
IL NECROLOGIO DEI GIUSTI - DIFFICILE, SCRIVENDO DI NADIA CASSINI, CHE SE NE È ANDATA DOPO LUNGA MALATTIA A 76 ANNI, NON PENSARE A LEI COME BALLERINA SEMPRE IN MOVIMENTO CON QUELLE GAMBE LUNGHISSIME O COME ATTRICE SEXY SIA AL CINEMA CHE IN TV CON QUEL CORPO INCREDIBILE. SEMPRE IRONICA, MAI SERIA O PESANTE, CON QUELL’ACCENTO AMERICANO CHE FACEVA UN PO’ MARILYN UN PO’ MARGARET LEE - DIFFICILE CON QUEL CORPO NON ESSERE SCOSTUMATA NELL'ITALIA CHE DAL BIANCO E NERO DEMOCRISTIANO DI FINE ANNI '70 STAVA PASSANDO AI COLORI DELLE RETI BERLUSCONIANE. FU CON LEI CHE IN TANTI RAGAZZI DEL TEMPO ATTRAVERSAMMO GLI ANNI DI PIOMBO SENZA RENDERCI CONTO DEL TUTTO DI MORTI E TERRORE… - VIDEO: LA STREPITOSA INTERVISTA A "COCKTAIL D'AMORE"
Marco Giusti per Dagospia
Povera Nadia. Così bella, allegra, divertente, piena di vita. Difficile, scrivendo di Nadia Cassini, che se ne è andata dopo lunga malattia a 76 anni, non pensare a lei come ballerina sempre in movimento con quelle gambe lunghissime (“una delle donne con le gambe più lunghe che siano mai apparse sugli schermi”, leggo di lei su un giornale americano del 1973), come attrice sexy sia al cinema che in tv con quel corpo incredibile. Sempre ironica, mai seria o pesante, con quell’accento americano che faceva un po’ Marilyn un po’ Margaret Lee.
Difficile con quel corpo, non essere scostumata nell'Italia che dal bianco e nero democristiano di fine anni '70 stava passando ai colori delle reti berlusconiane. Fu con lei che in tanti ragazzi del tempo attraversammo gli anni di piombo senza renderci conto del tutto di morti e terrore. O forse non volendo rendercene conto fino in fondo. Nata a Woodstock in America nel 1949, con studi da ballerina con Balanchine a New York, fu una presenza scandalosa sia mondo dello spettacolo che nel jet set.
Grazie al matrimonio lampo con Igor Cassini, sposato quando aveva diciassette anni, e lasciato pochi anni dopo per l’attore greco Yorgo Voyagis. Un matrimonio che gli fruttò però un titolo, contessa, e un cognome, il suo vero nome era Gianna Lou Muller, americana di origini tedesche. Ribattezzata Nadia Cassini fa il suo esordio al cinema in un ruolo minore, quello di Carolina, in una commedia all’italiana del 1970, “Il divorzio” di Romolo Guerrieri con Vittorio Gassman, Anna Moffo, Anitra Ekberg.
La notammo certo di più, visto che era protagonista e sempre nuda nel cult movie di Piero Vivarelli dello stesso anno, “Il dio serpente”, dove se la vede direttamente con la sessualità del dio Jamballà. "Avevo detto a Evaristo Marquez, l'attore che doveva fare una scena di sesso con lei”, ricordava Vivarelli, “di comportarsi come se tutto fosse reale. E credo che sia quello che è successo. Inoltre, alla Cassini non importava molto." Non si accorgeva neanche di aver girato tutto il film, o quasi, nuda, ricordava Vivarelli. Il film ha avuto da subito ogni tipo di problemi con la censura, e certo l’idea era quella di smuovere la sessualità repressa degli italiani, maschi e femmine che fossero.
“Il dio serpente”, con la musica sexy di Augusto Martelli la lancia nel cinema italiano quando non ha ancora vent’anni. Il film è confuso, anche per colpa dei tagli di censura, ma lei è una meraviglia. La notammo meno in “Mazzabubù quante corna stanno quaggiù” di Mariano Laurenti, una protocommedia sexy del 1971, dove ha un piccolo ruolo e nel cavernicolo sexy di Bruno Corbucci “Quando gli uomini armarono la clava e con le donne fecero din don”, prodotto da Edmondo amati, dove è la protagonista, Listra alias Lisistrata.
Ma il film che la deve lanciare sul mercato internazionale è “Pulp”, secondo film diretto da Mike Hodges con Michael Caine protagonista dopo il clamoroso “Carter”. Tutto girato a Malta con attori come Mikey Rooney e Lionel Stander. Lei è Liz, una ragazza stupenda che troviamo a fianco di Caine e che le cronache del tempo spingono in ogni modo. Sarà il suo vero esordio, che le frutterà anche una copertina nuda della rivista “Oui”, il Playboy francese.
