
"LETIZIA PROVEREBBE SOLO DISGUSTO PER QUESTA ITALIA. SAPEVA CHE LA DESTRA SAREBBE ARRIVATA AL GOVERNO ED ERA SCONCERTATA DALLA MEDIOCRITÀ DELLA SINISTRA" - FRANCO MARESCO, INTERVISTATO DA MARCO GIUSTI, RICORDA LETIZIA BATTAGLIA E LE DEDICA UNA SERATA AL REAL TEATRO SANTA CECILIA DI PALERMO: "L'IRONIA DI LETIZIA E IL SUO IMPEGNO CRITICO SOPRAVVIVONO ORMAI NEL RICORDO DI CHI L'HA CONOSCIUTA MENTRE PALERMO LA STA DIMENTICANDO. PALERMO NON HA AVUTO NÉ INTELLETTUALI NÉ ARTISTI VERAMENTE CAPACI DI INFLUIRE POSITIVAMENTE SULLA REALTÀ, DI CAMBIARLA, COME LETIZIA…"
Marco Giusti per Dagospia
RICORDANDO LETIZIA - MUSICA E IMMAGINI PER I 90 ANNI DI LETIZIA BATTAGLIA
A 90 anni dalla nascita di Letizia Battaglia, la grande fotografa scomparsa ormai tre anni fa, domani nella Palermo che lei ha così amato, Franco Maresco, suo amico del cuore, le dedica una serata. Affettuosa, polemica e combattiva. “Ricordando Letizia. Musica e immagini per i 90 anni di letizia Battaglia”, Real Teatro di Santa Cecilia, alle 21, 15, a cura di Maresco e Claudia Uzzo per l’associazione Lumpen.
“Un ricordo non edulcorato, non cartolinesco di Letizia”, ci dice lo stesso Maresco, che, con l’aiuto di musicisti e attori, mostrerà video, interviste, presenterà letture scelte degli scritti di Letizia, musiche. “Si sentiranno i suoi pensieri sulla cattiveria, sull’indifferenza di Palermo. Sulla delusione che ha provato negli anni per questa città”. Una delusione che, come hanno raccontato le recenti cronache di Salvo Palazzolo per “Repubblica”, non si può certo placare nemmeno dopo la sua morte col problema dell’eredità fotografica di Letizia Battaglia e della antipatica divisione tra le tre figlie, Shoba, Cinzia e Patrizia.
franco maresco letizia battaglia
Anche se, per precisa volontà di Letizia, il suo archivio è ora nelle mani dei due nipoti, Matteo e Marta Sollima, figli di Patrizia. Nel corso della serata Maresco metterà a confronto le idee di Letizia con quelle di un'altra voce così importante della città da tempo scomparsa, quella del drammaturgo Franco Scaldati. “Due sguardi totalmente diversi, lei signora borghese alle prese con la Palermo degli anni ’70, lui di estrazione popolare, che si è inventato una lingua, un nuovo palermitano”.
Ma un certo punto la ricerca teatrale di Scaldati e la documentazione fotografica di Letizia si incontrano. Nella tensione di quegli anni in una città che dava ancora segni di suggestione. “E’ il mio modo di dire, di spiegare come Palermo ha visto frantumarsi la sua identità”, spiega Maresco. “Diventare una città che non ha più intellettuali, quindi incapace di produrre idee per cambiare. Una città che sembra andare in una direzione totalmente diversa da quella era in fondo la speranza di Letizia”.
Come avrebbe visto Letizia la situazione attuale italiana?
franco maresco letizia battaglia
Letizia è morta nell'aprile del 2022, non dieci o vent'anni fa. Questo vuol dire che ha fatto in tempo a vedere l'abisso in cui stavamo precipitando non solo noi italiani, ma il mondo intero. Sapeva benissimo che la Destra sarebbe arrivata al governo di lì a pochi mesi ed era sconcertata dalla mediocrità della Sinistra, che lei definiva "imbelle e incapace".
Purtroppo ha fatto in tempo a vedere anche l'invasione dell'Ucraina e il ritorno della guerra in Europa e questo l'ha fatta molto soffrire, sebbene ne parlasse meno di quanto io mi aspettassi. Per rispondere alla tua domanda, credo che oggi di fronte a questa Italia proverebbe solo disgusto.
Si sente ancora a Palermo l'occhio critico, ironico, ma anche positivo di Letizia?
