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L’ARTE È… ALLA FRUTTA! – IL REPORTAGE DEL MUSEO DELLA FRUTTA NELLA FACOLTÀ DI AGRARIA NELL’UNIVERSITÀ DI TORINO BY RIELLO: “L'ARTEFICE, FRANCESCO GARNIER VALLETTI (1808-1889), INVENTA UN GENIALE SISTEMA PER RIPRODURRE QUALSIASI TIPO DI FRUTTO: UNA MISTURA DI POLVERE DI ALABASTRO, CERA E GOMMA DAMAR. OTTIENE COPIE INALTERABILI E PERFETTE. LA PODEROSA RACCOLTA COMPRENDE PIÙ DI UN MIGLIAIO DI SPECIE DIVERSE. IL RINNOVATO INTERESSE PER BOTANICA E ORTICULTURA LO HA TRASFORMATO IN UN LUOGO AMATO DA UN PUBBLICO GIOVANE"
Antonio Riello per Dagospia
Torino è stata a lungo la città più sveglia (intesa come traduzione di "smart") d'Italia. La porta attraverso cui l'Italia ha conosciuto le varie forme della Modernità. Non è evidentemente un caso se la FIAT e la LANCIA nascono da queste parti all'alba del XX Secolo. E' anche il luogo che ha poi vissuto, per primo su scala nazionale, un complesso (e non indolore) processo di "de-industrializzazione".
La città oggi rappresenta plasticamente un modello per come potrebbe funzionare questo tipo di conversione. Torino è diventata nuovamente la "capitale". Questa volta dell'alimentazione biologica e del cibo di qualità.
L'Università di Torino nella sua lunga storia (nascita ufficiale nel 1404) ha tenuto a battesimo lo sviluppo economico della città con una serie di scoperte decisive (Galileo Ferraris con la sua dinamo è solo il più noto). Ma non ci sono state solo le innovazioni tecnologiche e maccaniche. Già nell'800 il progetto di una agricoltura moderna e razionale prende forma nell'Ateneo sabaudo. Spesso introducendo dalla Francia idee e ricercatori. I grandi vini piemontesi, così come li conosciamo, hanno origine in questo periodo.
universita torino via pietro giuria
Insomma un grande sforzo scientifico-agrario (che da qui successivamente percola nel resto dell'Italia risorgimentale). Una delle testimonianze storiche di questa impresa sta nel "Museo della Frutta Francesco Garnier Valetti" che si trova presso i locali della Facoltà di Agraria dell'Università, in Via Pietro Giuria 15 (nella zona di San Salvario).
ritratto di francesco garnier valletti
Un collezione botanica assolutamente unica che prende origine nella Regia Stazione Chimico-Agraria. Lo scopo era fornire un archivio esaustivo di tutte le varietà di frutta (ma ci sono comunque anche le patate e i funghi). L'artefice fu un personaggio assai singolare: Francesco Garnier Valletti (1808-1889), un vero e proprio Linneo di stampo savoiardo. Lo si potrebbe definire come un artista-scienziato (dotato peraltro di una capacità artigianale fuori del comune).
O se si preferisce: un fruttarolo di talento che lavora per l'Eternità (quella della Scienze Naturali). Di fatto il nostro botanico-scultore inventa un geniale sistema per riprodurre fedelissimamente qualsiasi tipo di frutto. Usa una mistura di polvere di alabastro, cera e gomma damar. Ottiene copie inalterabili e perfette. La resa ha dell'incredibile. Anche il peso viene calibrato con estrema cura.
museo della frutta di torino 13
La sua passione dominante erano le mele (veniva definito nei documenti accademici come un "pomologo" e la collezione una "pomeroteca"). Ma si cimentava con successo anche con le susine, le pere, le pesche, l'uva, le castagne (ovviamente in quei tempi la frutta esotica non veniva presa in considerazione). Il display è quello tipico dei musei ottocenteschi: bacheche in legno. La poderosa raccolta comprende più di un migliaio di specie diverse e si sviluppa attraverso numerose stanze.
Mark Dion (il celebre artista americano noto per le sue installazioni che ricreano, con perizia, atmosfere museali) in un posto così andrebbe fuori di testa per l'emozione. In effetti tutto questo sembra il parto di qualche colto ed eccentrico artista ossessionato dalla catalogazione enciclopedica. Roba da Documenta di Kassel o da Biennale di Venezia. Quello che è stato per decenni probabilmente un polveroso e marginale souvenir (oggetto di interesse solo per pochi esperti) mostra oggi tutta la sua potenza. Non solo artistica (che è in ogni caso è davvero impressionante).
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Il rinnovato interesse popolare per la botanica e l'orticultura lo ha trasformato in un luogo amato da un pubblico decisamente giovane e motivato. Tra i visitatori c'è chi cerca informazioni per il proprio frutteto sperimentale. Oppure fa ricerche per nuovi innesti. Altri cercano ispirazione per selezionare nuovi tipi di frutta. Tutti ammirano questa piccola meraviglia (forse anche, per certi aspetti, un po' pedante...) prodotta dell'Intelligenza Non Artificiale del signor Garnier Valletti.
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ingresso museo della frutta universita torino
museo della frutta
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