Ma il film, una totale stravaganza, pur se adorato da scrittori come J.G.Ballard, non funziona come “Carter”, è una parodia di noir non un neo-noir. Troppo in anticipo rispetto a Tarantino e a “Pulp Fiction”. E’ il primo intoppo nella carriera di Nadia, che non sembra però preoccuparsene molto. Lascia per un po’ il cinema e viene scoperta dalla televisione italiana qualche anno dopo.
“Mi vide Tonino Pinto ballare in discoteca e mi portò alla Rai per un provino in uno spettacolo di Montesano”, raccontava la stessa Nadia quando la intervistai per “Cocktail d’amore” ormai vent’anni fa. “Io allora voleva fare l’attrice e non dicevo a nessuno che sapevo cantare e ballare fin da quando ero nata”. La prendono subito per “Quantunque io” nel 1977, anche se sarà protagonista non di tutte le puntate, ma di una sola. Nelle altre troveremo le altre bellissime ragazze del tempo, le reginette della commedia sexy, da Gloria Guida a Sydne Rome.
Per la tv italiana, Rai e Mediaset, la scoperta di Nadia Cassini alla fine degli anni ’70 fu una vera fortuna. Era una show girl completa. Sapeva fare tutto. Mai volgare, canta pezzi audaci come “A chi la do stasera” o “Frittata porno” con Lando Buzzanca in “Settimo anno”, per il quale viene denunciata per oscenità. “Unica colpa di Nadia”, dirà allora Buzzanca, “è quella di essere troppo bella”. La sua sola apparizione smuove come fosse un’erezione il ciuffo dell’Aldo Moro di Montesano in uno sketch incredibile girato poco prima del suo rapimento. Sketch per anni non trasmettibile.
Nadia farà ogni tipo di show, “Il superspia”, “Studio 80”, dove balla col padre, Harrison Muller, “Ci vediamo stasera”. Senza problemi. Contemporaneamente torna al cinema. Se non avrà più occasioni d’oro come “Il dio serpente” o “Pulp”, la troviamo in “Ecco lingua d’argento” di Mauro Ivaldi a fianco di Carmen Villani nel 1976, in “Spogliamoci così, senza pudor” dei fratelli Martino, Luciano produttore e Sergio regista. Nello stracultissimo fantascientifico all’italiana “Star Crash” di Lewis Coates alias Luigi Cozzi come Queen Corelia.
nadia cassini lino banfi l'infermiera nella corsia dei militari
Qualcosa di quel personaggio lo ritroviamo nel divertente episodio comico fantascientifico con Paolo Villaggio in “Io tigro, tu tigri, egli tigra” diretto da Giorgio Capitani e Renato Pozzetto. Il suo episodio è diretto da Capitani. Sembrerebbe più interessata alla tv rispetto al cinema, ma va detto che non trova spazio nelle produzioni maggiori della commedia sexy, quelle cioè prodotte da Luciano Martino. Siamo già agli sgoccioli del genere quando irrompe nella commedia sexy in “L’insegnante balla con tutta la classe” di Giuliano Carnimeo, prodotto da Gianfranco Couyoumdjian.
E’ lì che nasce il culto del sedere di Nadia, visto che i primi piani sono tutti per il suo celebre fondoschiena, strizzata in body attillatissimi. Ma, nella sua nudità, il sedere verrà mostrato, come una reliquia, solo nella geniale sequenza, verso la fine del film, a un Lino Banfi travestito da massaggiatrice. Pur occupando solo la sinistra dello schermo, mentre a destra compare Banfi truccato e scioccato, il sedere della Cassini en plein air sembra qualcosa di enorme e di mistico. «Come attrice», diceva Giuliano Carnimeo, «era abbastanza generica, però aveva un fisico eccezionale».
A parte il finalone in discoteca alla Travolta (La febbre del sabato sera era il grande successo di quell’anno), le scene più calde riguardano le lezioni private che la Cassini dà ai maturi colleghi, per imparare a ballare la “raccolta del melone”: lei si china come per raccogliere un melone, dandosi il tempo col motivetto «Lo prendo… non lo prendo, lo prendo… non lo prendo». Non era molto riuscito “Io zombo, tu zombi, egli zomba”, commedia sexy con zombi di Nello Rossati, ma Nadia versione zombi che balla è da urlo.
