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CHE FA LORENZETTO DI NOTTE? LE PULCI AI GIORNALI – IL “CORRIERE DELLA SERA”: “READER INVESTITO MUORE ALL’ARRIVO IN OSPEDALE”. POI NON LAMENTIAMOCI SE I “READERS” (LETTORI) SONO IN COSTANTE DIMINUZIONE. (I FATTORINI CHE EFFETTUANO CONSEGNE A DOMICILIO SI CHIAMANO “RIDERS”, IN ITALIANO RIDER ANCHE AL PLURALE) – “LA STAMPA”: “LA TENNISTA EMMA RADUCANU HA INTERROTTO ‘IL MATCH L’AVEVA IMPORTUNATA’ CONTRO KAROLINA MUCHOVÉ ED È SCOPPIATA A PIANGERE DOPO AVER VISTO TRA LE PRIME FILE DEL PUBBLICO ‘UN UOMO CHE IL GIORNO PRIMA’. PREMIO OSTROGOTO 2025...
“Pulci di notte” di Stefano Lorenzetto da “Anteprima. La spremuta dei giornali di Giorgio Dell’Arti" e pubblicato da “Italia Oggi”
(http://www.stefanolorenzetto.it/pulci.htm)
«Se dobbiamo credere al più grande poeta di lingua tedesca, Johann Wolfgang Goethe, per cui l’opera di Bach è un dialogo di Dio con sé stesso, prima della creazione, dobbiamo anche pensare che le cosiddette Variazioni Goldberg siano il momento in cui questo dialogo diventa più intenso, il suo acme», scrive sul Foglio il giurista Sabino Cassese.
Ci spiace per l’ex giudice della Corte costituzionale, ex ministro della Funzione Pubblica nonché professore emerito alla Normale di Pisa, ma acme è un sostantivo femminile («la sua acme») e sul punto concordano sia il Grande dizionario della lingua italiana, sia Lo Zingarelli 2025, sia il Devoto-Oli. Le Variazioni Cassese sul tema non sono dunque ammesse.
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Sul Fatto Quotidiano, Andrea Scanzi scortica Roberto Benigni per lo sketch al Festival di Sanremo: «Non si capisce bene cosa sia accaduto a Benigni, ma è come se il guitto di un tempo si fosse sedato da solo».
Scopriamo con qualche decennio (e un premio Oscar) di ritardo, che nel giornale diretto da Marco Travaglio il protagonista del film La vita è bella era un tempo considerato «attore scarsamente preparato e di bassa categoria, generalmente nomade, attore da strapazzo» (definizione di guitto sullo Zingarelli 2025).
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Su Instagram, Selvaggia Lucarelli replica a un articolo della Verità, che la attaccava per aver criticato la canzone portata da Simone Cristicchi al Festival di Sanremo: «Anche alcune firme maschili in questi gironi hanno criticato aspramente la canzone, per esempio Merlo».
Quali gironi? Danteschi? Quale Merlo, Francesco o Salvatore? «Quando vi chiedete come mai ci sono poche donne che occupano spazi, uno dei problemi è questo». Quello di non saper usare il congiuntivo.
«Perchè so fare bene questo lavoro, credo dibattito (che viene definito “lite” o “polemica” per sminuire) e sono donna». Dall’accento grave di «perchè», anziché acuto, non saremmo così sicuri che lo sappia fare bene. E la prosecuzione strampalata della frase ce lo conferma.
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Marco Carta in un articolo della Repubblica su Tor Bella Monaca: «È anche per questo che crackomani da tutta Roma inondano la zona a tutte le ore del giorno e della notte. “Vedi delle scene che sembra di essere ritornati agli anni ’80 – racconta una donna a spasso con la nipotina – la gente che penzola in mezzo alla strada”». Sconvolgente. Si tratterà di gente che è stata impiccata?
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Altra prova del conflitto permanente con le virgole nell’editoriale di prima pagina del direttore della Verità, Maurizio Belpietro: «Se si è clandestini, senza fissa dimora, e, magari si è già avuto un decreto di espulsione, invece no, si può acquistare ciò che si vuole». Non si comprende a che cosa serva la virgola posta dopo la «e».
LA VERITA - LA RAGNATELA TESSE TRAME
Nel periodo seguente si legge: «Insomma, a me pare che a forza di difendere ladri e migranti che non hanno titolo per restare nel nostro Paese, si creino sì cittadini di serie A e altri di serie B, ma questi non sono coloro che rubano e vivono ai margini, bensì gli italiani che rispettano la legge». «Questi» chi? I cittadini di serie A o di serie B? Se Belpietro voleva riferirsi ai secondi, come par di capire, avrebbe fatto meglio a scrivere «quest’ultimi».
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Dalla rubrica Prima pagina di Anteprima: «Giovanni Toti ha iniziato ieri mattina i lavori socialmente utili. Ha scontrato le prime 8 ore delle 1.620 patteggiate». Sarà rimasto ferito nello scontro?
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Sotto il titolo «Perché non doniamo più il sangue? Si è inceppata la staffetta generazionale», Stefano Rodi riferisce sul settimanale 7: «I 1.870 pazienti che vengono trasfusi ogni giorno in Italia in un anno hanno bisogno di ricevere un fiume di 600 mila litri di globuli rossi e 1.100 mila litri di plasma». Ogni giorno o in un anno? E che significa «1.100 mila»? Più avanti Rodi parla di «Giorgio Moscatelli, cesellatore cresciuto in orfanatrofio». Più che la staffetta generazionale, si è inceppata la calcolatrice. Insieme con il vocabolario.
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Dal sito della Stampa: «La tennista Emma Raducanu ha interrotto il match l’aveva importunata contro Karolina Muchové ed è scoppiata a piangere dopo aver visto tra le prime file del pubblico un uomo che il giorno prima». Premio Ostrogoto 2025.
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Sul sito del Giornale, Francesca Galici parla delle violenze di Capodanno perpetrate a Milano contro le donne secondo il rituale islamico chiamato taharrush gamea e se la prende con il cantautore Roberto Vecchioni: «Si spinge ad azzardare anche dei paragoni molto arditi: le canzoni di Fabrizio De Andrè e di Vasco Rossi.
roberto vecchioni piange per le manganellate ai ragazzi a pisa 3
Ha paragonato dei poeti in musica ai rapper di oggi per ricordare che “anche loro erano ‘contro’, mazza se erano ‘contro’, però non hanno mai parlato di violenze o cose simili”. Poi ha citato “Pensiero stupendo”, scritta da Vasco Rossi per Patti Pravo: “La cambio io la vita che non ce la fa a cambiare me”».
A prescindere dalle grafie sbagliate (si scrive De André, con l’accento acuto, e Patty, con la y), il testo citato non si riferisce alla canzone Pensiero stupendo bensì al brano E dimmi che non vuoi morire. Avrà sbagliato Vecchioni o ha riportato male Galici? Non trattandosi di una campionessa della precisione, ogni supposizione è lecita.
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«Reader investito muore all’arrivo in ospedale», recita un titolo sulla prima pagina della cronaca di Milano del Corriere della Sera. Poi non lamentiamoci se i readers (lettori) sono in costante diminuzione. (I fattorini che effettuano in bicicletta consegne a domicilio si chiamano riders, in italiano rider anche al plurale).
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Titolo dalla Verità: «Come la ragnatela di Soros tesse trame pure in Italia». Ragnatela è un composto di ragno e tela. La trama è il complesso dei fili che nel tessuto che s’intrecciano con l’ordito durante la tessitura. Finora non si era mai vista una tela che tesse una tela.