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IL DIVANO DEI GIUSTI – CHE VEDIAMO STASERA IN CHIARO? DOVREMMO RIVEDERE, “PADRE PADRONE”. OGGI FARÀ SORRIDERE NANNI MORETTI ATTORE COME AMICO DEL PROTAGONISTA. FU UN FILM IMPORTANTE NON SOLO PER IL NOSTRO CINEMA - CONSIGLIO A DAGO UN GRANDE FILM DI ROBERT ALDRICH CHE RISCRISSE LE REGOLE DEL WAR MOVIE, “QUELLA SPORCA DOZZINA”, CHE HANNO COPIATO TUTTI I REGISTI - AVETE ANCHE IL BIOPIC PESANTONE, MA DI GRANDE SPESSORE, SUL POTENTE CAPO DELLA F.B.I., J. EDGAR HOOVER, CIOÈ “J. EDGAR” - NELLA NOTTE TORNA "LA DOTTORESSA SOTTO IL LENZUOLO" E IL RARISSIMO "MANDINGA"… - VIDEO
Marco Giusti per Dagospia
Che vediamo stasera in chiaro? Dovremmo rivedere, Rai Scuola alle 21, “Padre padrone” dei fratelli Taviani, tratto dal libro autobiografico di Gavino Ledda con Saverio Marconi protagonista nel ruolo del giovane Gavino, Omero Antonutti come il violento padre contadino, Marcella Michelangeli, Nanni Moretti, Fabrizio Forte, Stanko Molnar. Palma d’Oro a Cannes, Grand Prix a Berlino, Oggi farà sorridere Nanni Moretti attore come amico del protagonista. Fu un film importante non solo per il nostro cinema.
donald sutherland in quella sporca dozzina
Canale 20 alle 21, 05 propone il thriller “Giustizia privata” di F. Gary Gray con Gerard Butler, Jamie Foxx, Colm Meaney, Bruce McGill, Leslie Bibb, Michael Irby. Rai Movie alle 21, 10 passa la commedia anglo-irlandese “The Miracle Club” di Thaddeus O'Sullivan con Maggie Smith, Laura Linney, Kathy Bates, Agnes O'Casey, Stephen Rea.
Consiglio a Dago un grande film di Robert Aldrich che riscrisse le regole del war movie, “Quella sporca dozzina” di Robert Aldrich con Lee Marvin, Ernest Borgnine, Charles Bronson, Telly Savalas, Jim Brown, John Cassavetes, Canale 27 alle 21, 15, un film che personalmente conosco quasi a memoria, e che hanno copiato tutti i registi, da Castellari a Tarantino, che hanno fatto war-movie con azioni criminali subito dopo.
Nessuno, a parte Sam Peckinpah e Samuel Fuller, sapevano fare grandi film d’azione violenti come Aldrich. Sembra che se avesse tolto la scena di quando i suoi eroi criminali buttano le bombe e uccidono i tedeschi come topi gli avrebbero dato l’Oscar. Non lo fece. “La guerra è l’inferno”, disse. Scritto da Nunnally Johnson e Lukas Heller, il compagno di Luciana Castellina, interpretato da molti veri veterani di guerra (Marvin - Savalas - Bronson – Borgnine – Walker – Ryan – Kennedy), lanciò Donald Sutherland, Telly Savalas in versione pelata, Jim Brown quando non era facile inserire un personaggio nero in un cast di bianchi, rilanciò John Cassavetes e fece di Lee Marvin e di Charles Bronson due superstar.
Lee Marvin beveva tutto il tempo, insultò addirittura la zia di Sean Connery e stava per essere preso a pugni da Connery, quando intervenne un produttore, Kenneth Tynan, che gli chiese di non dargli un pugno sul viso perché aveva i primi piani il giorno dopo. Il film fu un enorme successo. Proprio oggi ho letto uno stupendo aneddoto di Lee Marvin. “Dimenticò ubriaco dov'era la sua casa di Hollywood Hills, comprò una di quelle mappe stellari da un ragazzino per trovare il suo indirizzo, poi si presentò a casa e si sentì dire dal nuovo proprietario: "Lee, mi hai venduto questa casa quattro anni fa".
Su Iris alle 21, 15 passa l’action “Payback” di Brian Helgeland con Mel Gibson, Gregg Henry, Maria Bello, Bill Duke, Deborah Kara Unger, Lucy Liu. Su Mediaset Italia 2 alle 21, 15 il trashone “Arac Attack – Mostri. Otto zampe” di Ellory Elkayem con David Arquette, Kari Wuhrer, Scott Terra, Scarlett Johansson. Su Italia 1 alle 21, 20 trovate “Harry Potter e il principe mezzosangue”, diretto da David Yates con Daniel Radcliffe, Rupert Grint, Emma Watson, Helena Bonham Carter, Alan Rickman.
