IL CASO CAFFO A “PIU’ LIBRI, PIU’ LIBERI”? LO SPERNACCHIA OTTAVIO CAPPELLANI NEL SUO EBOOK “INDAGINE SU UN FILOSOFO AL DI SOPRA DI OGNI SOSPETTO” – UN RACCONTO GROTTESCO CHE HA COME SCENARIO CATANIA SULLA QUALE L’ETNA ALZA UN PENNACCHIO DI FUMO BIANCO - PROTAGONISTI SONO IL GIOVANE FILOSOFO CATANESE BELARDO MORETTI; LA SUA COMPAGNA CARLA; ZARA CASSIO, INTELLETTUALE, LESBICA, DIRETTRICE DELLA FIERA “PIÙ O MENO LIBRI”, INTITOLATA A VALERIA TREVISAN, UCCISA DAL FIDANZATO, E ALLA DEFUNTA VITTORIA APPULA (“CAPA ATTIVISTA SUPREMA DEL GENDER, UNA CAZZO DI SCHWA PERSONIFICATA”) – FACILE RICONOSCERE NEI PROTAGONISTI DEL LIBRO I PERSONAGGETTI CHE LI HANNO ISPIRATI…
Estratto dell’articolo di Emanuela E. Abbadessa per “la Repubblica – Edizione Palermo”
Esiste davvero una differenza tra satira e parodia? Se lo domanda Ottavio Cappellani nella “Nota dell’autore” che chiude Indagine su un filosofo al di sopra di ogni sospetto, la fictional novellette dello scrittore catanese, uscita in formato ebook e cartaceo con lo pseudonimo di Leonard Trent.
Partendo infatti dall’idea che società (contro cui si rivolgerebbe la satira) e testo (contro cui muoverebbe la parodia) siano sovrapponibili, Cappellani entra a gamba tesa all’interno della questione che ha occupato la più o meno distratta intellighènzia italiana mentre il resto del mondo si interessava a guerre e armamenti: il caso Caffo.
Ma Cappellani […] accarezza l’instant book e si affida alla formula che più gli è congeniale, il racconto grottesco ed esilarante di fatti solo parzialmente veri (ma che con il vero hanno una parentela strettissima), liberamente ma non troppo ispirati al suddetto caso.
OTTAVIO CAPPELLANI - INDAGINE SU UN FILOSOFO AL DI SOPRA DI OGNI SOSPETTO
Scenario della vicenda è una Catania sulla quale, benevola, l’Etna alza un pennacchio di fumo bianco. Protagonisti sono il giovane filosofo catanese Belardo Moretti; la sua compagna e madre di suo figlio Carla; Zara Cassio, intellettuale, editrice, lesbica, direttrice della fiera “Più o meno libri”, intitolata a Valeria Trevisan, uccisa dal fidanzato, e alla defunta Vittoria Appula («capa attivista suprema […] del gender […] riuscita a diventare il santino che univa tutti, da destra a sinistra, il ricco e il povero, l’ignorante e il colto, ed era riuscita a mettere d’accordo tutte le lettere dei diritti civili riunendo intorno a sé le L e i G, i e le B, le T, i/gli/le Q e tutti i “+” […] una cazzo di schwa personificata») della quale Zara è erede morale; la di lei compagna Isabella.
Mettendosi davanti le pagine di Cappellani, è facile riconoscere nel quartetto i veri protagonisti del caso di cronaca che ha infiammato fumettisti, femministe e editorialisti, così come è facile risalire alla vera identità di Zara e di Vittoria Appula (Vittoria è il nome dell’amica defunta di Lea Russo in Chi dice e chi tace, romanzo di Chiara Valerio uscito da Sellerio e candidato allo scorso Strega, e Appula ricorda il toponimo storico Apulia, su cui svettano le Murge).
Zara poi è vittima delle parole dette con leggerezza nel corso di un’intervista a un settimanale femminile che, guarda caso, riguardano un’auto pagata a rate insieme alla compagna e una promessa di matrimonio, parole proprio uguali a quelle dette da Valerio a “Vanity Fair”.
Ma, dicevamo, Cappellani mescola tutti questi elementi ad arte, tirando fuori un racconto gustosissimo e capace di strappare ben più di una risata, nel quale buona parte la fa la teatralità catanese ma l’altra grande parte la fa la sferzante frustata che l’autore sferra contro le ipocrisie sociali per le quali «una cosa è il giudizio penale e un’altra il giudizio morale» ma con riserva. […]