“IL PRIMO NUDO CON ANTONIONI FU CATASTROFICO, CON SORRENTINO È ANDATA MEGLIO, AVEVO PIÙ CONSAPEVOLEZZA E UN DISTACCO DIVERSO” - LUISA RANIERI SENZA VELI: "HO SUPERATO I 50 SENZA PENSARCI. MANGIO BENE, NON PRENDO SOLE DA 20 ANNI E MI ALLENO. FACCIO UN MESTIERE CHE HA A CHE FARE CON L’IMMAGINE. FACCIO ORDINARIA MANUTENZIONE DI PELLE SENZA ESSERE “INVASIVA” SUL VISO. SE MI TROVO UNA RUGA NON È UNA COSA CHE ME FA IMPAZZÌ. LA TOLLERO…”
Enrico Caiano per corriere.it -Estratti
Ha cominciato a 27 anni lamentandosi del caldo in tv. Sdraiata a letto su un fianco, in sottoveste di pizzo nero, nel 2001 entrava dal piccolo schermo nelle case bollenti degli italiani per pubblicizzare una bevanda tipicamente estiva. Con quella frase da subito tormentone, napoletaneggiante, come lei che è del Vomero, quartiere partenopeo alto: «Anto’, fa caldo».
Un intrigante “vedo-non-vedo” che diventa presto “vedo tutto”, sul grande schermo. Il nudo integrale di Luisa Ranieri, attrice trentenne al suo secondo film al cinema, però, è d’autore. Nientemeno che per Michelangelo Antonioni, regista dell’episodio Il pericoloso filo delle cose del film a più mani Eros, del 2004 (non ne ha un bel ricordo, era troppo giovane e ha detto che «fu catastrofico»). E sempre d’autore è stato anche il secondo nudo integrale, quello della zia Patrizia di È stata la mano di Dio di Paolo Sorrentino. Ad anni 47 («È andata meglio, avevo più consapevolezza e un distacco diverso», ha rivelato).
In mezzo, tanti ruoli non solo di fantasia. In tv è stata mamma Assunta della santa bambina Maria Goretti; e se presto in quel ruolo avremo in mente Angelina Jolie, Ranieri è stata la soprano Maria Callas prima di lei, nella serie Callas e Onassis del 2005; o la stilista e inventrice dei Baci Perugina Luisa Spagnoli in quella omonima del 2016. Fino ad oggi. Che se state a casa davanti alla tv la trovate bella energica nei panni della vice questora Lolita Lobosco, tutta presa a risolvere, un episodio via l’altro, i più intricati casi di cronaca nera.
E che se invece uscite per andare al cinema la trovate, con altre 14 colleghe, in Diamanti, l’ultimo film di Ferzan Ozpetek.
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Il “lavoro” di mamma spinge energicamente Luisa Ranieri dentro la realtà. Di suo, lei ci starebbe anche meno. Il rapporto col tempo che passa è quello di «una fatalista, che pensa all’essere umano non come a un prodotto, quindi con una sua data di scadenza. La vita rotola e va presa per quella che è. Confesso di avere una scarsa percezione del tempo e ammetto che possa sembrare strano per un’attrice, di essere un po’ naïf in questo».
Attenzione, però: «Il mio timore di invecchiare», precisa Luisa, «come credo quello di tutte le donne, è legato al fatto che viviamo in una società schizofrenica. Se ti scoprono una ruga sul volto ti attaccano alla giugulare... d’altra parte se non te ne vedono ti attaccano lo stesso alla giugulare: chissà che cosa hai fatto per non avere rughe!».
Luisa la naïf naturalmente non è una che si lascia andare: «Certo che mi tengo, che sto attenta a mangiare bene: faccio un mestiere che ha a che fare con l’immagine! Tuttavia l’atteggiamento mio è piuttosto rilassato: penso che siamo nati per crescere, vivere, fare esperienze e invecchiare. Ma non è affatto detto che la vecchiaia sia una cosa negativa, è anche saggezza. Io cerco di concentrarmi sulle cose importanti e sono sempre gli altri a farmi notare il tempo che passa. Di mio, un po’ me ne frego».
