IL DIVANO DEI GIUSTI - SE VI PIACCIONO I FILM NATALIZI, VEDO CHE NE ABBIAMO OVUNQUE. IN PRIMA SERATA AVETE "A NATALE MI SPOSO", LA GAG CHE PREFERISCO È QUELLA TRA ROCCO SIFFREDI, STILISTA BISEX, CHE SI AVVICINA ALLE SPALLE DI CECCHERINI E GLI FA "TI PIACE LA TORRE EIFFEL?", ED "ELF" - AVETE ANCHE IL POCO NATALIZIO "IL MIO CORPO VI SEPPELLIRÀ" - NELLA NOTTE SVEGLIATE SALVINI E FATEGLI VEDERE COME SI GUIDA PIPPATI IN AMERICA IN “PAURA E DELIRIO A LAS VEGAS”. CHIUDO CON UN FILM CHE DAGO AMEREBBE MOLTISSIMO, “RANCHO NOTORIUS”… - VIDEO
Marco Giusti per Dagospia
Che vediamo stasera? Se vi piacciono i film natalizi, io li detesto tutti a parte “Bad Santa” con Billy Bob Thornton, vedo che ne abbiamo ovunque. Al punto da creare un po’ di confusione. Già mi domandavo se avevo visto “Improvvisamente a Natale mi sposo”, commedia natalizia uscita in sala ma precipitata subito nello streaming (infatti è su Amazon), diretta solo un anno fa (ma sembrano venti anni fa) dal bravo Francesco Patierno con Diego Abatantuono, il Mago Forrest, Nino Frassica, Elio, Violante Placido, Primo Reggiani, Carol Alt, girata a San Vito di Cadore, quando vedo che il film di punta di stasera alle 21 su Cine 34 alle 21 è “A Natale mi sposo”.
Lo stesso titolo. Aiuto. E questo l’avrò visto? Sì, questo l’ho visto. E’ una commedia prenatalizia targata Medusa con una serie infinita di signorina amiche di questo e quell’altro dirigente Mediaset stipate in una scena festiva in montagna diretta nel 2010 Paolo Costella con Elisabetta Canalis, Massimo Boldi, Nancy Brilli, Vincenzo Salemme, Massimo Ceccherini. Per capirci, è la commedia che trionfava con Boldi pupazzo di neve con la scopa nel sedere.
Piena di battute stracultissime. "A bientost!", "La Tigre della Magnesia", "Ho detto guarda la culotte, no lo culett!", "Pruderie? Ah... anche a lui ci prude lì", "Ti vedo un po' consumato, un po' consummé", "Io ho studiato economia all'Albicocca". Ma la gag che preferisco è quella tra Rocco Siffredi, stilista bisex, che si avvicina alle spalle di Ceccherini con capello biondo cenere e gli fa "Ti piace la Torre Eiffel?".
E Cecche: "Da davanti, François, ma non da dietro!" Anna Maria Barbera, la celebre Sconsolata, fa la moglie di Biagio Izzo, rigida guardia di finanza napoletana che si ritrova a dividere viaggio e suite parigina con Massimo Boldi, piccolo Berlusconi di provincia, direttore della rete locale Telelecco (notevole quando fa gli spot con il parrucchino in testa recitando Dura Minga!) e evasore totale di tasse. "La prima parola che ho detto non è stata mamma, ma evado!", si vanta Boldi, in perfetta sintonia con il paese in cui viviamo che non ha cambiato una virgola con l’arrivo della Meloni. Anzi.
Spara grandi battute coatte anche Enzo Salvi, nel ruolo di tassinaro a Parigi con moglie non finissima, Loredana De Nardis, ex-fiamma di Boldi nella vita. "Che t'asciughi i capelli con la carta della pizza?", chiede a Boldi. O "Lo sai perché il cesso si è intappé? Perché so' troppo generoso di chiappe!". Ma il migliore di tutti è lo stralunato Ceccherini assurdamente innamorato di Paola Minaccioni, avida donna del suo socio Boldi, che rimpiazza eventualmente con un manichino. "Adoro i rendez-vous romantici!" dice, non sapendo che ha scatenato per sbaglio gli appetiti sessuali di Rocco Siffredi.
Su Canale 27 alle 21 passa una commedia natalizia di grande successo in America, meno da noi, dove al posto degli elfi verdi abbiamo Boldi con la scopa nel culo, cioè “Elf”, ormai un classico natalizio diretto da Jon Favreau con Will Ferrell che fa un elfo troppo grande e umano per essere credibile che viene rispedito sulla terra, dove incontra un padre, James Caan, davvero imbarazzato, oltre a Bob Newhart, Edward Asner, Mary Steenburgen, Peter Dinklage.
