SCAZZI INTESTINI A TELE-MELONI: IL CENTRODESTRA LITIGA SU TONY EFFE E MARIOTTO! - IL SENATORE FORZISTA GASPARRI ATTACCA LA SCELTA DI PORTARE IL RAPPER A SANREMO: “NON CI DEVE ANDARE. SE LA RAI SI INGINOCCHIA A UN PERSONAGGIO DEL GENERE CHE ATTACCA LE DONNE E INNEGGIA ALLA DROGA, NE RISPONDONO I VERTICI E CARLO CONTI” – LA SENATRICE DI FRATELLI D’ITALIA SUSANNA DONATELLA CAMPIONE ATTACCA I VERTICI RAI DOPO IL PRESUNTO PALPEGGIAMENTO DELLE PARTI INTIME DI UN "BALLERINO" DA PARTE DI MARIOTTO: “LUI È TORNATO IN ONDA A 'BALLANDO' COME SE NIENTE FOSSE, PER UN EPISODIO ANALOGO MEMO REMIGI VENNE CACCIATO...”
"Tony Effe? Non deve andare a Sanremo altrimenti ne risponde Carlo Conti", parola di Maurizio Gasparri. Il capogruppo di Forza Italia al Senato è intervenuto ai microfoni de La Zanzara alla luce dello stop da parte del sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, all'ospitata dell'ex Dark Polo Gang per il Capodanno capitolino: "Nessuna censura, ma Tony Effe è una scelta divisiva". Ma da Giuseppe Cruciani, Gasparri attacca: "Se la Rai si inginocchia a un personaggio del genere, va fuori Carlo Conti. Questo signore non può andare a Sanremo sennò ne rispondono i vertici Rai e Carlo Conti".
Maurizio Gasparri ha promesso battaglia sul caso Tony Effe: "La cosa di Sanremo è grave perché il linguaggio di questa persona è un linguaggio violento. Siamo nel regno del politicamente corretto, se Giuli annusa la carta per dire che è fatta di acqua, lo criminalizzano, invece Tony Effe può attaccare le donne, insultarle, inneggiare alla droga". Poi spiega:
Baglioni ha cantato una canzone contro la guerra tratta da una poesia di Trilussa, questi sono gli artisti. Non si può cantare "la cocaina". Tony Effe non va preso a Sanremo. Lo devono cacciare. Se la Rai si inginocchia a un personaggio del genere, va fuori Carlo Conti. Questo signore non può andare a Sanremo sennò ne rispondono i vertici Rai e Carlo Conti.
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CARLO CONTI ANNUNCIA I BIG DI SANREMO AL TG1
SUSANNA DONATELLA CAMPIONE VS MARIOTTO
Marco Zonetti per "il Tempo" - Estratti
Il reintegro di Guillermo Mariotto a Ballando con le stelle dopo due settimane di polemiche circa il presunto palpeggiamento delle parti intime a un ballerino ha innescato la reazione della senatrice Susanna Donatella Campione, membro della Commissione Giustizia, che – fin da subito critica delle "esuberanze" di Mariotto – ha annunciato un'interrogazione sulla «brutta pagina per la tv italiana» come l'ha definita in un comunicato la parlamentare.
roberto sergio giampaolo rossi
«Sabato sera Rai1 ha diffuso un cattivo esempio di due pesi e due misure» ci dice in esclusiva la senatrice Campione. «Per un episodio analogo Memo Remigi, dopo anni di gloriosa e stimata carriera, venne cacciato su due piedi mentre Mariotto è tornato in onda come se niente fosse. Ma soprattutto è stato veicolato dal servizio pubblico un cattivo esempio per i tantissimi giovani che, a detta di Milly Carlucci, seguono il programma».
Quale esempio negativo?
«In Senato stiamo lavorando per introdurre nell’ordinamento il reato di molestie sul luogo di lavoro e la norma deve rivolgersi a tutti indiscriminatamente, non soltanto ad alcuni.
E invece nella tv pubblica gli stessi comportamenti non vengono stigmatizzati ma anzi, passano in cavalleria a seconda di chi li commette, visto il trattamento censorio riservato a Remigi rispetto a quello di favore riservato a Mariotto. Mi stupisco che Carlucci non abbia colto la gravità della situazione».
Si riferisce solo all'accusa di molestie al ballerino?
«Certo che no. Mi riferisco anche al comportamento del giurato nel video di Striscia la Notizia, che ringrazio per il coraggio e la serietà con cui ha denunciato l'accaduto facendo vero servizio al cittadino.
Le offese al collaboratore e a Valerio Staffelli, senza contare l'utilizzo di una sedia a rotelle per poi alzarsi e camminare in tutta facilità togliendola a chi ne aveva bisogno, meritavano a mio avviso di essere sanzionate dal programma e dalla conduttrice, come ritenevano anche i tantissimi che mi hanno scritto. E invece sabato sera lo spettacolo è andato avanti come se il solo interesse fossero gli ascolti. È questo il servizio pubblico?»
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