Eppure la riflessione ricorrente che si fa, quando si pensa a Luisa Ranieri, è quella su un esempio di “donna che non invecchia”: «Sono una persona che ha sempre prestato grande attenzione all’alimentazione, faccio alimentazione funzionale da molti anni. Il mio obiettivo però non è evitare l’invecchiamento, ma lo star bene, la salute. Ho fatto addirittura un cartone animato su questo. Penso che mangiare bene sia una delle prime cose da fare per la prevenzione delle malattie in generale. Ma gli anni me li porto con tranquillità: faccio ordinaria manutenzione di pelle senza essere “invasiva” sul viso. Se mi trovo una ruga non è una cosa che me fa impazzì. La tollero».
luca zingaretti e luisa ranieri
L’alimentazione funzionale è un approccio scientifico alla nutrizione. Si privilegia il cibo, e quindi le molecole, che fanno lavorare al meglio il nostro “motore”. Seguendo cioè le proprie caratteristiche biotipiche genetiche, che vuol dire stare in linea con il proprio Dna.
Eppure c’è chi giura addirittura che Luisa venga studiata dai medici per il suo particolare apparato genetico destinato alla longevità. «Questa poi...», risponde con una sonora risata, «è una vera stupidaggine. È la prima volta che la sento, però ho dei sospetti: tutto dipende dalle lodi avute per la mia forma fisica quando scesi la scalinata del palco di Sanremo a 49 anni. Semplicemente come ho detto sono una che mangia bene, che non prende sole da 20 anni, che si allena con costanza». Ora però gli anni sono 51 e viene naturale chiedere come è stato superare la soglia dei 50. Ecco, ci risiamo: «Non avevo neanche realizzato che stavo per compiere i 50!», e giù un’altra risata franca. «Me l’hanno fatto notare e abbiamo festeggiato. In casa, come sempre».
LUISA RANIERI NUDA IN E' STATA LA MANO DI DIO
Siamo di fronte a una persona che magari arriverà a tagliare il traguardo di berlusconiana reminiscenza dei 120 anni, ma certo non ci pensa. «Proprio così. Molto dipende dalla qualità della vita che hai.
Se devo arrivarci non essendo autonoma e pesando sulle mie figlie, beh allora preferisco morire prima e lasciarle libere. Un po’ mi inquieterebbe arrivare a quell’eta. Se ce la fai in modo naturale, con uno stile di vita sano, come quelli che vivono nelle “zone blu” e diventano centenari perché mangiano in un certo modo, allora sì. Ma provare scientificamente a diventare highlander, anche no».
luisa ranieri nuda è stata la mano di dio
Cavia scientifica per i suoi geni no, ma interessata a vivere in modo sano, sì: «Tutto quello che riguarda l’alimentazione mi interessa, è vero. Provo anche a influenzare marito e figlie, pur dovendo fare i conti con una società che va da un’altra parte. Intanto le ragazze mangiano quasi tutto e questo mi rende felice. Tutte cose naturali, dalle verdure al pesce, che di solito i ragazzi non toccano.
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Ovviamente quando vogliono mangiare “schifezze”... ogni tanto cedo. Pensando che hanno conosciuto il vivere bene mangiando bene e prima o poi torneranno all’origine. Giusto mandarle a sperimentare altro per farle tornare indietro. Non amo le costrizioni: io ti do gli elementi per poter giudicare, poi ti lascio andare per darti la possibilità di tornare. Il guinzaglio lo lascio lungo. Altrimenti rischio di ottenere il contrario, il rifiuto totale. Faccio grande fatica, specie con la più piccola. Ma ripeto: ci provo».
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