CHE FA LORENZETTO DI NOTTE? LE PULCI AI GIORNALI – TITOLO DALLA “REPUBBLICA”: “BIMBO FA CADERE ‘L’AMICO CHE POI SI OPERA’/ GENITORI CONDANNATI: NON HANNO EDUCATO". PER I BAMBINI “L’ALLEGRO CHIRURGO” NON È PIÙ SOLO UN GIOCO: ADESSO SI OPERANO PERFINO DA SOLI – “LEGGO”: “NELLA NOTTE TRA ‘SABATO 28 E DOMENICA 30’ DICEMBRE, IPPOLITI È STATO VITTIMA DI UN EPISODIO DI VIOLENZA STRADALE NEL CENTRO STORICO DI ROMA”. UNA NOTTE CHE NON FINIVA MAI…
“Pulci di notte” di Stefano Lorenzetto da “Anteprima. La spremuta dei giornali di Giorgio Dell’Arti” e pubblicato da “Italia Oggi”
(http://www.stefanolorenzetto.it/pulci.htm)
repubblica - via dei geroglifici al posto di via dei georgofili
G.F. sulla Repubblica si occupa dell’intervista che «Salvatore Baiardo, il gelataio amico dei mafiosi», rilasciò in tv a Massimo Giletti: «Una storia che ieri ha ricostruito Report su Rai 3 in un lungo e dettagliato servizio di Paolo Mondani, nel quale si rivelano alcuni documenti esclusivi dell’inchiesta della procura di Firenze sui via dei Geroglifici a Firenze». Ma quali Geroglifici d’Egitto! Si trattava di via dei Georgofili. Questi parlano arabo.
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Titolo dalla Repubblica: «Bimbo fa cadere l’amico che poi si opera / genitori condannati: non hanno educato». Per i bambini «L’allegro chirurgo» non è più solo un gioco: adesso si operano perfino da soli.
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«Il Papa fa arrestare i clandestini», titola a tutta pagina, in prima, La Verità. Nell’editoriale sottostante, il direttore Maurizio Belpietro commenta le nuove pene da poco in vigore nella Città del Vaticano «per chi entra illegalmente nel piccolo Stato: reclusione fino a 4 anni e multa fino a 25.000 euro», come si legge nel sottotitolo, e precisa che la sanzione pecuniaria «può andare da 10 a 25.000 euro».
Aggiungendo: «Se poi qualcuno s’azzarda a sorvolare il territorio della città del Vaticano senza autorizzazione, è passibile di condanna da sei mesi a tre anni e di una multa da 10 a 25.000 euro».
A parte la Città che da maiuscola diventa minuscola, ci pare che l’ammenda di 10 euro in entrambi i casi sia più che accettabile, considerato che quella minima per divieto di sosta dell’auto è fissata dal codice della strada a 87 euro, cioè quasi 9 volte di più. Più avanti Belpietro cita «il cardinale Giovanni Angelo Becciu, che in poco tempo è passato dall’altare della Prefettura per la congregazione delle cause dei santi a una condanna».
Ignoriamo di quale specifico altare disponga l’organismo della curia romana, ma sappiamo per certo che dal 1588 tale organismo non si è mai chiamato «prefettura» e che dal 2022 la sua denominazione è Dicastero per le cause dei santi. Il termine usato dal direttore della Verità si riferisce ad altri uffici della Santa Sede, come per esempio la Prefettura della Casa pontificia.
LA REPUBBLICA - BIMBO SI OPERA DA SOLO
Belpietro fa l’en plein con questo passaggio riferito a Francesco: «“Alle serrature della paura e del rifiuto”, ha detto il giorno della Befana, “si preferiscano gli spazi aperti dell’incontro, dell’integrazione e della condivisione”».
Segnaliamo al direttore del giornale che nella testata reca la domanda «Quid est veritas?», tratta dal Vangelo di Giovanni, che per il Papa e per la Chiesa «il giorno della Befana» si chiama Epifania.
