A ROTA LIBERA - IL LIBRO "NINO ROTA. STORIA DEL MAGO DOPPIO E DELLA FATA GIGLIA", RIPERCORRE LE TAPPE DELLA VITA DEL GRANDE COMPOSITORE, SCOMPARSO NEL 1979, CHE È CONSIDERATO IL PIÙ POPOLARE E CREATIVO AUTORE DI COLONNE SONORE DI FILM DEL SECOLO 8MA IL TEMA DEL "PADRINO" E' SCOPIAZZATO DALL'OVERTURE DELLA "FORZA DEL DESTINO" DI VERDI - L'INFANZIA DA "ENFANT PRODIGE", IL CONCERTO A 11 ANNI ALL'ISTITUTO DEI CIECHI DI MILANO, L'AMICIZIA CON FELLINI, L'OSCAR COME "RISARCIMENTO" E LA "SCOPERTA" DI RICCARDO MUTI... - VIDEO
Estratto dell'articolo di Andrea Frateff-Gianni per “il Messaggero”
Nino Rota. Storia del mago Doppio e della fata Giglia
È stata una vita rock quella di Nino Rota. L'uomo invisibile. […] "Il nuovo Mozart" come lo ribattezzò la stampa. L'inventore delle musiche per i film più iconici della sua epoca che fu anche talent scout, scoprendo un giovane di nome Riccardo Muti.
A «l'amico magico», come lo chiamava Fellini, è dedicata una monumentale biografia, appena pubblicata da Feltrinelli, scritta dal musicologo e curatore di programmi per la radio della Svizzera Italiana, Francesco Lombardi. È intitolata Nino Rota. Storia del mago Doppio e della fata Giglia. […]
Peppe Servillo, fratello dell'attore Toni, animatore di mille progetti musicali, che con gli Avion Travel nel 2009 a Rota dedicò un disco intitolato proprio L'amico magico, racconta: […] «Sicuramente la grandezza di Rota risiede nel fatto che fu produttore di qualsiasi genere musicale. Scrisse musica sacra, opere, sinfonie, quartetti e canzoni. Oltre ovviamente al lavoro delle colonne sonore, realizzate anche per la televisione, come ad esempio per Il giornalino di Gian Burrasca di Lina Wertmüller».
L'ANEDDOTO
Tutti infatti sanno che compose le musiche per Il Gattopardo o Il Padrino ma non che fu allievo di Pizzetti e che lo stesso Toscanini lo incoraggiò a recarsi negli Stati Uniti, attivandosi personalmente per fargli ottenere l'accesso al Curtis Institute of Music, prestigiosissima scuola di musica di Philadelphia.
Per capire la portata della sua statura basterebbe questo aneddoto, inserito da Lombardi nelle prime pagine del libro. Ci troviamo nella Sala Barozzi dell'Istituto dei Ciechi di Milano e tutti i presenti lo stanno applaudendo calorosamente dopo aver ascoltato L'infanzia di San Giovanni Battista, da lui composta e diretta: "Siamo nel 1923 e il New York Times pubblica tra le sue pagine la foto di un bambino di undici anni che, con i calzoni corti, ringrazia dal podio il pubblico, attorniato da una moltitudine di musicisti adulti".
[…] Rota in ogni sua composizione mirava a trasmettere emozioni e sentimenti, non temendo di essere melodico e orecchiabile. «Per quanto ci si affanni ad abbattere gli steccati e le varie divisioni tra musica alta e musica bassa, lavorare sul linguaggio musicale a tutto tondo ancora oggi risulta essere particolarmente difficile. Rota ci riuscì in un'epoca in cui era praticamente impossibile. E lo fece conservando sempre la stessa cifra musicale», aggiunge Servillo.
Eppure la critica arricciava il naso, non riuscendo a perdonargli fino in fondo l'amore per il cinema. […] «Oggi la musica nei film viene spesso usata come accompagnamento. Viene utilizzata in maniera strumentale, a volte anche come richiamo per il pubblico giovanile. Nel caso di Rota, come è stato anche per Morricone o per altri compositori come Piero Umiliani o Riz Ortolani, il linguaggio musicale era intrecciato con la narrazione cinematografica e con l'immagine. Non era un semplice commento, costruiva il cinema stesso», spiega Servillo.
Esempio che nella carriera di Rota si manifestò soprattutto nell'incontro con Fellini, che lo definiva «il personaggio in più» dei propri film, con cui collaborò a lungo e di cui rimangono una serie di colonne sonore consegnate alla storia tra cui spiccano titoli come Otto e mezzo, I Vitelloni, La dolce vita e La strada.
[…] «Tutti volevano Rota», conclude Servillo, «basti pensare che anche un'istituzione come quella degli Oscar si è inchinata a questo artista. Non potendo premiarlo la prima volta per il regolamento gli ha consegnato l'Oscar la seconda volta, come risarcimento». Rota sarà infatti il primo musicista italiano a vincere il Premio nel 1975 per la migliore colonna sonora originale drammatica nel film Il Padrino - Parte II, prendendosi una rivincita storica sull'Academy che lo aveva premiato per un film dove compariva anche il tema musicale per il quale lo avevano costretto a ritirarsi due anni prima. […]
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