E’ una sorta di scatenato omaggio a un classico natalizio americano che noi non ricordiamo di certo, “La storia di Lumetto” (1964) di Arthur Rankin Jr. e Jules Bass. Fu il primo film da protagonista interpretato da Will Ferrell, che ci mise molto impegno. E divenne un successo immediato. Da noi l’unico elfo che abbiamo avuto è Lillo, che un anno fa girò per lo streaming “Elf Me”, diretto da You Nuts! Io l’ho visto…
Su Rai Movie avete il poco natalizio “The Old Way”, raro western con Nicolas Cage diretto da Brett Donowho con Clint Howard, Kerry Knuppe, Abraham Benrubi, Ryan Kiera Armstrong. Insomma… Occhio che su Rai5 alle 21, 15 avete pure il violentissimo “Il mio corpo vi seppellirà”, il primo western pugliese della storia del cinema, “Il mio corpo vi seppellirà” di Giovanni La Parola, che lo ha scritto con Alessia Lepore, storia di quattro banditesse cattivissime in lotta sia col vecchio potere borbonico sia con quello sabaudo. Bang! Bang!
Prodotto da Ascent e Groenlandia con 4 milioni di euro di budget (minchia!), che nessuno vedrà mai più, girato cinque-sei anni fa con molti problemi, tanto che un terzo di sceneggiatura scompare dal film, come scompaiono raccordi e flashback che forse avrebbero aiutato la narrazione, infarcito di non eccelsi effetti in digitale, è un mezzo disastro o, se volete, un mezzo successo. Questione di punti di vista.
Mi interessava un western pugliese, ma fingono di essere in Sicilia. Mi interessava un western con le ragazze violente, ma le quattro banditesse non sono così ben definite. Miriam Dalmazio, è senza ruolo e senza battute, Antonia Truppo è brava ma senza il flash back col bandito Ninco Nanco che spiega la sua storia non si capisce bene la sua scelta, Margaret Madé è molto divertente con la benda sull’occhio e il cappellaccio, un po’ macchietta ma ha grande presenza, mentre la cattivissima Rosa Abella armata di falcetto, tagliatrice e collezionista di piselli, è un po’ eccessiva per i mei gusti. Li tieni in fila legati col fil di ferro come fossero scalpi.
Tra i maschi cattivi, molto fumettistici, Guido Caprino si esibisce in uno strepitoso piemontese, Giovanni Calcagno, tagliatore di teste, ha una bella faccia da western alla Rick Boyd che il nostro cinema potrebbe sfruttare. In un ruolo più piccolo Gigio Morra, come nobile borbonico, ruba la scena a tutti. Ovvio, è napoletano, come la Truppo. Alla fine, la storia, si riduce a un rapimento con riscatto e a un regolamento di conti finale dove La Parola pensava di fare il Rodriguez-Tarantino della situazione e invece diventa una specie di Demofilo Fidani. I costumi sono belli, ma non basta. Però me lo sono visto. Sta in cima a qualsiasi lista di film stracult mondiali di sempre. Per me.
l’uomo che sussurrava ai cavalli 2
Più civile e magari meno western “L’uomo che sussurrava ai cavalli” diretto e interpretato da Robert Redford, scritto da Robert LaGrevanese tratto dal romanzo di Nicholas Evans con Scarlett Johansson, Kristin Scott Thomas, Sam Neill, Dianne Wiest, Iris alle 21, 15. Il solo che può curare una ragazzina traumatizzata da una caduta e salvare il suo adorato cavallo dalla morte è un esperto cowboy del Montana che sa come sussurrare ai cavalli. Ovviamente è Robert Redford.
wim wenders bergoglio papa francesco – un uomo di parola
Tv2000 alle 21, 15 propone il documentario di Wim Wenders “Papa Francesco Uomo di parola”. Canale 20 alle 21, 20 propone invece “Godzilla vs. Kong” di Adam Wingard con Alexander Skarsgård, Rebecca Hall, Kaylee Hottle, Millie Bobby Brown, Kyle Chandler. Nella primavera del 2021, incassando in un weekend 48 milioni di dollari in America e 300 in tutto il mondo, ci fece sperare che il cinema stesse tornando alla normalità dopo la pandemia. Mi pare di ricordare che funzionasse solo lo scontro tra i mostri. Oggi sembra un film antichissimo, quando non lo è affatto.
MR AND MRS SMITH ANGELINA JOLIE E BRAD PITT
Mediaset Italia 2 alle 21, 25 passa in prima visione assoluta l’anime “One Piece Film Gold” di Hiroaki Miyamoto. Su Cielo alle 21, 25 la commedia action con Brad Pitt e Angelina Jolie quando si volevano bene, “Mr. & Mrs. Smith” di Doug Liman con Vince Vaughn, Adam Brody, Michelle Monaghan, Kerry Washington. Divertente. Se prendete Tele San Marino alle 21, 30 avete la commedia tedesca girata a Roma “Nozze romane” diretta da Olaf Kreinsen con Federica Sabatini, Matthias Zera, Harald Krassnitzer, Ann-Kathrin Kramer, Ricky Tognazzi.
il buono, il brutto, il cattivo 16
Passiamo alla seconda serata con il pochissimo natalizio, anche se uscì proprio a Natale nel 1967, “Il buono, il brutto e il cattivo”, capolavoro western di Sergio Leone con Clint Eastwood, Lee Van Cleef, Eli Wallach, Rada Rassimov, Aldo Giuffré, Enzo Petito. Cine 34 alle 23, 05 passa la commedia vanziniana “Vip” diretta da Carlo Vanzina con Enrico Brignano, finto arabo (“er Principe de Dubbai”) che corteggia Martina Colombari, Carlo Buccirosso, il migliore del gruppo, che litiga con la moglie Rosalia Porcaro, Maria Grazia Cucinotta in coppia con Maurizio Mattioli, Alena Seredova, Matteo Branciamore, Paolo Triestino che parla in marchigiano, Monica Scattini. Da recuperare.
