
IL NECROLOGIO DEI GIUSTI - SE NE VA GIANFRANCO BARRA, 85 ANNI, CARATTERISTA STORICO DEL CINEMA ITALIANO. BASSETTO, CALVO, PIUTTOSTO TONDO, CON GROSSE SOPRACCIGLIA E SPESSO GROSSI BAFFONI, ERA UN BRAVISSIMO ATTORE - 117 FILM, SEMPRE IN RUOLI DI MARESCIALLO, BRIGADIERE, IMPIEGATO, MAFIOSO. MA SEMPRE CON QUALCOSA DI PARTICOLARE, UN TAGLIO DIVERSO, UNA SFUMATURA COMICA CHE SAPEVA COGLIERE AL VOLO. PASSA CON LEGGEREZZA DAI POLIZIOTTESCHI AI COMICI AI FILM D’AUTORE SENZA MAI ESAGERARE, SENZA MAI CADERE NEL GROTTESCO - VIDEO
Marco Giusti per Dagospia
gianfranco barra doppio delitto
Bassetto, calvo, piuttosto tondo, con grosse sopracciglia e spesso grossi baffoni, se ne va Gianfranco Barra, 85 anni, caratterista storico del cinema italiano. E bravissimo attore, come abbiamo visto in tanti film, a cominciare da “Avanti!” di Billy Wilder, dove è il cameriere Bruno, o da “I nuovi mostri”, nell’episodio di Dino Risi “Con i saluti degli amici”, dove viene freddato con la lupara in pieno centro a Ragusa e alla domanda se ha visto chi gli ha risposto risponde, prima di esalare l’ultimo respiro, “e che… a mia spararono? Quando mai!?”.
gianfranco barra la mazurka del barone, della santa e del fico fiorone (1975)
117 film, a cominciare da “Il medico della mutua” di Luigi Zampa nel 1968 a pochi anni fa, sempre in ruoli di maresciallo, brigadiere, impiegato, mafioso. Ma sempre con qualcosa di particolare, un taglio diverso, una sfumatura comica che sapevano cogliere al volo.
Nato a Roma nel 1940, studente dell’Accademia d’Arte Drammatica Silvio D’Amico, raccontava che andava assieme agli altri studenti, più belli, più alti, con tanti capelli biondi a fare i provini e, mentre loro erano rimandati a casa, per lui c’era sempre un ruolo. La fortuna del caratterista.
gianfranco barra il medico della mutua
E’ il Turco in “Pane, e cioccolata” di Franco Brusati, un poliziotto in “Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto” di Elio Petri, segretario del carcere in “Detenuto in attesa di giudizio” di Nanni Loy, Amilcare Finocchiaro in “Mimì metallurgico ferito nell’onore” di Lina Wertmuller, agente o carabiniere in “La polizia ringrazia” di Steno, “Il sindacalista” di Luciano Salce.
Dino Risi, che lo adorava, gli fa interpretare il ruolo dell’agente Barra in “Mordi e fuggi” e lo vorrà protagonista dell’episodio siciliano de “I nuovi mostri”. Protagonista per la prima volta se non di un intero film, almeno di un episodio.
“Camminavo a tre metri da terrà dalla gioia”, dirà a Stracult Barra. Dino Risi, Steno e Carlo Vanzina, e prima di loro Billy Wilder, avevano visto in lui quello che vedevamo noi spettatori del cinema italiano del tempo. Non solo il caratterista, quello cioè che è nato con un certo fisico e una certa faccia e così si espone davanti alla macchina da presa, ma l’attore intelligente che rende ironica la sua interpretazione con piccole varianti e per questo ci fa ridere.
Sembrava che ci parlasse, e per questo gli volevamo bene come fosse uno di famiglia. E’ Impallomeni in “Non si sevizia un paperino” di Lucio Fulci, il prete ne “La villeggiatura” di Marco Leto, il dottor Gargiulo ne “La poliziotta” di Steno con Edwige Fenech, il sergente Caputo in “La mazurka del barone, della santa e del fico fiorone” di Pupi Avati.
Passa con leggerezza dai poliziotteschi ai comici ai film d’autore senza mai esagerare, senza mai cadere nel grottesco, intuendo la recitazione giusta per un Sergio Corbucci e un Dino Risi, per Steno o per Nanni Loy.
Fra tanti titoli comici, fra un “Fico d’india”, "Eccezzziunale veramente”, lo troviamo in produzione del tutto diverse come “Il leone del deserto” di Moustapha Akkad e “Vita di Antonio Gramsci” di Raffaele Maiello, dove è Dante Romani. Certo, darà il suo meglio nei film comici, in “Banana Joe”, dove è un ridicolo José Torcillo, in “Gian Burrasca” di Ninni Pingitore, dove è l’avvocato Maralli.
jack lemmon e gianfranco barra in che cosa e successo tra mio padre e tua madre
Col suo faccione buffo, quelle sopracciglia così grosse, è una presenza costante nella gran parte del cinema italiano anni ’70, come “Sapore di mare” dei Vanzina e nel sequel, ma pure in film meno popolari, come “Domani accadrà” di Daniele Luchetti o “Il muro di gomma” di Marco Risi, dove è il ministro della difesa.
Sempre un po’ trombone, un po’ tronfio, Barra sapeva bene interpretare i ruoli di potere e piccolo potere del tempo. Invecchiando passa infatti dai marescialli o brigadieri a personaggi più autorevoli, ma non meno ridicoli di onorevoli, ministri, faccendieri. In film come “Giovanni Falcone” o “Miracolo italiano” o “Il pranzo della domenica”.
gianfranco barra in che cosa e successo tra mio padre e tua madre
Gira un favoloso spot delle Pagine Gialle con Glauco Onorato e Vincenzo Crocitti. Ma è bravissimo anche nel più ricco “Il talento di Mister Ripley” di Anthony Minghella, e nel più recente “La passione” di Carlo Mazzacurati. Stanco di tanti ruoli sempre uguali, gira un piccolo corto su di Sé nel 2006, “Anno nuovo, vita nuova”, se ne va per un periodo a vivere in Spagna e torna a Roma, dove era nato.
gianfranco barra e nino manfredi pane, e cioccolata
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