AVEVA RAGIONE HOUELLEBECQ: LO SCRITTORE FRANCESE NEL LIBRO “SOTTOMISSIONE” DEL 2015 IMMAGINAVA BAYROU PREMIER NEL 2022 (HA SBAGLIATO SOLO DI DUE ANNI) – IL LEADER CENTRISTA NOMINATO PRIMO MINISTRO PARLA DELLA CRISI POLITICA FRANCESE COME DI UNA “SCALATA ALL’HIMALAYA” - QUANDO IERI HA CAPITO CHE MACRON ERA TENTATO DI NON NOMINARLO PIÙ, HA MINACCIATO DI TOGLIERE IL SOSTEGNO DEI SUOI QUASI QUARANTA DEPUTATI. UNA MOSSA CHE DIMOSTRA LA FRAGILITA’ DEL TOY BOY DELL’ELISEO – IL NO DI MELENCHON, MENTRE LE PEN…
Anais Ginori per la Repubblica - Estratti
Tocca a François Bayrou scalare «l’Himalaya» della crisi politica francese. «So che è difficile ma voglio provare», ha confidato il leader centrista, usando una metafora montanara nel passaggio di consegne con Michel Barnier, sfiduciato dopo appena tre mesi da premier.
Bayrou ha ricevuto l’incarico di formare un nuovo governo al termine di un braccio di ferro con Emmanuel Macron. Sono state ore di negoziati tesi e frenetici all’Eliseo. Il capo dello Stato aveva anticipato il ritorno da Varsavia giovedì sera, finendo per rinviare l’annuncio della nomina di Bayrou, favorito da giorni. L’incertezza è continuata fino a pochi minuti prima della diffusione del comunicato ufficiale, con nomi di altri possibili premier che apparivano e scomparivano sui media francesi, alimentati dall’impazzimento di voci intorno al palazzo presidenziale.
Figlio di agricoltori, con il suo feudo elettorale a Pau, nei Pirenei, dove è nato settantatré anni fa, Bayrou è stato più volte ministro, e tre volte candidato alle presidenziali. Nel 2017 aveva rinunciato a candidarsi per sostenere il giovane e ambizioso Macron. «Non hai l’età giusta, ma non importa. Se riuscirai ad avere successo dove io ho fallito, ti aiuterò», aveva detto Bayrou.
L’alleanza stava per rompersi ieri quando il leader del Modem, capendo che Macron era tentato di non nominarlo più, ha minacciato di togliere il sostegno dei suoi quasi quaranta deputati. Una circostanza che, secondo molti osservatori, segnala la fragilità in cui si trova ormai il capo dello Stato. E che prefigura una convivenza non facile tra i due uomini nelle prossime settimane.
Sposato e con sei figli, affetto da una balbuzie che ha superato con la forza di volontà, professore di lettere, ha scritto una biografia di re Enrico IV, il re che nelle guerre di religioni tentò la riconciliazione. «Cercherò di riconciliare i francesi, come fece il mio amico re — ha detto, ripetendo a tutti di essere stato nominato nel giorno del compleanno del suo idolo — . Non soltanto è necessario, ma è l’unico cammino che ci può condurre al successo». Il leader centrista conosce bene l’Italia, ha fondato vent’anni fa il partito democratico europeo (Pde) con Romano Prodi e Francesco Rutelli.
Macron si è affidato a un democristiano per navigare in un parlamento diviso in tre blocchi antagonisti. «Credo non gli dispiaccia essere definito democristiano se intendiamo la capacità di ascolto, di buon senso e pragmatismo», osserva Sandro Gozi, eurodeputato di Renew e attuale segretario del Pde.
A sinistra, Bayrou cercherà un patto di non sfiducia con i socialisti. Il segretario del Ps ha chiesto al nuovo premier di «cambiare metodo », «rompere con il macronismo », e non usare più l’articolo 49.3 che permette di approvare leggi senza voto parlamentare.
Bayrou troverà la sponda di François Hollande a cui aveva dato il suo voto durante le presidenziali del 2012, facendo infuriare il rivale Nicolas Sarkozy.
L’ex presidente della destra ha tentato con Macron di sabotare la nomina di Bayrou ma i Républicains sono aperti al dialogo.
(...) Il nuovo premier ha anche avuto gesti di”rispetto democratico” nei confronti di Marine Le Pen.
«Non sopporto l’ingiustizia, neanche quando colpisce i miei avversari», ha detto a proposito della richiesta di ineleggibilità contro la leader dell’estrema destra. Le Pen lascia la porta aperta e non lo ha silurato subito: «Non agito la minaccia della mozione di sfiducia», ha detto, ribadendo di voler mettere sul tavolo le sue richieste per la Finanziaria da approvare. La posizione più netta è quella della France Insoumise di Jean-Luc Mélenchon che ha promesso di presentare una mozione di sfiducia non appena Bayrou si presenterà in parlamento.
Ps. Lo scrittore francese Michel Houellebecq nel libro "Sottomissione" del 2015 immaginava Bayrou premier nel 2022 (Ha sbagliato solo di due anni)
MICHELLE HOUELLEBECQ SOUMISSION SOTTOMISSIONE