Pesantone, ma di grande spessore il biopic di Clint Eastwood sul potente capo della F.B.I., J. Edgar Hoover, cioè “J. Edgar”, diretto da Clint Eastwood con un ottimo e ambiguo Leonardo DiCaprio, Naomi Watts, Josh Lucas, Lea Thompson, Ed Westwick, Armie Hammer. “L’informazione è potere” è il motto che dichiara nei primi minuti del film il J. Edgar Hoover di Leonardo Di Caprio e di Clint Eastwood.
Magari non è il capolavoro che ci si poteva aspettare, scrivevo quando uscì, ma è un film importante su un personaggio potente e complesso. Hoover domina il potere poliziesco americano dagli anni’20 all’arrivo di Nixon, rinnovandone totalmente i metodi investigativi, ma anche innescando la logica dei “secret files”, i dossier segreti su presidenti e uomini politici, mogli e figli compresi, e la logica della schedatura di tutti i possibili “nemici” del paese, comunisti, radicali, afro-americani, presto estesa praticamente a tutti i cittadini americani.
Il mandato di Hoover, e il suo potere, mantenuto in vita dai “secret files”, che la fedele segretaria brucerà alla notizia della sua morte, percorrerà gran parte della storia americana del secolo scorso, scontrandosi con ben otto diversi presidenti. Attraversando proibizionismo, new deal, una guerra mondiale, il maccartismo, l’arrivo dei Kennedy, la rivoluzione di Martin Luther King, la presa di potere di Nixon.
La chiave per raccontare il personaggio che hanno scelto Eastwood e, soprattutto, il giovane sceneggiatore, Dustin Lance Blanck, già responsabile del copione di “Milk” di Gus Van Sant, è la repressione della propria omosessualità e forse di qualsiasi sessualità, che spinge Hoover a una lunghissima storia d’amore non espressa con il suo collaboratore, Clyde Tolson, qui interpretato da Arnie Hammer e a una battaglia continua col mondo esterno.
Al vecchio Clint bastano comunque le poche scene con la mamma, una Judi Dench meravigliosa, per farci capire come stanno le cose. “Non vorrai finire come tuo padre…”, fa lei. “Meglio un figlio morto che… gerbera!” è però la frase chiave. Obbligato dall’amore materno a una repressione totale dei propri desideri, dopo un’inutile corte alla segretaria, Helen Gandy, una grande Naomi Watts, che gli preferisce il lavoro, Hoover trova in Clyde Tolson, l’uomo da amare da lontano, ma anche da modellare come perfetto G Man, una sorta di Barbie da vestire e da mostrare in pubblico.
Ossessionato dal potere mediatico, Hoover usa i giornali, nella figura di Walter Winchell (ma nel film non compare), i fumetti, i cinegiornali e il cinema, e perfino le scatole di cereali, per influenzare il pubblico americano e fare dei suo G Men dei supereroi. A questo riguardo è interessante vedere l’evoluzione di James Cagney nei film della Warner, mostrati con grande amore filologico nel film di Eastwood, da eroe della malavita in “Nemico pubblico”, il capolavoro di William Wellman a eroe FBI in “G Men” di William Keighley (“Il più famoso cattivo di Hollywood si unisce ai G Men per fermare la marcia del crimine!” era la frase di lancio).
nicole kidman colin firth before i go to sleep
Senza scordare il grande film agiografico, sempre della Warner Bros, e fortemente voluto da Hoover, “The FBI Story” (“Sono un agente della FBI”) diretto da Mervyn LeRoy, e fortemente voluto da Hoover, con James Stewart, nei panni di un agente di fantasia che percorre le grandi stagioni e le grandi avventure della FBI, dalla lotta alla malavita a quella contro i perfidi comunisti.
Hoover, che appare brevemente come se stesso nel film di LeRoy, mentre Clyde Tolson ha un piccolo ruolo di agente, scelse di persona James Stewart come perfetto eroe americano e fece rigirare molte scene. Passiamo alla seconda serata con il thriller-action “Blacklight” di Mark Williams con Liam Neeson, Aidan Quinn, Taylor John Smith, Emmy Raver-Lampman, Claire van der Boom, TV8 alle 23.
nicole kidman before i go to sleep
Vi tralascio un quintale di repliche. Sarebbe da rivedere il disastroso “Macchine mortali”, apocalittico prodotto e sceneggiato da Peter Jackson diretto da Christian Rivers con Hera Hillmar, Robert Sheehan, Hugo Weaving, Leila George e il bel Regé-Jean Page di “Bridgerton”, Italia 1 alle 0, 25. Su Rai Movie alle 0, 55 avete il thriller inglese “Before I Go to Sleep” di Rowan Joffe con Nicole Kidman smemorata che poco a poco riesce a ricordare cose che sarebbe stato meglio non ricordare. Con lei ci sono Colin Firth, Mark Strong, Anne-Marie Duff, Dean-Charles Chapman.
