“A MATTEO SALVINI AUGURIAMO DI NON RIUSCIRE A TORNARE MINISTRO DEGLI INTERNI” – FRANCESCO MERLO FA “GLI SCONGIURI CONTRO IL RIMPASTO-LAMPO” PER EVITARE DI RITROVARSI “SULLA RUSPA IL TRUCE, IL CAPITANO, L’HULK PERSECUTORE DI ZINGARI, SEQUESTRATORE DI IMMIGRATI NERI E BACIATORE DI MADONNINE. GLI AUGURIAMO INVECE DI RISOLVERE LA CRISI CHE PIÙ OFFENDE LA NAZIONE, QUELLA DELLE STAZIONI ASSEDIATE, DEI GUASTI SULLE LINEE, DEI BUS SOSTITUTIVI, DELL’ALTA VELOCITÀ SEMPRE PIÙ LENTA, DELLE LUNGHE SOSTE IN APERTA CAMPAGNA…”
Francesco Merlo per “la Repubblica” - Estratti
Cerchiamo il 2025 nei segni zodiacali e negli oroscopi, nella religione, nel destino, nel ritorno delle cerimonie. E con gli auguri «apriamo il cuore alla speranza» come ha esortato il Papa dopo avere aperto, ma solo nell’impotente finzione del rito, la porta della prigione di Rebibbia che, nella realtà, è la disperazione delle porte chiuse sull’affollamento, sulla violenza dei detenuti contro sé stessi e dei più forti contro i più deboli. Quali auguri si possono fare ai detenuti?
«Qui non ci sono i pesci grossi» ha detto il Papa. «I pesci grossi hanno l’astuzia di rimanere fuori».
Possiamo dunque augurare ai detenuti di diventare astuti pesci grossi e evadere, oppure “contro-augurare” loro di non farcela e dunque di marcire nella prigione dei pesci piccoli, ma senza suicidarsi, per carità, e finire nei diagrammi del Censis. Sono leciti i contro-auguri?
Sicuramente a Matteo Salvini, per esempio, contro-auguriamo di non riuscire a tornare ministro degli Interni, «un’emozione straordinaria – ha detto – che ancora mi porto dentro».
Facciamo gli scongiuri contro il rimpasto-lampo o rimpastino, contro la speranza – papale? – che apre il cuore di Salvini, di una ridistribuzione del potere per rimettere sulla ruspa il Truce, il Capitano, l’Hulk persecutore di zingari, sequestratore di immigrati neri e baciatore di Madonnine.
Gli auguriamo invece di risolvere la crisi che più offende la nazione, quella delle stazioni assediate, dei guasti sulle linee, dei bus sostitutivi, dell’alta velocità sempre più lenta, delle lunghe soste in aperta campagna, la sporcizia e la soppressione dei bagni, le proteste dei passeggeri sfiancati dall’afa e dall’attesa in carrozze surriscaldate senza più l’aria condizionata.
A Mattarella auguriamo di continuare a sorridere, che è stata la novità del Quirinale nel 2024: sorridere ma non cedere, vigilare sempre ma non arrabbiarsi mai. Negli auguri di Capodanno concentriamo le intuizioni e i dettagli che contengono il futuro, e gli scongiuri che lo ribaltano.
A Meloni auguriamo di “convertirsi” all’amnistia dei radicali e ora anche del Papa, a Tajani di liberare Cecilia Sala. Negli auguri e negli scongiuri la fortuna vale più del merito? «Ogni volta che vengo in carcere, la prima domanda che mi faccio è perché loro e non io» ha detto il Papa esemplificando e semplificando le idee di fortuna e di merito. Ecco, se siamo uguali, perché uno diventa papa, quell’altro finisce in carcere e un altro ancora ministro dell’Interno?
Per fortuna o per merito?
Contro-auguriamo una pace giusta per Zelensky e non per Putin, una liberazione di Gaza da Hamas e di Israele da Netanyahu, una pace con due sconfitti, un definitivo fallimento delle deportazioni in Albania. Sono auguri o scongiuri? Ci piace attribuire i successi alla libertà e alla responsabilità, e al contrario le sconfitte alla necessità.
MEME GIORGIA MELONI MATTEO SALVINI
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