Decisamente superiore, e siamo nel 1979. “L’infermiera nella corsi dei militari” diretto da Mariano Laurenti. Lì Nadia ce la mette tutta, ballando, agitatissima, mostrando il sedere, cantando (Go out and Dance, di Zitelli). La cosa migliore, ancora una volta, è il suo famoso fondoschiena, esaltato ancor più dal reiterato accostamento con quello di Banfi, mai così inquadrato, anche nudo, come in questo film. Fondamentale, per i fan, la scena del dottor Banfi che, per far vedere ai suoi pazienti che non c’è alcun pericolo nel farsi siringare il sedere, mostra quello dell’infermiera, cioè della Cassini.
Naturalmente la ciurmaglia di malati-guardoni impazzisce e la siringa se la ritroverà, conficcata in testa proprio il povero Banfi. È l’unico incontro tra Nadia Cassini al suo massimo e Mariano Laurenti, che la ricordava come «L’unica persona con la quale ho discusso nella mia carriera». Funzionò anche “La dottoressa ci sta col colonnello”, 1980, ultimo titolo della serie delle dottoresse, e nascita della mitica definizione di “coglionello”, coniata proprio da Nadia Cassini per Lino Banfi, strepitoso, infoiato, ma poco dotato.
«La mia prima battuta doveva essere ‘Caro Colonnello’, non è che non lo sapevo», disse Nadia a Stracult, «ma quando ho sceso le scale per salutare Lino, gli ho detto invece ‘Caro Coglionello!’». Ovvio che la gaffe rimanga e anzi diventi un tormentone. Col suo uomo del tempo, l’attore greco Yorgo Voyagis, Nadia mette in piedi due film che li vedono anche produttori. Perderanno un sacco di soldi, ammise Yorgo.
Sono due piccole commedie sexy piuttosto scombinate, ma divertenti, “Tutta da scoprire” o “L’amante tutta da scoprire” di Michele Massimo Tarantini, girata a Lecce, e “L’assistente sociale tutto pepe e tutto sale”, che Nando Cicero gira prima di W la foca. Qui c’è una Nadia Cassini da urlo che si esibisce, all’inizio del film, in una scena non tanto di doccia, quanto di vasca (si vede che le docce non le avevano trovate), vista dai guardoni del luogo, che rimarrà negli annali del genere. «Raramente le scene di doccia sono così lunghe come in questo film dove Nando Cicero filma da tutti gli angoli la toilette di Nadia Cassini», scrive Didier Lefevre su Medusa Fanzine.
Ma è notevole anche quando mostra il sedere per la strada andando in bicicletta nelle vicinanze di San Pietro e quando si tuffa in piscina sotto gli occhi dei soliti arrapati. In una scena onirica diventa addirittura la First Lady americana, sposata con Jimmy Carter, e suo figlio è Nino Terzo con grembiule e cartella! In “Miracoloni” di Francesco Massaro, 1980, follia prodotta da Galliano Juso scritta da Gianfranco Manfredi e Enrico Vanzina, Nadia è addirittura Giovanna D’Arco che scende nella terra e viene adescata da Bombolo tassinaro con queste parole “Venga nel mio taxi, è profumato, mentre nella carrozzella… il cavallo… fa certe scorregge…”.
La troviamo nel 1982 nel poco riuscito “Giovani, belle… probabilmente ricche” di Michele Massimo Tarantini dove divide la scena con l’emergente Carmen Russo e la diva dell’hard Olivia Link, nota anche come Olinka Hardiman. Non farà più un vero film, farà tv, come “Ridiamoci sopra” con Franco e Ciccio nel 1982 per Mediaset, un film tv in Francia, “Les beaux quartiers”, in un ruolo minore. Vestitissima.
NADIA CASSINI E LINO BANFI
nadia cassini L ASSISTENTE SOCIALE TUTTO PEPE
nadia cassini 2
nadia cassini 1
nadia cassini L ASSISTENTE SOCIALE TUTTO PEPE
nadia cassini a quantunque io 2
nadia cassini a quantunque io 3
rino petrosino nadia cassini
nadia cassini 6
NADIA CASSINI E DANILO ENDRICI
nadia cassini
playmen nadia cassini
nadia cassini tutta da scoprire
nadia cassini bombolo tutta da scoprire
nadia cassini renzo montagnani tutta da scoprire
nadia cassini
nadia cassini
nadia cassini l'infermiera nella corsia dei militari 1
nadia cassini 5
nadia cassini 6
nadia cassini 22
nadia cassini 3
nadia cassini 21
nadia cassini 20
nadia cassini 16
nadia cassini 12
nadia cassini 13
NADIA CASSINI E LINO BANFI