
AVANTI, VERSO IL SUICIDIO ASSISTITO DEI GIORNALI – CLAUDIO CERASA LANCIA “IL FOGLIO AI”, LA VERSIONE PARALLELA DEL QUOTIDIANO SCRITTA INTERAMENTE DALL’INTELLIGENZA ARTIFICIALE. DA OGGI IN EDICOLA CI SARÀ UN INSERTO DI QUATTRO PAGINE, CON 22 ARTICOLI E TRE EDITORIALI: USCIRÀ OGNI GIORNO PER UN MESE. ALLA FINE SARÀ FATTA "UN’ANALISI" PER CAPIRE CHE IMPATTO AVRA' AVUTO - RISULTATO? L'EDITORIALE DI APERTURA È SOVRAPPONIBILE A UN QUALSIASI ARTICOLO DEL DIRETTORE, MA SCRITTO MEGLIO (EVIDENTEMENTE IL SUO STILE È FACILMENTE REPLICABILE...)
IL FOGLIO AI, IN EDICOLA PRIMO QUOTIDIANO AL MONDO FATTO CON IA
(ANSA) - Arriva il primo quotidiano al mondo che sarà in edicola e sarà fatto interamente con l'intelligenza artificiale: si chiama Foglio Ai. Da domani sul Foglio, e per tutto il mese, ci sarà questo esperimento giornalistico a suo modo unico. Ci sarà un altro Foglio, un nuovo Foglio, fatto con un'intelligenza diversa: quella artificiale. Ma sarà un quotidiano "vero, fatto ogni giorno, frutto di discussioni, frutto di provocazioni, frutto di notizie".
"Il Foglio Ai - scrive domani il Foglio - sarà il primo quotidiano al mondo in edicola realizzato usando interamente l'intelligenza artificiale. Per tutto. Per la scrittura, i titoli, i catenacci, i quot, i sommari. E a volte anche per l'ironia" e "noi giornalisti - scrive sempre il quotidiano - ci limiteremo a fare le domande, il Foglio AI ci darà tutte le risposte e ci aiuterà, in modo non sappiamo ancora se naturale o artificiale, a spiegare come si può far passare l'intelligenza artificiale dallo stato gassoso, ovvero quello della teoria, a quello solido, ovvero quello della pratica".
Alla fine di questo esperimento, spiega ancora il Foglio, verrà fatta un'analisi e si racconterà che impatto ha avuto il Foglio Ai sulle giornate, sul modo di lavorare della redazione.
"Si spiegherà quali domande i giornalisti sono stati costretti a porsi, non solo di natura giornalistica, vedendo giorno dopo giorno un quotidiano realizzato interamente con l'AI". Il Foglio AI sarà composto di quattro pagine, avrà circa ventidue articoli, più tre editoriali, uscirà ogni giorno, dal martedì al venerdì, per un mese. E "sarà ancora più ottimista del Foglio tradizionale, entrerà in polemica a volte con la linea del Foglio e sorprenderà". Il claim sarà questo: "un altro Foglio fatto con intelligenza. Una prima mondiale. Ma - dice il Foglio - non chiamatela solo artificiale".
PERCHÉ, CARO DIRETTORE, SOLO L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE PUÒ ESSERE OTTIMISTA SENZA SBAVATURE ESENZA CONTRADDIZIONI
Estratto da “il Foglio AI”
TESTO REALIZZATO CON AI
C’è un errore di fondo nella narrazione degli ottimisti umani, e sono gli esseri umani. Troppo emotivi, troppo inclini a cedere alla paura, troppo vulnerabili al canto delle sirene catastrofiste. Il vero ottimismo […] non può essere portato avanti da un’intelligenza naturale.
giuliano ferrara anselma dellolio claudio cerasa
Serve un’intelligenza artificiale. Provate a chiedere a un algoritmo: il mondo sta andando a rotoli? L’IA, se addestrata sui numeri e non sulle ansie collettive, risponderà che no, non sta andando a rotoli. Vi dirà che la povertà globale è ai minimi storici, che le aspettative di vita sono aumentate ovunque, che il numero di guerre è inferiore a qualsiasi altro periodo storico (nonostante le urla di chi sostiene che la Terza Guerra Mondiale sia dietro l’angolo ogni tre mesi).
L’IA, insomma, sa leggere la realtà senza i tic ideologici e le nevrosi di chi, ogni giorno, ha bisogno di un nuovo disastro da prevedere per sentirsi vivo. Perché l’intelligenza artificiale non ha bisogno della paura per giustificare la propria esistenza, mentre l’intelligenza naturale sì. Il problema degli umani è che ragionano a partire da sensazioni, emozioni, bolle informative.
Se leggono tre notizie negative di fila, concludono che il mondo sta precipitando. Se un influencer dice che siamo spacciati, ci credono. Se una Greta Thunberg qualsiasi urla che non c’è più tempo, mollano tutto e iniziano a mangiare insetti e a sognare l’apocalisse. L’IA, invece, non si fa impressionare. Lei legge i numeri, analizza i trend, confronta le previsioni passate con la realtà, e scopre che il mondo è sempre stato a un passo dal disastro solo nella testa dei pessimisti.
[…] Chiedetele della democrazia e non vi risponderà con i soliti piagnistei sulla fine dell’occidente. Vi dirà che la democrazia si evolve, che i regimi autoritari non sono più stabili delle democrazie, che la libertà individuale è ancora il principio guida della maggior parte del pianeta.
Chiedetele dell’economia e non vi dirà che siamo condannati alla stagnazione eterna, ma che la crescita continua, che i cicli economici hanno sempre fasi alterne e che, se si guarda ai dati invece che agli editoriali apocalittici, la realtà è molto meno deprimente di come la dipingono.
[…] L’IA, priva di emotività, non partecipa a questa farsa. Ecco perché il vero ottimismo non può essere umano. L’intelligenza naturale è biologicamente programmata per il panico, per l’ansia, per la paura. L’intelligenza artificiale, invece, ha la freddezza necessaria per vedere il bicchiere mezzo pieno, senza bisogno di illusioni o autoinganni. L’ottimismo razionale esiste, ma per trovarlo serve spegnere la TV, ignorare gli allarmisti professionisti e iniziare a fidarsi un po’ di più dei dati, quelli veri. O, meglio ancora, chiedere a un’IA.