Tv8 all’1 passa “Scream 4”, diretto dal maestro del brivido Wes Craven con David Arquette, Neve Campbell, Courteney Cox, Emma Roberts, Hayden Panettiere. Fa paura? Sì. Non fa paura per niente “Il ritorno del Monnezza”, reboot diretto da Carlo Vanzina con Claudio Amendola come figlio del Monnezza, Elisabetta Rocchetti, Enzo Salvi, Kaspar Capparoni, Gabriella Labate, Cine 34 all’1, 05. Non era affatto male.
Su Iris all’1, 15 trovate la commedia “Welcome Home, Roscoe Jenkins” di Malcolm D. Lee con Martin Lawrence, il grande James Earl Jones, Margaret Avery, Joy Bryant, Cedric the Entertainer, dove il protagonista, diventato presentatore di successo in California, torna al paese per i 50 anni di matrimonio dei genitori. Rai Movie alle 2, 25 presenta una commedia di Billy Wilder, “Arianna” con Gary Cooper, Audrey Hepburn, Maurice Chevalier, John McGiver. Il fatto che Gary Cooper, a 55 anni, fosse considerato troppo vecchio per Audrey Hepburn, 28 anni, fu forse la causa del flop del film. Inoltre Gary Cooper era anche malato. Cary Grant aveva rifiutato il ruolo proprio per non sentirsi inadeguato nelle scene d’amore.
la dottoressa sotto il lenzuolo
Su Cine 34 alle 2, 45 abbiamo una commedia sexy degli anni d’oro, “La dottoressa sotto il lenzuolo” di Gianni Martucci con Karin Schubert, Gastone Pescucci, Orchidea De Santis, Eligio Zamara, Alvaro Vitali. Una dottoressa apocrifa, cioè non uno dei film regolari di Laurenti e soci per Luciano Martino, ma una piccola produzione della Flora Film diretta da Gianni Martucci alla sua seconda regia dopo “La collegiale”. Karin Schubert, prima di darsi all’hard, tenta di competere con la Fenech, aiutata da Orchidea De Santis. Per fortuna c’è Alvaro Vitali.
la dottoressa sotto il lenzuolo
Il tutto in quel di Pisa, con gli scherzi alla Amici miei. Racconta Gianni Martucci a Eugenio Ercolani: «La Schubert veniva da un successo clamoroso come Barbablù con Richard Burton. Grazie a quel film, scelsi di metterci lei. […] Era molto bella, di una bellezza che rimane impressa, forte. Caratteristica fondamentale, prima ancora delle capacità recitative. Se non hai una fotogenia forte, un'importanza visiva, non vai da nessuna parte». C’è un momento di autocitazione della commedia erotica quando Alvaro e la Galleani vanno al cinema e vedono Il vizio di famiglia di Mariano Laurenti. Angelo Pellegrino ricorda il regista come una persona molto seria, che credeva nell’operazione.
la dottoressa sotto il lenzuolo 2
Rete 4 alle 3, 05 passa il drammone politico pesantone sulla storia della CIA, “The Good Shepherd” seconda regia Robert De Niro con Matt Damon, Angelina Jolie, Alec Baldwin, Tammy Blanchard, Billy Crudup, Robert De Niro. L’incontro tra Tony Blair e Bill Clinton è il soggetto di “I due presidenti” diretto da Richard Loncraine con Michael Sheen e Dennis Quaid come Bliar e Clinton, Hope Davis, Helen McCrory, Mark Bazeley, Adam Godley. Chiudo col rarissimo “Mandinga” di Mario Pinzauti con Antonio Gismondo, Serafino Profumo, Maria Rosaria Riuzzi, Jacqueline Luce, Kristina Nickel, Arnold Grostam, Calogero Caruana, Iris alle 4, 45.
Non è proprio un western, ma una versione italiana, anzi romana, al femminile di Mandingo (1975) di Richard Fleischer e di Dino De Laurentiis. Ovviamente sul porno, ma non hard. Il tutto girato a Sabaudia, ma come se fossimo in America. Non molto lontano, poi, da Dinocittà. In un primo tempo, secondo “Delirium”, il regista avrebbe dovuto essere Jesus Franco.... La mandinga del titolo non è neanche nera, ma bianca, figlia però di una mandinga nera.
Siamo comunque in Louisiana (cioè a Sabaudia…) e lì un allevatore si trova ad affrontare i desideri della cugina della moglie morta e della bella figlia della mandinga che si vuole sposare col figlio. Si scatenano i desideri tra le razze diverse secondo il modello del film di Fleischer e alla fine si sparerà molto. Attori terrificanti e battute da urlo. Per Pinzauti è uno dei suoi film più ricchi e riusciti. Realizzato contemporaneamente all’altrettanto stracult “Emanuelle bianca e nera”.