore Usa non può più guidarla, la marcia del Pride non va più tollerata».
VLADIMIR PUTIN - DONALD TRUMP - VIGNETTA BY ELLEKAPPA
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