donald trump cia central intelligence agency

IL DEEP STATE PROVA A REAGIRE ALLA FURIA TRUMPIANA – 200 EX DIRIGENTI DELLA CIA SCRIVONO UNA LETTERA AI VERTICI DELLE COMMISSIONI INTELLIGENCE DI CAMERA E SENATO PER ESPRIMERE “PROFONDA PREOCCUPAZIONE” PER LA CHINA CHE STA PRENDENDO L’AGENZIA. IL RIFERIMENTO È AGLI ESODI INCENTIVATI OFFERTI AGLI AGENTI: “CI SARANNO CONSEGUENZE TERRIBILI, SI RISCHIA UN VUOTO DI INTELLIGENCE NEL CONTRASTO A RUSSIA, CINA E IRAN…”

donald trump

(ANSA) - Circa 200 ex dirigenti della sicurezza nazionale Usa che hanno lavorato per o con la Cia hanno scritto una lettera - di cui l'ANSA ha preso visione - ai vertici delle commissioni intelligence di Camera e Senato esprimendo "profonda preoccupazione" per gli esodi incentivati offerti agli agenti dell'agenzia, denunciando "l'ambiguo linguaggio orwelliano" per giustificare l'operazione e sollecitando un intervento.

 

Nella missiva si mette in guardia contro "conseguenze terribili", evocando il rischio di creare un "vuoto di intelligence", di minare le partnership con gli 007 alleati e il contrasto alle minacce di Cina, Russia e Iran.

 

cia central intelligence agency

"L'iniziativa del pensionamento differito - si legge nella lettera - è apparentemente intesa a 'garantire che la forza lavoro della Cia risponda alle priorità di sicurezza nazionale dell'Amministrazione' ed è descritta come 'parte di una strategia olistica per infondere alla Cia un'energia rinnovata'. Questa spiegazione è un ambiguo linguaggio orwelliano.

 

La vera intenzione dietro questo sforzo è insidiosa: la rimozione deliberata di ufficiali che aderiscono fermamente alla Costituzione, alla legge e all'obbligo fondamentale di fornire informazioni di intelligence libere da influenze politiche". Le conseguenze di questa politica "saranno terribili e vi esortiamo ad agire immediatamente per indagare e fermare questa pericolosa tendenza", scrivono gli ex 007, che si definiscono membri dello "Steady State" (lo Stato stabile, ndr).

 

John Ratcliffe

"In primo luogo - avvisano - questa iniziativa porterà all'eliminazione sistematica di competenze ed esperienze istituzionali all'interno della Cia", affinate in "decenni di servizio". "La partenza forzata di dirigenti esperti creerà un vuoto di intelligence che non potrà essere facilmente colmato", sostengono.

 

"In secondo luogo - prosegue la lettera - le partnership di intelligence della nostra nazione, alcune delle quali risalgono alla seconda guerra mondiale, dipendono dalla credibilità e dalla competenza degli ufficiali della Cia. Le relazioni di collegamento si basano sulla fiducia e i nostri partner stranieri si affidano a ufficiali esperti che hanno coltivato questi legami per molti anni.

 

Cia - Central Intelligence Agency

Un esodo di massa di personale esperto eroderà queste relazioni, indebolirà la condivisione di intelligence e ridurrà la capacità della Cia di operare efficacemente all'estero". In terzo luogo - denuncia la missiva - la rimozione di dirigenti dell'intelligence "dotati di memoria istituzionale, profondità analitica ed esperienza operativa per fornire ai decisori politici informazioni solide e imparziali" mina "la nostra capacità di contrastare gli avversari", tra cui primeggiano Cina, Russia e Iran e una schiera di attori terroristici non statali.

 

"Nella nostra democrazia - conclude la lettera - la comunità dell'intelligence deve prima di tutto rispondere alla Costituzione e alle nostre leggi e, in secondo luogo, alla verità. La missione della Cia è fornire informazioni oggettive e imparziali ai decisori politici. Gli sforzi per modellare la forza lavoro in modo da dare priorità alla lealtà politica rispetto all'integrità professionale sono antitetici ai principi su cui sono state fondate le nostre istituzioni di intelligence".

