
CHE FA LORENZETTO DI NOTTE? LE PULCI AI GIORNALI - TITOLO DAL SITO DELLA “REPUBBLICA”: “VENEZIA-NAPOLI 0-0: CONTE FALLISCE IL ‘SORPASSO ALL’INTER’”. RIUSCITO, INVECE, QUELLO DELLA REDAZIONE SULLA GRAMMATICA – TITOLO DALLA “VERITÀ”: “VIOLATO L’ANONIMATO NEGLI ESAMI, CONCORSO PNRR PER ‘DOCENTI DA RIFARE’. DOVRANNO METTERLI NEL BIMBY E REIMPASTARLI? NO? ALLORA ECCO LA VERSIONE CORRETTA: “DA RIFARE CONCORSO PNRR PER DOCENTI”
“Pulci di notte” di Stefano Lorenzetto da “Anteprima. La spremuta dei giornali di Giorgio Dell’Arti” e pubblicato da “Italia Oggi”
(http://www.stefanolorenzetto.it/pulci.htm)
la repubblica sorpasso all'inter
Titolo dal sito della Repubblica: «Venezia-Napoli 0-0: Conte fallisce il sorpasso all’Inter». Riuscito, invece, quello della redazione sulla grammatica.
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Con un linguaggio di stampo religioso, lo storico dell’arte Tomaso Montanari, trascinato da zelo controriformistico nei confronti della proposta di riforma scolastica del ministro Giuseppe Valditara, sul Fatto Quotidiano se la prende con il suo collega Ernesto Galli della Loggia, storico nonché editorialista del Corriere della Sera, definito «responsabile morale dell’intera operazione».
Il motivo? Lo storico tout court bersaglio degli strali dello storico dell’arte è presentato come «Prof. Emerito Scuola Normale di Pisa», titolo «usato in modo abusivo» perché nei ranghi dell’illustre istituzione «il nostro si è ritrovato con la devoluzione pisana dell’Istituto di Scienze umane di Firenze in cui ha chiuso la carriera».
Lo stesso polemista ammette che «sarà colpa di un solerte scrivano» ministeriale, ma poi lo zelo prevale perché alla fine dell’articolo non si trattiene dal citare, tuttavia a sproposito, il celeberrimo versetto con cui si apre il libro biblico intitolato alla greca Ecclesiaste e ora prevalentemente denominato Qoelet: «Vanità delle vanità, tutto è vanità».
Montanari conclude lapidario: «È proprio vero, la Bibbia ha sempre ragione». Infatti, con l’allusione luogocomunista al celebre titolo italiano, La Bibbia aveva ragione, del libro di Werner Keller sull’archeologia biblica, pubblicato nel 1955 e poco dopo tradotto in Italia, lo storico dell’arte si dà la zappa sui piedi perché da allora gli scavi in Palestina hanno dimostrato esattamente il contrario, e cioè che la Bibbia non ha sempre ragione.
(Ma se la Bibbia ha sempre ragione, come crede Montanari, che male c’è a farla studiare, come propone il ministro Valditara?).
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Maurizio Belpietro, direttore della Verità, si ostina a sfoggiare il francese ma non sa padroneggiarlo. Nel suo editoriale di prima pagina, riferendosi a Emmanuel Macron, infila per due volte l’espressione «Monsieur le President», che però è «Président», con l’accento acuto sulla prima e. In un altro editoriale cita «Francois Mitterrand», ma ci rendiamo conto che trovare la lettera c con la cediglia (ç) nella tastiera del pc (si trova sopra la ò), per cavarne fuori il nome corretto «François», non è mestiere da direttori.
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In un pungente e divertente articolo sul Foglio, il preparatissimo vaticanista nonché caporedattore Matteo Matzuzzi sferza molto opportunamente la vanitas cardinalizia, che dilaga in interviste dimenticabilissime mentre papa Francesco in ospedale certo non se la passa bene.
Il «fogliante» si concede il lusso di alcune parole latine, ma con un brutto scivolone, perché scrive «cum gravitas e malcelata vanitas». Va bene la vanitas, Matzuzzi, ma la prossima volta declini all’ablativo, con il cum obbligatorio («cum gravitate e malcelata vanitate»), oppure si abbassi a scrivere «con gravitas e malcelata vanitas». Avremmo goduto di più.
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In un commento pomposamente rubricato dalla Stampa con l’occhiello «L’analisi», il critico cinematografico Stefano Della Casa illustra la figura del compianto attore Gene Hackman: «E non è nemmeno una sorpresa scoprire che tutti registi più interessanti della Hollywood anni Settanta avevano per lui un’enorme ammirazione, dal già citato Eastwood a Bill Friedkin a Francis Ford Coppola». In effetti, la vera sorpresa è che nelle 38 righe precedenti il «già citato» non è mai citato.
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Il Corriere della Sera riporta la seguente dichiarazione del vicepresidente della Coreis (Comunità religiosa islamica italiana): «“I migliori auguri allora di pace e salute a papa Francesco – aggiunge Yahya Pallavicini – che nell’anno del seicentesimo anniversario della Nostra Aetate continua ancora nel solco del dialogo aperto da San Giovanni Paolo II ad Assisi nel 1986”». Poiché la Dichiarazione sulle relazioni della Chiesa con le religioni non cristiane fu firmata da Paolo VI e dai padri conciliari il 28 ottobre 1965, non sarà che anche il notabile musulmano beve alcolici?
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Titolo dalla Verità: «Violato l’anonimato negli esami, concorso Pnrr per docenti da rifare». Dovranno metterli nel Bimby e reimpastarli? No? Allora ecco la versione corretta: «Da rifare concorso Pnrr per docenti».
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Dalla rubrica Facce di casta di Veronica Gentili sul Fatto Quotidiano: «Romano Prodi, con i suoi 85 anni, può permettersi di guardare lo stato delle cose senza la necessità di applicare filtri a ciò che vede che siano funzionali ad obiettivi altri (semplicemente magari a quello d’interpretare scrupolosamente la propria parte nella commedia della politica attuale, pena la perdita del proprio ruolo e dei propri consensi) come invece accade nella stragrande maggioranza dei casi». Bisogna presentarle Mr Muscle, l’idraulico liquido.
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Michela Rovelli sul Corriere della Sera analizza il caso dei dati a rischio per gli utenti che usano il chatbot di intelligenza artificiale di DeepSeek: «La cronologia delle chat, le password, i dettagli di beckend e altre informazioni sensibili erano conservate su un database accessibile pubblicamente e senza nessun meccanismo di difesa».
Tralasciando il fatto che la presenza fra i soggetti di un sostantivo maschile («i dettagli») richiedeva il participio «conservati», ignoriamo che cosa sia il beckend. Ci risulta invece che esista il termine informatico back end, dalla locuzione inglese «parte finale (end) posteriore (back)», cioè, «in un’applicazione client/server, la parte del programma che viene eseguita dal server» (Lo Zingarelli 2025). Titolo della rubrica di Rovelli: La Lente. Un po’ appannata.
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Per il noto conflitto permanente con le virgole, Maurizio Belpietro, direttore della Verità, scrive nell’editoriale di prima pagina: «Ma l’extracomunitario che con il suo racconto avrebbe fatto partire la richiesta all’ufficio del procuratore contro ministri e premier, nella denuncia non parla solo di quanto è accaduto in Italia nelle ultime settimane». Complimenti per la virgola fra soggetto e verbo. O andava posta una virgola dopo «extracomunitario» o andava tolta dopo «premier».
giuseppe conte veronica gentili nova assemblea costituente m5s