Sono anni che vivo appartato, Palermo la vedo da lontano o durante qualche passeggiata notturna, ma ne so quanto basta per dirti che è una città finita, senza nessuna identità, indifferente e sempre più imbarbarita. Credo che sia così ovunque, Palermo però si distingue anche in questo disfacimento generale. Forse oggi è meno violenta rispetto a città come Roma e Napoli, ma mantiene nel tempo quel senso di fatalismo "gattopardesco" che ci rende così unici e diversi nel mondo intero (ride).
No, l'ironia di Letizia e il suo impegno critico sopravvivono ormai nel ricordo di chi l'ha conosciuta ed è stato suo amico, per il resto la città la sta dimenticando anche sul piamo politico-istituzionale. Per rendersene conto basta andare ai Cantieri culturali della Zisa e vedere ciò che rimane del suo Centro Internazionale di Fotografia, la cosa a cui negli ultimi anni teneva di più. C'erano voluti cinque anni perché l'allora sindaco Orlando glielo affidasse tra mille difficoltà, e solo un paio di anni per farne, con l'attuale amministrazione comunale, un luogo senza identità e progettualità, aperto a chiunque senza un minimo di criterio selettivo.
Pensa che una delle prime mostre volute da Letizia in questo spazio è stata una collettiva di fotografi del quotidiano L'Ora che comprendeva, tra gli altri, nomi come Franco Zecchin, Santi Caleca e Nicola Scafidi, una esposizione permanente per ricordare a tutti quale tragedia è stata la storia di Palermo negli ultimi cinquant'anni. Era dunque prevedibile che i fotografi di questa mostra si riprendessero le loro foto in segno di protesta. Ma era altrettanto prevedibile che Palermo con i suoi intellettuali artisti e semplici cittadini non dicesse una parola? Io non avevo dubbi.
Vedi una Palermo peggiorata rispetto a qualche anno fa. Perché questo degrado, a cosa si deve?
Palermo è peggiorata insieme al resto del pianeta e penso che ciò sia dovuto anche alle trasformazioni tecnologiche in atto sempre più veloci e potenti. Ma anche qui va fatto un ragionamento che deve tenere conto del nostro passato, della nostra storia millenaria. Leonardo Sciascia molti anni fa disse una cosa che a mio avviso sintetizza efficacemente i motivi delle nostre sventure: "Il dramma dei siciliani sta nel fatto che essi non hanno mai creduto che le idee possano cambiare il mondo".
Questo spiega, almeno in parte, le nostre sciagure. L'intellettuale siciliano è sempre stato individualista ed egocentrico, raramente altruista e dedito al miglioramento della società. Una volta Gesualdo Bufalino mi disse che tale comportamento era dovuto alla nostra condizione di "insularità", ma chissà se questo è vero o è solo letteratura. Per quello che riguarda la mia esperienza diretta, posso dirti che Palermo non ha avuto né intellettuali né artisti veramente capaci di influire positivamente sulla realtà, di cambiarla. Credo per vigliaccheria, mediocrità e patetico narcisismo, nonché una atavica predisposizione al leccaculismo del potente del giorno.
Con pochissime eccezioni che comprendono un grande poeta come Franco Scaldati e la stessa Letizia. Detto questo, rimane il fatto che in generale i palermitani siano pessimi, da ogni punto di vista. Io chiedevo spesso a Letizia: ma come fai ancora ad amare una città che dopo le stragi del '92 ha portato in trionfo Berlusconi? Lei mi guardava triste e poi irritata mi rispondeva: io non sono come te che sei un nichilista, io non posso arrendermi!
Letizia ha creduto alla politica e all'impegno sociale. Pensi che sia stato tutto inutile?
Letizia ha fatto anche politica, ma non credo che sarà ricordata per questo. Era troppo ingenua e pura per sopravvivere in mezzo agli sciacalli che controllavano la politica di quegli anni, le poche eccezioni che c'erano non influivano su niente. Di Letizia rimarrà, invece, la sua arte fotografica e il suo generosissimo impegno civile, e io spero che il suo esempio sia raccolto da qualcuno. Ma non ti nascondo che in me il pessimismo della ragione prevale sull'ottimismo della volontà. E questo farebbe incazzare Letizia come una bestia (ride).
Esistono personaggi nuovi a Palermo paragonabili a Letizia?
Nessuno.
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