
LA CORAZZATA POTEMKIN NON ERA UNA CAGATA PAZZESCA (E COMPIE 100 ANNI) – REALIZZATO NEL 1925 PER CELEBRARE LA RIVOLUZIONE DEL 1905, IL CAPOLAVORO DI SERGEJ EJZENSTEJN FU IGNORATO IN ITALIA: PRIMA BANDITO DAL REGIME FASCISTA, POI TENUTO NEL LIMBO DALLA CENSURA DEMOCRISTIANA. A RENDERLO IMMORTALE FU L’EPICA SCENA DEL “SECONDO TRAGICO FANTOZZI”, NEL 1976 (“LA CORAZZATA POTEMKIN È UNA CAGATA PAZZESCA”). MA NON ESSENDO POSSIBILE USARE LE SCENE ORIGINALI, FU FATTA UNA PARODIA (IL REGISTA ERA SERGHEI EINSTEIN E LA SCALINATA ERA QUELLA DELLA GNAM DI ROMA) - VIDEO
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scalinata odessa la corazzata potemkin
Giorgio Carbone su "Libero Quotidiano" ripercorre la storia di La corazzata Potëmkin, il capolavoro di Sergej Ejzenštejn realizzato per celebrare la rivoluzione del 1905. Il giovane regista, all’epoca ventottenne, trasformò l’ammutinamento dei marinai del Principe Potëmkin nel porto di Odessa in un'opera d’arte visiva.
L'assenza di attori professionisti e la scelta di un montaggio serrato resero il film un manifesto rivoluzionario. La scena della carrozzella sulla scalinata divenne leggenda, simbolo di tensione e tragedia, e continua a essere citata e studiata come esempio di montaggio e costruzione della suspense.
Ejzenštejn, dopo il successo di Potëmkin e Ottobre, divenne il regista sovietico per eccellenza, incarnando l’ideale del cinema come strumento di propaganda e arte. Ma il suo percorso fu segnato dalla censura.
Il suo Ivan il Terribile fu inizialmente approvato, ma la seconda parte, che mostrava il sovrano in una luce troppo crudele e paranoica, venne bocciata dal Partito Comunista. L’accusa? Aver rappresentato il potere in modo sospetto, troppo vicino alla realtà contemporanea. Il regista ne uscì distrutto, umiliato da una pubblica autocritica e relegato ai margini fino alla sua prematura morte per infarto.
In Italia, la ricezione dei suoi film fu travagliata: il regime fascista li considerava sovversivi e li bandì, mentre nel dopoguerra la censura democristiana li mantenne in un limbo per anni. Solo alla fine degli anni ’50 alcune sue opere vennero distribuite, ma Potëmkin, essendo un film muto, ebbe difficoltà a raggiungere il pubblico di massa. Fu solo grazie alla colonna sonora di Prokofiev e al doppiaggio con la voce narrante di Arnoldo Foà che riuscì a ottenere una certa circolazione.
Paradossalmente, la sua fama presso il grande pubblico esplose grazie alla parodia di Paolo Villaggio nella saga di Fantozzi. La celebre scena in cui il ragioniere viene costretto alla visione forzata del film e poi lo definisce "Una cagata pazzesca!" trasformò Potëmkin da un monumento della cinefilia a simbolo di una cultura imposta e ostica.
il secondo tragico fantozzi la corazzata potemkin
Ma il ridicolo non cancellò la grandezza dell’opera: anzi, contribuì a fissarla nella memoria collettiva. Quello che era nato come un inno alla rivoluzione divenne una leggenda cinematografica, amata e odiata, celebrata e ridicolizzata, ma mai dimenticata.
Oggi, a cento anni dalla decisione della Mosfilm di realizzare il kolossal, e a 50 dall’uscita di Fantozzi, l’eredità di La corazzata Potëmkin si riafferma. Non è solo un cimelio sovietico, ma un punto di svolta nella storia del cinema, studiato e citato da registi di ogni epoca. Le tecniche di montaggio di Ejzenštejn hanno influenzato maestri come Coppola, De Palma e Scorsese, dimostrando che il linguaggio delle immagini non ha confini ideologici. Il suo impatto è innegabile, la sua leggenda intatta. Che piaccia o meno, la sua potenza visiva non si discute.
2. LA CORAZZATA POTEMKIN IN ITALIA
Da https://it.wikipedia.org/wiki/La_corazzata_Pot%C3%ABmkin#In_Italia
Il film è citato in C'eravamo tanto amati di Ettore Scola (1974), nel quale la scalinata di Odessa è rievocata sui gradini della scalinata di Trinità dei Monti, a Roma, da Stefano Satta Flores (che interpreta un critico cinematografico), insieme a Stefania Sandrelli e Nino Manfredi.
Nel film Il secondo tragico Fantozzi (1976) di Luciano Salce si parla del film fittizio La corazzata Kotiomkin. Il professor Guidobaldo Maria Riccardelli, interpretato da Mauro Vestri, impone ai suoi impiegati la ripetuta visione di vecchi film d'autore, che lui venera.
Una sera gli impiegati sono costretti a perdersi un'importante partita di calcio per recarsi al cineforum del professore. Dopo la proiezione, durante il consueto dibattito, giunge lo storico giudizio di Fantozzi, che ha finalmente deciso di ribellarsi e porre fine alla questione:
«Per me... La corazzata Kotiomkin... è una cagata pazzesca!»
Non essendo possibile utilizzare scene originali de La corazzata Potëmkin, in fase di sceneggiatura si decise di farne una parodia. Il nome del regista venne modificato: Sergej M. Ejzenštejn divenne "Serghei M. Einstein".
Le scene della scalinata Potëmkin di Odessa visibili nel film furono girate da Luciano Salce sulla scalinata dedicata a Bruno Zevi, di fronte alla Galleria nazionale d'arte moderna e contemporanea, e la pellicola venne "maltrattata" per ottenere un effetto di invecchiamento. L'"occhio della madre" è quello dell'attrice italiana Alba Maiolini.
Per dare più credibilità all'esasperazione degli impiegati La corazzata Kotiomkin è composta da ben "diciotto bobine" (ossia 180 minuti), quando in realtà La corazzata Potëmkin dura soltanto 75 minuti.
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corazzata potemkin locandina