
IL CINEMA DEI GIUSTI - IN QUESTO CURIOSO, UN PO’ CONFUSO, UN BEL PO’ DERIVATIVO, “OPUS”, ABBIAMO UNA GIOVANE GIORNALISTA, INTERPRETATA DA AYO EDIBIRI, CHE VIENE INVITATA NEL MANIERO AI CONFINI DEL MONDO DI UNA ROCKSTAR, INTERPRETATA DA JOHN MALKOVICH, CHE VUOLE PRESENTARE ALLA STAMPA IL SUO NUOVO DISCO, ATTESO DA TRENT’ANNI DAI FAN - QUANDO RICEVI UN INVITO IN QUALCHE POSTO IGNOTO E ESCLUSIVO DELLA TERRA DA UNA VECCHIA STAR, UN SUPERCHEF, QUALCHE MILIARDARIO FUORI DI TESTA, ALMENO AL CINEMA, SAI SEMPRE COME VA A FINIRE. MALE SE NON MALISSIMO. IL FILM LO ABBIAMO GIA' VISTO… - VIDEO
Marco Giusti per Dagospia
john malkovich ayo edibiri opus
Quando non sei ancora una celebrità e ricevi un invito in qualche posto ignoto e esclusivo della terra da una vecchia star, un superchef, qualche miliardario fuori di testa, almeno al cinema, ma anche nella vita, sai sempre come va a finire. Male se non malissimo. Hollywood, dai tempi di “Viale del tramonto” a quelli più recenti di “The Menu”, ci ha insegnato che è meglio stare alla larga dalle Norma Desmond svitate scomparse da decenni.
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Nel caso di questo curioso, un po’ confuso, un bel po’ derivativo, “Opus”, opera prima darkettona targata A24, appena passata al Bari Film Festival, scritta e diretta da Mark Anthony Green, regista afro-americano autore di un corto, “Trapeze USA” e già editor un filo fighetto di “GQ”, abbiamo addirittura una giovane giornalista nera, la Ariel Elton della ultra-cool Ayo Edebiri, co-protagonista di “The Bear” e dell’imminente “After the Hunt” di Luca Guadagnino, che viene invitata a passare qualche giornata nel maniero ai confini del mondo della rockstar Albert Moretti (un nome non a caso, non è meno egocentrico del nostro Moretti) interpretato da un giustamente eccessivo John Malkovich, che vuole presentare alla stampa specializzata il suo nuovo disco, atteso da trent’anni dai fans.
Con lei ci sono il suo capo, Stan, Murray Bartlett, un’altra celebre giornalista di rock, Juliette Lewis e altri personaggi che nel corso degli anni hanno scritto fiumi di parole su Moretti. Chi ha visto “The Menu” o “Blink Twice” sa bene che si tratta di una trappola. Come il gruppetto dei giornalisti arriva nella residenza sperduta della star in mezzo al nulla, e i cellulari vengono sequestrati e gli invitati iniziano a scomparire (oops…) Ayo Edebiri ha già chiaro che qualcosa non torna. Cerca di scappare, ma non c’è proprio modo di scappare. Ahi!
E intanto Moretti-Malkovich canta i suoi nuovi pezzi, targati Nile Rodgers The-Dream, e dei bambini mettono in scena coi pupazzi la vita di Billie Holliday alle prese con degli orrendi animali – giornalisti (opera di Sean McCormick, una delle cose migliori del film), e circolano dei boccioni di cianuro come se fosse la setta del reverendo Jim Jones nella Guyana. Malkovich e Ayo Edebiri sono bravi, ma il film lo abbiamo già visto.
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I critici spesso si meritano qualsiasi cosa, è vero, specialmente quando sbagliano aggettivi, ma te li compri con poco. Anche qua, basta un invito nel weekend e vengono tutti. Si vede, ma sembra già in streaming anche se è su grande schermo. In sala dal 27 marzo.
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