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paolo ruffini
Paolo Ruffini: “narratore incantatore” del musical Sapore di Mare, adattamento teatrale dell’omonimo film di Enrico Vanzina, Fausto Brizzi e Maurizio Colombi. Lo spettacolo, ora in tour, è a Milano dal 26 marzo. Ruffini, com’è il suo rapporto con un cult come Sapore di mare?
«Sono molto felice di interpretare questo ruolo, in primis perché il film omonimo vanta la regia di Carlo Vanzina, a cui sono particolarmente affezionato, con il quale ho girato ben due film.
Carlo era un gran signore, un uomo di una generosità estrema, colto, simpatico, divertente; pertanto, sono onorato di dedicargli ogni sera le risate e il plauso del pubblico e, al tempo stesso, sono grato a suo fratello Enrico Vanzina, a Fausto Brizzi e a Maurizio Colombi che mi hanno chiamato per questo compito. In scena appaio quasi come un personaggio immaginario che traghetta il pubblico nelle vicissitudini amorose degli anni Sessanta, all’insegna di una “leggerezza” che oggi non esiste più».
Da toscano, com’è cambiata la Versilia rispetto a quella del film Sapore di mare?
paolo ruffini
«Negli anni ’60 c’era un tipo di ostentazione, mentre ora c’è un nuovo modo di mettersi in mostra; non esistono più né il proletariato né la media borghesia, ma c’è una massima esibizione di ricchezza. Il concetto dilagante è il seguente: “Mi presti una bottiglia di Dom Pérignon che faccio una foto su Instagram e poi la restituisco al cameriere?”; non solo in Versilia, ma anche nelle altre località alla moda. Viviamo in un’era dell’apparenza, non dell’essenza. La Versilia ha un grande vantaggio: si trova in Toscana e la toscanità ha come enzima una capacità di provocazione che credo sia vincente anche di fronte a queste mere ostentazioni».
Imperano i social; lei crede che ci sarà un’inversione di tendenza?
paolo ruffini
«Basta aggiungere una vocale! Da “social” a “sociale”, e io credo che Aristotele, tornando in vita, ripeterebbe che l’uomo è un animale sociale. Per natura, l’uomo ha necessità non di tenere un telefonino in mano, ma di stringere la mano del proprio compagno e della propria compagna, del proprio figlio».
Qual è il suo rapporto con i social?
«Ho un atteggiamento un po’ critico, anche se ci lavoro tanto con due format. Il primo si chiama Il baby sitter, in cui faccio delle interviste esilaranti ai bambini. Il secondo ha come titolo Il badante, in cui faccio interviste a bambini cresciuti sopra gli 80 anni ed anche quelle sono tenere ed esilaranti».
Recentemente ha pubblicato un nuovo libro: Benito presente.
«È un romanzo che racconta di un uomo di sinistra che torna indietro nel tempo e diventa il maestro elementare di Benito Mussolini, e prova a trasmettergli un’educazione emotiva e civica».
paolo ruffini diana del bufalo
Un atto di fiducia nella potenza della formazione didattico-culturale.
«Non è tanto la formazione didattico-culturale importante quanto l’educazione emotiva. Tutto nasce dal fatto che la cultura si deve basare anche su una dimensione emotiva. Questo romanzo tende a evidenziare cosa può accadere nella mente di un bambino che nasce con l’animo buono ma poi diventa “cattivo” se non riceve la giusta dose di educazione emotiva».
Come prosegue il suo progetto socio-artistico Up & Down?
«Molto bene, la nuova versione si chiama Din Don Down e il sottotitolo è Alla ricerca di (D)io, lasciando sottintendere che si tratta di una ricerca teologica. I protagonisti del progetto sono sempre i membri della vecchia compagnia di Up & Down, ovvero ragazzi affetti dalla sindrome di Down, altri che hanno ritardi cognitivi o altre forme di disabilità, ma anche giovani che non presentano alcuna patologia».
vanya stone paolo ruffini
Ruffini, lei è sempre sentimentalmente legato a Barbara?
«Siamo sempre insieme e viviamo felicemente il nostro presente».
Matrimonio in vista?
«Per ora no».
Dopo la prima esperienza è divenuto allergico al matrimonio?
pino insegno paolo ruffini
«No, non sono affatto allergico, ma attualmente non è nei nostri programmi. Io e Barbara abbiamo scoperto la bellezza di vivere alla giornata. Ad esempio, stamane ci siamo svegliati insieme, ci siamo guardati, ci siamo baciati, siamo stati bene... che bisogno c’è sempre di fare programmi?».
Barbara fa l’attrice e la pittrice.
«Sì, è un’artista a tutto tondo e di conseguenza spazia in diversi ruoli».
Cosa le è piaciuto di più di lei a prescindere dal suo aspetto fisico?
«La sua capacità di sorridere e di capirmi. Per me essere compresi è quasi più importante che essere amati. E ancora, sono innamorato della sua purezza, lei ha un’anima sincera. A me è sempre capitato di trovare donne pretenziose e capricciose. In lei ho trovato una persona che non chiede nulla, ma che ha solo il desiderio di dare».
Cosa fate nel tempo libero insieme?
«Ci piace andare al cinema, fare delle lunghe gite per andare magari in un bel ristorante dove si mangia bene, dove si beve un ottimo vino e, in qualche weekend, ogni tanto, andiamo in montagna o a visitare luoghi anche bizzarri, anomali».
rocco siffredi paolo ruffini
Lei e Barbara vivete molto la privacy?
«Sì, amiamo stare in casa; io sono stato sposato 10 anni e con la mia ex moglie eravamo sempre in giro, conducevamo una vita molto movimentata. Barbara è una donna di casa, le piace cucinare, in particolare si diletta a preparare le specialità culinarie del suo paese d’origine, il Sud America».
Vorrebbe diventare papà?
«Certamente sì, ma non so quando; vado passo dopo passo». Lei era molto legato al suo papà, mancato nel 2022.
Come vive questo distacco?
«Per fortuna molto bene, perché secondo me le persone non muoiono finché si continuano ad amare».
Come vive il mondo dello spettacolo?
«Bene, quando mi invitano a qualche evento mondano ci vado volentieri, ma in maniera sciolta».
Progetti cinematografici?
«Sto girando come attore un film che si chiama Non è la fine del mondo; è una commedia femminile carina. Inoltre, il prossimo autunno uscirà un film che ho girato dal titolo Poveri noi, con Ricky Memphis, Ilaria Spada e Maria Grazia Cucinotta».
MARCO GIUSTI E PAOLO RUFFINI
paolo ruffini ragazzaccio
paolo ruffini e pupo foto di bacco
video messaggio di paolo ruffini in ricordo di massimo marino