
PER LA SERIE: "NELLA GARA A FARE I PURI, TROVERAI SEMPRE UNO PIÙ PURO... CHE TI EPURA", LA QUERELLE CHE FA DIVERTIRE IL MONDO GOSSIPPARO DEI LOBBISTI DI CASA NOSTRA - L’ACCANIMENTO DI MICHELE ARNESE (‘’STARTMAG’’) VERSO IL SUO EX EDITORE PAOLO MESSA (‘’FORMICHE’’) E GIAMPIERO ZURLO, PATRON DI UTOPIA, SOCIETÀ DI LOBBY SOCIA DI ‘’FORMICHE’’ - L'URLO DI ZURLO: ‘’IL GIORNALE DI ARNESE QUANDO PRENDEVA SOLDI DALLE MIE SOCIETÀ SCRIVEVA QUELLO CHE CHIEDEVO IO… APPENA I CONTRATTI NON SONO STATI RINNOVATI, SUBITO A GRIDARE ONESTÀ ONESTÀ! È QUESTA LA MISERIA DELLA CONDIZIONE UMANA. LA SUA…’’ (E ALLEGA LE FATTURE)
paolo messa mario sechi foto di bacco
Se fosse un film, sarebbe “C’eravamo tanto amati”, la pellicola capolavoro di Ettore Scola che racconta la fine dell’amicizia fraterna fra un gruppo di partigiani tornati alle loro vite dopo la guerra di liberazione.
Ma la nostra è soltanto una storia di lobbisti e giornalisti e condivide con il film neorealista solo il fatto che, anche in questo caso, i protagonisti – un tempo sodali – sono oggi ai ferri corti.
Cominciamo dunque dai personaggi in scena, partendo da Michele Arnese, austero direttore di “Start Magazine”, fustigatore degli altrui costumi, un tempo direttore di “Formiche”, testata fondata da Paolo Messa, lobbista e comunicatore, altro personaggio della nostra storia.
Poi, in ordine di apparizione, Giampiero Zurlo, patron di Utopia, società di lobby un tempo vicina a Berlusconi e Dell’Utri, oggi molto attiva in ambito mediatico e da qualche tempo entrata nella compagine societaria di Formiche.
Veniamo ai fatti. Il direttore Arnese, che lasciò la guida dell’economia del Foglio per approdare alla direzione di Formiche, dove rimase felicemente per diversi anni, uscendone solo dopo aver rotto i rapporti con il suo allora editore unico, Paolo Messa.
Arnese è oggi uno dei più attenti osservatori e censori delle notizie che riguardano Formiche, Messa e il suo nuovo socio Zurlo.
Il social media X è senza dubbio lo strumento preferito di Arnese per lanciare attacchi, diffondere indiscrezioni e alimentare il gossip. Solo negli ultimi mesi si contano più di dieci tweet di Arnese che chiamano in causa Paolo Messa, sia rispetto ai suoi nuovi impegni professionali – i bene informati raccontano che abbia preso un incarico in Enel negli Stati Uniti – sia rispetto all’operato del suo giornale.
In un tweet di qualche settimana fa, ad esempio, Arnese lamentava la mancanza di attenzione sulla nomina del nuovo “inviato speciale per l’Italia” di Donald Trump, Paolo Zampolli: «La notizia di un inviato speciale Usa in Italia, senza una comunicazione ufficiale, ha lasciato molti osservatori sbigottiti. Come la testata filo Usa e filo Nato, Formiche di Messa e Zurlo, che l’ha ignorata del tutto. Gatta ci cova?».
Ma è anche al nuovo socio Giampiero Zurlo che si rivolgono gli strali di Arnese. Il caso più eclatante ha inizio con l’articolo “Perché i lobbisti sono editori fasulli“, pubblicato su Start Magazine e firmato da Lotario di Segni, secondo alcuni pseudonimo di Michele Arnese.
Nell’articolo Lotario/Arnese affermava che non ci si può fidare di testate giornalistiche emanazione di società di lobbying. Il riferimento, non casuale, secondo molti, sarebbe proprio a Formiche del duo Messa/Zurlo.
Ed infatti è proprio Zurlo, sentendosi chiamato in causa, a rispondere con un attacco diretto: «Arnese (…) si diverte con poco. È una sorta di auto terapia contro il rosicamento cronico da cui è affetto. Peraltro prende in giro anche se stesso, perché aspetto (ma non accadrà) che pubblichi anche solo un rigo contro uno dei grandi finanziatori della sua società editoriale, così facciamo “un piccolo esperimento fattuale”, a dimostrazione che i primi lobbisti travestiti da editori sono proprio i suoi editori».
Alla replica di Arnese, Zurlo rincara la dose: «In altri tweet ho già ampliamente dimostrato che il giornale di Arnese quando prendeva soldi dalle mie società scriveva quello che chiedevo io… appena i contratti non sono stati rinnovati, subito a gridare honestà honestà! È questa la miseria della condizione umana. La sua…» commenta Zurlo, con tono secco.
Non si fa attendere la risposta di Arnese: «Il giornale non è mio, sono solo il direttore responsabile». E aggiunge: «Mi può indicare gli articoli pagati?».
A quel punto, Zurlo decide di allegare una fattura di 5mila euro che Innovative Publishing (gruppo editoriale di Start Magazine) aveva inviato ad Utopia per una collaborazione semestrale.
E appellandosi ad Arnese, commenta: «Chieda il report ai suoi editori, lo inviavo semestralmente, con tutti gli articoli pubblicati secondo le nostre indicazioni… intanto le mando delle fatture. Un direttore che non sa che sul suo giornale vengono pubblicati articoli a pagamento dovrebbe dimettersi».
Davanti a tutto questo, il direttore Arnese non risponde e la conversazione stracciarola si conclude con un tweet di Zurlo: «Si confronti con i suoi editori… Le avevo già cordialmente suggerito di evitare di giudicare gli altri, quando il problema è in casa».
Uno scambio di battute pubblico che è solo uno degli ultimi fra i due, in una querelle che fa discutere e divertire il mondo gossipparo dei lobbisti di casa nostra. Che osserva con i pop corn in mano.
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