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GIORGIA MELONI ALLA FIERA DEL TARTUFO DI ACQUALAGNA
Su Robinson, supplemento della Repubblica, Antonio Gnoli intervista Sergio Cauda, 74 anni, ex batterista in alcuni gruppi musicali, oggi cercatore di tartufi. «Se ne trovano sempre meno», osserva Gnoli, che mette in bocca a Cauda la seguente risposta: «La produzione nel tempo si è fortemente dimezzata». Non ci sono più le metà di una volta.
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Dal Corriere della Sera: «Un lutto in famiglia per il premier britannico Keir Starmer, proprio nei giorni delle festività di Natale. È scomparso a 60 anni il fratello minore del primo ministro laburista, Nick, che era da tempo malato di cancro.
L’annuncio è stato dato da Downing Street mentre Starmer ha ricordato in una nota il fratello scomparso come “un uomo meraviglioso”, in grado di “affrontare tutte le sfide che la vita gli aveva lanciato con coraggio e buon umore”». Davvero cinica questa vita che lancia sfide con coraggio e buon umore al solo scopo di condurti alla morte.
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Roberto Da Rin sul Sole 24 Ore parla del Canale di Panamá («dall’istmo transita il 5% del commercio mondiale e il 40% dei container Usa», specifica il sommario, che usa un verbo al singolare benché i soggetti siano due): «Più specificatamente la Repubblica di Panama nasce da un contenzioso economico scaturito tra gli Stati Uniti e la Colombia, nazione che possedeva i territori panamensi prima del 1903.
In seguito al desiderio del presidente statunitense Franklin Delano Roosevelt di aprire un canale che collegasse l’Atlantico al Pacifico, e in seguito al rifiuto da parte della Colombia di concedere la gestione dell’istmo a un consorzio nordamericano, gli Stati Uniti inviarono nel territorio panamense la nave da guerra Nashville, che conquistò facilmente il territorio». Da Rin ha preso un granchio. A volere la costruzione del canale, fra il 1904 e il 1914, fu il presidente Theodore Roosevelt (1858-1919), e non suo cugino Franklin Delano Roosevelt (1882-1945), che venne eletto solo nel 1932.
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In conflitto permanente con le virgole, Maurizio Belpietro, direttore della Verità, osserva nel suo editoriale di prima pagina: «Aver impedito le elezioni, imponendo governi non scelti dagli italiani ha prodotto una sfiducia nei confronti dei partiti tradizionali e una gran voglia di cambiare».
LEGGO - NOTTE FRA SABATO 28 E DOMENICA 30
La virgola separa il soggetto logico («aver impedito le elezioni») dal predicato verbale («ha prodotto»). Si sarebbe potuto ovviare all’errore racchiudendo la subordinata («imponendo governi non scelti dagli italiani») fra due virgole. Nello stesso articolo, Belpietro inciampa ancora una volta nel francese, scrivendo «storia della Republique», anziché «République».
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Da Leggo: «Una serata che avrebbe dovuto essere tranquilla si è trasformata in un incubo per Gianni Ippoliti, celebre conduttore e autore televisivo. Nella notte tra sabato 28 e domenica 30 dicembre, Ippoliti è stato vittima di un episodio di violenza stradale nel centro storico di Roma». Una notte che non finiva mai.
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Gianluigi Nuzzi in un articolo sulla Stampa, riferendosi all’uccisione di Simonetta Cesaroni, avvenuta nel 1990, colloca il celebre delitto tuttora irrisolto nella «palazzina B al civico 2 di via Poma, nel quartiere Prati di Roma». Ma incorre in due errori: l’ufficio dove lavorava e venne trucidata la donna era nella scala B del complesso di via Poma 2, mentre la breve strada, poco distante da piazza Mazzini, si trova nel quartiere della Vittoria, non Prati.