Ultimi Dagoreport

turicchi, giorgetti, sala

FLASH! - IL DILEMMA DI GIORGETTI: IL CAPO DELLE PARTECIPATE DEL TESORO E SUO FEDELISSIMO, MARCELLO SALA, NON HA INTENZIONE DI TRASLOCARE ALLA PRESIDENZA DI NEXI PER FARE POSTO AD ANTONINO TURICCHI, CHE VANTA PERO’ UN ‘’CREDITO’’ NEI CONFRONTI DEL MINISTRO DEL MEF PER AVER CONDOTTO IN PORTO LE TRATTATIVE ITA-LUFTANSA. MA ALLA PRESIDENZA DI ITA, INVECE DI TURICCHI, MELONI & C. HANNO IMPOSTO SANDRO PAPPALARDO, UN PILOTA PENSIONATO LEGATO AL CLAN SICULO DI MUSUMECI – ORA GIORGETTI SPERA CHE VENGA APPLICATA LA LEGGE CHE VIETA AI PENSIONATI DI STATO DI RICOPRIRE INCARICHI RETRIBUITI)…

donald trump

DAGOREPORT - LA DIPLOMAZIA MUSCOLARE DI TRUMP È PIENA DI "EFFETTI COLLATERALI" - L'INCEDERE DA BULLDOZER DEL TYCOON HA PROVOCATO UNA SERIE DI CONSEGUENZE INATTESE: HA RIAVVICINATO IL REGNO UNITO ALL'UE, HA RILANCIATO L'IMMAGINE DI TRUDEAU E ZELENSKY, HA RIACCESO IL SENTIMENT ANTI-RUSSO NEGLI USA - LA MOSSA DA VOLPONE DI ERDOGAN E IL TRACOLLO NEI SONDAGGI DI NETANYAHU (SE SALTA "BIBI", SALTA ANCHE IL PIANO DI TRUMP PER IL MEDIO ORIENTE) - I POTENTATI ECONOMICI A STELLE E STRISCE SI MUOVONO: ATTIVATO UN "CANALE" CON LE CONTROPARTI BRITANNICHE PER PREVENIRE ALTRI CHOC TRUMPIANI...

giorgia arianna meloni maria grazia manuela cacciamani gennaro coppola cinecitta francesco rocca

DAGOREPORT - MENTRE LE MULTINAZIONALI STRANIERE CHE VENIVANO A GIRARE IN ITALIA OGGI PREFERISCONO LA SPAGNA, GLI STUDIOS DI CINECITTÀ SONO VUOTI - SONDARE I PRODUTTORI PER FAVORIRE UNA MAGGIORE OCCUPAZIONE DEGLI STUDIOS È UN’IMPRESA NON FACILE SOPRATTUTTO SE A PALAZZO CHIGI VIENE L’IDEA DI NOMINARE AL VERTICE DI CINECITTÀ SPA, CARDINE DEL SISTEMA AUDIOVISIVO ITALIANO, MANUELA CACCIAMANI, LEGATA ALLE SORELLE MELONI, IN PARTICOLARE ARIANNA, MA DOTATA DI UN CURRICULUM DI PRODUTTRICE DI FILM “FANTASMA” E DOCUMENTARI “IGNOTI” – FORSE PER IL GOVERNO MELONI È STATA PIÙ DECISIVA LA FEDE POLITICA CHE IL POSSESSO DI COMPETENZE. INFATTI, CHI RITROVIAMO NELLA SEGRETERIA DI FRANCESCO ROCCA ALLA REGIONE LAZIO? LA SORELLA DI MANUELA, MARIA GRAZIA CACCIAMANI, CHE FU CANDIDATA AL SENATO NEL 2018 NELLE LISTE DI FRATELLI D’ITALIA - QUANDO DIVENTA AD DI CINECITTÀ, CACCIAMANI HA LASCIATO LA GESTIONE DELLE SUE SOCIETÀ NELLE MANI DI GENNARO COPPOLA, IL SUO COMPAGNO E SOCIO D'AFFARI. QUINDI LEI È AL COMANDO DI UNA SOCIETÀ PUBBLICA CHE RICEVE 25 MILIONI L'ANNO, LUI AL TIMONE DELL’AZIENDA DI FAMIGLIA CHE OPERA NELLO STESSO SETTORE…

consiglio europeo giorgia meloni viktor orban ucraina zelensky ursula von der leyen

LE DECISIONI ALL’UNANIMITÀ IN EUROPA SONO FINITE: IERI AL CONSIGLIO EUROPEO IL PRIMO PASSO PER IL SUPERAMENTO DEL VETO, CON L’ISOLAMENTO DEL PUTINIANO VIKTOR ORBAN SUL PIANO IN CINQUE PUNTI PER L’UCRAINA – GIORGIA MELONI NON POTEVA SFILARSI ED È RIUSCITA A RIGIRARE LA FRITTATA CON MATTEO SALVINI: NON ERA UN DESIDERIO DI TRUMP CHE I PAESI EUROPEI AUMENTASSERO FINALMENTE LE SPESE PER LA DIFESA? DI CHE TI LAMENTI? - ANCHE LA POLEMICA DEL LEGHISTA E DI CONTE SUI “SOLDI DEGLI ASILI CHE FINISCONO IN ARMAMENTI” È STATA AGILMENTE NEUTRALIZZATA DALLA SORA GIORGIA, CHE HA FATTO “VERBALIZZARE” LA CONTRARIETÀ DELL’ITALIA ALL’UTILIZZO DEI FONDI DI COESIONE…