La7 alle 23, 10 propone “Quasi nemici – L’importante è avere ragione”, commedia di Yvan Attal con Daniel Auteuil, Camelia Jordana, Yasin Houicha, Nozha Khouadra, Nicolas Vaude. Svegliate Salvini e fategli vedere come si guida pippati in America nel capolavoro esplosivo e grottesco di Terry Gilliam “Paura e delirio a Las Vegas” ispirato all’opera e alla vita di Hunter S. Thompson con Johnny Depp come il giornalista strafatto Raoul Duke, cioè Thompson, Benicio Del Toro come il suo socio, il Dottor Gonzo, Christina Ricci, Tobey Maguire, Ellen Barkin. Non per tutti. Ovvio.
I primi due possibili protagonisti della versione cinematografica del film erano Jack Nicholson e Marlon Brando. Che diventarono troppo vecchi per poterlo fare. Peccato. Poi Dan Aykroyd e John Belushi, ma la morte di Belushi fece saltare il progetto. Poi si parlò di John Cusack con suo fratello. Quando Hunter S. Thompson incontrò Johnny Depp scoppiò l’amore. Doveva girarlo il mio amico Alex Cox, ma si scontrò con la produzione. Così chiamarono Terry Gilliam che riscrisse il film e fece questa follia. Grande lavoro grafico di Ralph Steadman, che entra nella lavorazione a più livelli.
Cielo alle 0, 45 passa un documentario particolarmente ben fatto sulle sex worker di Internet, “Cam Girlz” di Sean Dunn. Cine 34 all’1, 20 propone una commedia di Leone Pompucci, “Il grande botto” con Carlo Buccirosso, Emilio Solfrizzi, Alessandro Di Carlo. Rai Movie alle 2, 05 passa invece il thriller “Doppia colpa” di Simon Kaijser con Guy Pearce, Minnie Driver, Pierce Brosnan, Odeya Rush, Clark Gregg, Alexandra Shipp.
Su Iris alle 3 trovate un bel film sui giochi amorosi tra studenti, “The Shape of Things” diretto dal softicato Neil LaBute nel 2003 con Gretchen Mol, Paul Rudd, Rachel Weisz, Frederick Weller, dove uno studente che lavora come guardiano di museo lega con un’artista strampalata e diventa molto più audace nei rapporti amorosi.
Chiudo con un film che Dago amerebbe moltissimo, il folle western romantico in Technicolor di Fritz Lang “Rancho Notorius” con Marlene Dietrich padrona di un locale che fa girare la ruota della fortuna, Mel Ferrer, il suo boy friend dalla pistola facile, Arthur Kennedy un cowboy arrivato lì in cerca di vendetta dopo che gli hanno stuprato e ucciso la moglie. E sa che il responsabile è nascosto nel villaggio dei senza legge dominato dal locale di Marlene Dietrich e del suo uomo, Iris alle 4, 40.
Marlene, ormai cinquantenne, avrebbe voluto come regista il suo adorato Josef Von Sternberg, che non era esperto di Technicolor, ma di bianco e nero. Così venne chiamato un altro genio tedesco, Fritz Lang, e si pensò per la fotografia a un esperto del colore come Hal Mohr, che era stato direttore della fotografia di un altro western con Marlene Dietrich, “Destry Rides Again”, girato però più di dieci anni prima, nel 1939.
Non ritenendosi abbastanza protetta sul set, Marlene metteva becco tutto il giorno con Lang e con Mohr su come girare le sue scene, su come usare dei filtri che la rendessero molto più giovane dell’età che aveva. Alla fine si scontrò con Lang e non si parlarono più durante l’ultima settimana di lavorazione. Per la prima volta una canzone, in questo caso "The Legend of Chuck-a-Luck", è usata sia nei titoli di testa che nel film come narrazione. Lo fece anche Fred Zinnemann in “Mezzogiorno di fuoco” con “High Noon” nello stesso anno.
Fritz Lang voleva che il film si chiamasse come la canzone, cioè “Chuck-A-Luck”, ma Howard Hughes, che aveva comprato il film dalla Fidelity Pictures dopo che era stato abbandonato dalla Fox, insisteva su “Rancho Notorious” dicendo che il pubblico europeo non ne avrebbe capito il significato di Chuck-A-Luck. “E invece tutti sanno cosa è Rancho Notorious”, rispose irritato Fritz Lang, pensando che in tutto il film nessuno nomina mai questo Rancho Notorious. Ma non era facile far cambiare idea a Howard Hughes.
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