
BARROSO E BARRITI – LE DECISIONI DELL’EUROPA SONO TUTTE FRENATE DALL’OBBLIGO DELL’UNANIMITÀ? PALLE. SULLA DIFESA COMUNE SE ALMENO NOVE STATI VOGLIONO ANDARE AVANTI LO FANNO CON LE COOPERAZIONI RAFFORZATE PREVISTE DAL TRATTATO DI LISBONA. A DIRLO E’ L’EX PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE JOSÉ BARROSO, INTERVISTATO DA MAURIZIO CAPRARA SUL “CORRIERE” - POI SPIEGA CHE LA MINACCIA DELLA RUSSIA VA PRESA SUL SERIO E I MOTIVI PER CUI NON SI DEVE CEDERE A PUTIN, CHE HA INCONTRATO 25 VOLTE: “CI RISPETTERÀ SOLO SE AVREMO UNA POSIZIONE DI FORZA. NON SARÀ FACILE SE INVECE CI TROVERÀ PRONTI A UN…"
Maurizio Caprara per il “Corriere della Sera” - Estratti
«Non esiste possibilità di un’Unione europea che conti nel mondo se questa è priva di una difesa europea. Ogni entità politica deve avere tra i suoi principali scopi la conservazione di sé, la propria autodifesa. Altrimenti può essere un’organizzazione economica o commerciale o altro, ma non un’unione politica», dice José Manuel Durão Barroso.
Portoghese che ha presieduto la Commissione europea tra 2004 e 2014, in precedenza primo ministro nel suo Paese per il Partito socialdemocratico, formazione di destra malgrado il nome, Barroso è stato a Roma per un incontro in ricordo di Franco Frattini, ex vicepresidente della stessa commissione.
Per le decisioni sulla difesa in Consiglio europeo la risoluzione approvata mercoledì scorso dal Parlamento a Strasburgo invita a passare dall’unanimità alla maggioranza qualificata. Unica eccezione, quelle su operazioni militari con mandato esecutivo. Può essere un passo in avanti?
«Do il mio benvenuto a questa scelta. Tutti i passi per assicurare all’Ue un processo decisionale più efficace vanno bene. Nella fattispecie però non credo che a frenarle sia il voto a maggioranza».
Dove ravvisa gli ostacoli?
«Spesso l’argomento viene usato come pretesto da quanti dichiarano di voler andare avanti, ma in realtà no. Nei trattati esiste già la possibilità di “cooperazioni rafforzate” tra alcuni Paesi, basta rispettarne i principi. Sono previste dall’articolo 20 del Trattato di Lisbona e la massa critica sufficiente per procedere oggi c’è».
A impiegare il pretesto sono Stati membri?
jose manuel barroso foto di bacco
«Sì. Intese specifiche quali sono le cooperazioni rafforzate vanno raggiunte da almeno nove Stati membri e, siamo onesti, su molte questioni non possiamo ambire all’unanimità. Attualmente i nove ci sono. E c’è anche abbastanza massa critica per sostenere l’Ucraina».
Che cosa suggerirebbe di fare per realizzare il programma Rearm Europe di difesa europea approvato dal Consiglio e nella sostanza dal Parlamento?
«Coloro che sono pronti dovrebbero andare avanti. Francia, Germania e altri lo sono. Allo stesso tempo devono rimanere aperti, come prevedono i trattati, a ulteriori Paesi che volessero aggiungersi. È una geometria variabile estendibile a Stati non dell’Ue, come è adesso la Gran Bretagna. Penso che questo dibattito istituzionale di frequente sia una scusa, perché le cose quando lo vogliamo davvero siamo capaci di farle. Importante è superare la frammentazione nell’industria della difesa. Se ogni Paese investe nella rispettiva difesa non aumenteremo quella europea».
Nelle condizioni attuali come ritiene che possa essere appoggiata l’Ucraina? Lei ha incontrato il presidente russo Vladimir Putin circa 25 volte, lo conosce.
«Putin è il leader esterno all’Ue che ho incontrato di più. Ritengo che ci rispetterà, noi dell’Ue e altri, soltanto se riscontrerà una posizione di forza. Non sarà facile se invece ci troverà pronti a un compromesso debole».
Quanto deve preoccuparci secondo lei la minaccia della Russia all’ordine internazionale?
«Va presa sul serio. Costituisce un rischio alto. Non tanto per l’Ue. Per gli stessi Paesi che la compongono. Se si accetta il principio che uno Stato ne invade un altro e conclude con successo l’annessione di quello o di una sua parte è il miglior incoraggiamento a ulteriori guerre. L’Ucraina è stata invasa in completa violazione del diritto internazionale. Non è accettabile».
ARMOCROMIA - MEME BY EMILIANO CARLI
In Italia non manca chi non percepisce la Russia come minaccia.
«Vedo una discussione, come in quasi tutti i Paesi. Detto ciò, a quel che ne so l’Italia ha appoggiato la politica generale dell’Ue. A opporsi a una posizione forte verso Mosca sono forze di estrema-estrema destra ed estrema-estrema sinistra, infatti sono molto vicine alla Russia. Alla Russia di Putin. Mentre lo scopo che il presidente russo si è prefisso per l’Ucraina potrebbe...».
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Lei definì l’Ue un «adolescente geopolitico». Pensa possa crescere?
«Ci sono le condizioni affinché diventi adulto. Per la crisi finanziaria del 2008 e il Covid furono prese decisioni prima impensabili. Talvolta è in tempi drammatici che l’Ue compie scelte coraggiose che pagano».
DONALD TRUMP URSULA VON DER LEYEN
ursula von der leyen - 100 giorni della nuova commissione ue
BARROSO