
LO ZIO SAM SI È FERMATO A EBOLI – TRA I DOCUMENTI DESECRETATI SULL’ASSASSINIO DI JOHN FITZGERALD KENNEDY, SPUNTA UN RAPPORTO DELLA CIA CHE PORTA ALLO SCRITTORE E DEPUTATO DEL PCI CARLO LEVI, AUTORE DEL ROMANZO "CRISTO SI È FERMATO A EBOLI". LEVI È CITATO PER LA PARTECIPAZIONE A UN INCONTRO A CASA DI UN ARTISTA AMERICANO, DOVE VENIVANO ORGANIZZATE LE OPERAZIONI DI DISINFORMAZIONE SULLA MORTE DI JFK: L’OBIETTIVO DEI COMUNISTI ITALIANI ERA AFFERMARE CHE L’ATTENTATORE, HARVEY LEE OSWALD, ERA UN AGENTE DI FBI E CIA, PER CONTRASTARE I DUBBI SULLA SUA PERMANENZA IN URSS (OSWALD HA VISSUTO IN BIELORUSSIA)
IL DOCUMENTO SU CARLO LEVI E LA MORTE DI JFK
CHE C’ENTRA L’ASSASSINO DI KENNEDY CON LA BIELORUSSIA? IN POCHI SANNO CHE LEE HARVEY OSWALD, PRIMA DI UCCIDERE JFK (ESATTAMENTE 60 ANNI FA), CHIESE LA CITTADINANZA SOVIETICA: GLI FU NEGATA, MA L’EX MARINE FU MANDATO A LAVORARE IN UNA FABBRICA A MINSK. FU LÌ CHE SI SPOSÒ, E ANDÒ A VIVERE IN UN APPARTAMENTO IN CENTRO – IL FUTURO PRESIDENTE BIELORUSSO, STANISLAU SUSKEVIC, FU INCARICATO DI INSEGNARGLI LA LINGUA. QUALCHE ANNO DOPO LO DEFINÌ UN “SEMPLICIOTTO”: “L’OMICIDIO DI KENNEDY ERA AL DI SOPRA DELLE SUE CAPACITÀ. E SE DAVVERO E' STATO LUI, QUALCUNO..."
JFK, QUEI SOSPETTI DELLA CIA SULLO SCRITTORE CARLO LEVI E IL PCI: “TRAMANO CONTRO DI NOI”
Estratto dell’articolo di Paolo Mastrolilli per www.repubblica.it
«L’incontro è stato organizzato da Gianfranco Corsini, capo degli esteri per la pubblicazione Paese Sera, e da Carlo Levi, artista, scrittore e deputato del Partito comunista italiano».
L’agente dell’Fbi Benjamin McManus, che il 17 dicembre del 1964 manda questo rapporto segreto ai capi del suo bureau, è chiaramente allarmato. L’appuntamento a cui si riferisce riguarda un presunto complotto a cui starebbero lavorando i comunisti italiani, per scaricare sui servizi di intelligence degli Stati Uniti la responsabilità dell’assassinio del presidente John Kennedy. Lo scopo è screditarli, dividere gli americani e magari cancellare ogni sospetto di un coinvolgimento dell’Unione Sovietica dietro agli spari di Lee Harvey Oswald.
Tra le 64 mila pagine di documenti segreti appena pubblicati dal presidente Trump per fare chiarezza sull’omicidio di Dallas, ce ne sono alcuni che riguardano direttamente l’Italia e aiutano a capire il clima politico internazionale in cui avvenne quella tragedia.
Già il 26 marzo del 1964, infatti, la Cia segnala e raccoglie un articolo pubblicato su Rinascita da Gianfranco Corsini, intitolato “L’assassinio di Kennedy e i servizi segreti Usa”. Il catenaccio non lascia dubbi sulla tesi del pezzo: “Chi era e per chi lavorava il presunto uccisore del presidente? Numerosi elementi tendono a identificarlo come agente dell’Fbi e della Cia”.
CARLO LEVI - GIANFRANCO CORSINI
Al di là dell’attendibilità dell’accusa, l’agente Arthur Iorio segnala l’articolo al collega Birch O’Neil con queste parole: «Nota che nelle parti sottolineate in rosso vengono riportate voci dove si suggerisce che è stata l’Agenzia ad organizzare l’omicidio». […] Birch, già capostazione della Cia in Guatemala durante il golpe del 1954, l’anno successivo era andato a lavorare col leggendario capo della counterintelligence James Angleton, nel super segreto Special Investigations Group.
Qui, già a partire dal 1959, Birch aveva gestito il file aperto su Lee Harvey Oswald dopo la sua defezione nell’Urss. Quindi la Cia segnala l’articolo di Rinascita perché lo interpreta come parte di un complotto ordito dall’internazionale comunista, attraverso i membri italiani, allo scopo di scaricare sull’agenzia la colpa dell’omicidio, screditarla, dividere gli Usa e proteggere Mosca.
L’intelligence americana infatti continua a seguire Corsini, e nel dicembre 1964 scrive il rapporto di McManus classificato “Secret”. L’agente rivela che Corsini aveva finanziato la missione in Italia di Mark Lane, americano impegnato a diffondere notizie complottiste sull’attentato: «Il 7 aprile del 1964 Lane ha parlato a un incontro tenuto nella casa di Charles Keller, artista americano che vive in Via del Gesù 89, a Roma. Hanno partecipato circa dodici persone, molte delle quali erano o membri del Partito comunista italiano, o in qualche modo legati al Pci. L’incontro è stato organizzato da Gianfranco Corsini, capo degli esteri della pubblicazione Paese Sera, e da Carlo Levi, artista, scrittore e deputato del Partito comunista italiano».
Così l’autore di Cristo si è fermato a Eboli viene attivamente coinvolto nelle operazioni di disinformazione per affermare che Oswald era un agente di Fbi e Cia, al probabile scopo di contrastare la narrazione legata alla sua permanenza nell’Urss e quindi la possibilità che Mosca fosse dietro all’attentato.
Un complotto che non riguarda solo il nostro Paese, ma si estende anche oltre la Cortina di ferro, secondo quanto rivela McManus: «Durante il suo discorso sul caso Oswald, Lane ha dichiarato di essere stato invitato al congresso Iadl a Budapest. Le spese per questo suo viaggio […] verranno pagate dal governo ungherese». […]
Il rapporto non riporta reazioni o commenti di Levi, pur scendendo nel dettaglio che l’ospite americano dormiva all’Hotel Pace. Lane torna a New York il 20 aprile del 1964 con il volo 911 delle Scandinavian Arilines[…] Nel suo libro The Sword and the Shield, Vasili Mitrokhin rivelerà poi che il Kgb aveva finanziato Lane a sua insaputa, tra le tante operazioni condotte per scaricare sulla Cia la colpa del sangue versato a Dallas.