
IL DIVANO DEI GIUSTI/1 - CHE VEDIAMO STASERA? IO E DAGO STIAMO GUARDANDO I VECCHI FILM DI LOUISE BROOKS COME “LULÙ. IL VASO DI PANDORA” E “MISS EUROPA”. AVEVA RAGIONE HENRI LANGLOIS, QUANDO SCRIVEVA CHE NON CI SONO NÉ MARLENE DIETRICH NÉ GRETA GARBO IN GRADO DI BATTERE LOUISE BROOKS - SU AMAZON AVETE "ALL THE KING’S MEN”, CON UN POLITICO POPULISTA ORRENDO, SEAN PENN, CHE CI RICORDA PARECCHI POLITICI AMERICANI. NON È UN FILM RIUSCITO, MA È SICURAMENTE DA RECUPERARE… - VIDEO
Marco Giusti per Dagospia
Che vediamo stasera? Io e Dago stiamo guardando i vecchi film di Louise Brooks come “Lulù. Il vaso di Pandora” diretto nel 1929 da Georg Wilhelm Pabst, tratto dall’opera di Frank Wedekind. Io mi sto rivedendo su You Tube anche “Miss Europa” o “Prix de beauté” di Augusto Genina, il terzo e ultimo film europeo di Louise Brooks. Aveva ragione Henri Langlois, quando scriveva che non ci sono né Marlene Dietrich né Greta Garbo in grado di battere Louise Brooks.
Leggo che Pabst cercò di avere da subito Louise Brooks, ma la Paramount non voleva. E neanche i tedeschi, che vedevano il personaggio come tipicamente tedesco. Così convinse Marlene Dietrich a farlo. Accettò, stava proprio firmando il contratto nell’ufficio di Pabst, quando arrivò un cablogramma dalla Paramount con la notizia che c’era stato un ripensamento e Louise Brooks era libera.
Così Marlene venne rimandata a casa e subentrò Louise Brooks, la prima scelta di Pabst. Nella sfiga, però, Marlene riuscì a essere libera per interpretare la Lola Lola de “L’angelo azzurro” di Josef Von Sternberg, già sonoro. Ma Marlene se la legò al dito. Con la Garbo, invece, Louise Brooks ebbe una storia. Leggo che la Contessa Anna, interpretata da Alice Roberts nel film, è considerato il primo ruolo di lesbica della storia del cinema.
Ieri sera mi sono visto su Amazon, “All the King’s Men”, scritto e diretto nel 2006 da Steven Zaillian, celebre sceneggiatore di Spielberg (“Schindler’s List”), tratto dal romanzo di Robert Penn Warren, con Jude Law, Sean Penn, Kate Winslet, James Gandolfini, Mark Ruffalo, Patricia Clarkson e Anthony Hopkins.
Ne venne fatta una celebre versione del 1949 da Robert Rossen con Broderick Crawford, John Ireland, Joanne Dru, che vinse tre Oscar, miglior film, miglior protagonista, Broderick Crawford, che ritrovammo due anni dopo a Roma con Fellini a girare “Il bidone”, e per l’attrice non protagonista, la sempre magnifica Mercedes McCambridge. La nuova versione, ricchissima, diretta da Zaillian, è considerata un disastro, ha critiche pessime, viene vista come sfilacciata e poco interessante.
E invece è da vedere, non fosse altro che per il fatto che Zaillian, uno dei più grandi sceneggiatori di Hollywood, ha diretto quella meraviglia di serie che è “Ripley”: Non girava film da anni. “All the King’s Men” è un melodramma politico esistenziale sulle famiglie ricche del sud, con un politico populista orrendo, Sean Penn, che ci ricorda parecchi politici americani. Ma Zaillian sembra più interessato alla figura di dandy sconfitto e traditore di Jude Law, fantastico, che compie ogni nefandezza per il suo boss, anche tradire le proprie origini e la propria famiglia. Non è un film riuscito, ma è sicuramente da ricuperare.
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