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ALTRO CHE "CATTIVO DI HOLLYWOOD": GENE HACKMAN ERA UN PACIFISTA MILITANTE E DOVETTE SUBIRE UN ATTACCO DA PARTE DI NIXON CHE LO RIMPROVERAVA PERCHÉ, DA EX-MARINE, SI ERA DICHIARATO CONTRARIO ALL'INTERVENTO AMERICANO IN VIETNAM – I NO A SPIELBERG PER “INCONTRI RAVVICINATI DEL TERZO TIPO” E A FORMAN CHE VOLEVA FOSSE LUI, E NON JACK NICHOLSON, A INTERPRETARE “QUALCUNO VOLÒ SUL NIDO DEL CUCULO” – IL RUOLO IN FRANKESTEIN JUNIOR E LA CONFESSIONE AL REGISTA WILLIAM FRIEDKIN: “NON SONO NEMMENO SICURO CHE..." - VIDEO
Fulvia Caprara per “la Stampa” - Estratti
Una sfida da vivere con passione, a tratti anche con rabbia, senza mai dare niente per scontato. Il cinema gli aveva dato molto, ma in cambio aveva chiesto tanto, forse troppo, e allora Gene Hackman, sui set, con gli autori che lo hanno diretto, portava anche quel pizzico di risentimento, quella sensazione di dare il massimo per qualcosa che, poi, non lo avrebbe del tutto ricambiato:
«Non sono nemmeno sicuro che mi piaccia fare l'attore - aveva confessato al regista William Friedkin durante la lavorazione del Braccio violento della legge - . Non ho mai pensato che sia un vero mestiere». Un attimo di insofferenza, che faceva affiorare un atteggiamento di fondo: «Sono stato educato ad essere un attore - aveva dichiarato una volta -, non una star. Ho imparato a interpretare ruoli, non a vedermela con la fama, con gli agenti, con gli avvocati e con i giornalisti».
C'era anche stata, in seguito, quando ormai era diventato divo prediletto dalle platee del mondo, la consapevolezza di non somigliare al modello vincente dell'attore hollywoodiano di successo: «Guardarmi sullo schermo - confessava - mi costa davvero molto dal punto di vista emotivo. Penso a me stesso e mi sento abbastanza giovane, poi mi vedo nei film e sono un vecchio stempiato, con gli occhi stanchi e segnati».
Prima ancora, Hackman era stato convinto che la bellezza dovesse essere una caratteristica irrinunciabile per chi avesse scelto la recitazione: «È un'idea che mi sono messo in testa dal periodo in cui il mio idolo era Errol Flynn. Poi, una volta, mi sono guardato in uno specchio e sono rimasto sorpreso, non somigliavo affatto a Flynn, anche se ero convinto di esserlo».
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IL CATTIVO CHE DISSE NO A SPIELBERG E FORMAN
Stefano Della Casa per “la Stampa” - Estratti
Essere luciferini ma col cuore d'oro è quasi una costante della storia del cinema, se pensiamo che Boris Karloff (il volto horror più famoso degli anni Trenta) scriveva favole per bambini e che Christopher Lee (il Dracula inglese, l'avversario di James Bond) destinava in beneficenza il 10% dei suoi guadagni.
Quindi non è certo una sorpresa scoprire che Gene Hackman, il tremendo Lex Luthor persecutore di Superman, il presidente stupratore e assassino di Potere assoluto, il poliziotto survoltato di Il braccio violento della legge era un animalista convinto, un pacifista militante, uno che aveva dovuto subire un attacco personale da parte di Richard Nixon che lo rimproverava perché da ex-marine si era dichiarato contrario all'intervento americano in Vietnam: quando seppe del disappunto del presidente, si limitò a scrollare le spalle.
E non è nemmeno una sorpresa scoprire che tutti registi più interessanti della Hollywood anni Settanta avevano per lui un'enorme ammirazione, dal già citato Eastwood a Bill Friedkin a Francis Ford Coppola, che pensò a lui per La conversazione, il suo film più personale e più profondo.
Per non parlare di quelli che deluse, da Spielberg che lo voleva protagonista di Incontri ravvicinati del terzo tipo a Forman che voleva fosse lui, e non Jack Nicholson, a interpretare Qualcuno volò sul nido del cuculo.
(...) Lo stesso humour che lo ha spinto a interpretare il monaco cieco che, in uno slancio di altruismo, offre un piatto di fumante minestra al mostro di Frankenstein che si aggira comicamente nel capolavoro di Mel Brooks Frankenstein Junior. Non tutti avrebbero accettato quel ruolo, Hackman non ebbe esitazioni. Pare che le cose siano andate così: Mel Brooks gli telefona dicendogli che nel suo film c'è un eremita cieco che combina disastri, e Hackman gli risponde: «Ho appena fatto fuori un po' di gente al porto di Marsiglia, non vedo l'ora di riscattarmi». Questo era Gene Hackman: cattivo sullo schermo, tutt'altro nella vita di ogni giorno.
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Gene Hackman frankenstein jr.