MELONI ORDINA, TAJANI ESEGUE – L'INDISCREZIONE DI "DOMANI": IL CANDIDATO DI FORZA ITALIA ALLA CONSULTA POTREBBE ESSERE L’AVVOCATO GENNARO TERRACCIANO (MOLTO VICINO AL CAPO DI GABINETTO DELLA PREMIER, GAETANO CAPUTI) – SAREBBE UNA NOMINA PIU’ GRADITA A FRATELLI D’ITALIA CHE A FORZA ITALIA CHE AVREBBE PREFERITO IL VICEMINISTRO ALLA GIUSTIZIA, FRANCESCO PAOLO SISTO, O IL SENATORE PIERANTONIO ZANETTIN – I RAPPORTI CONSOLIDATI TRA TERRACCIANO E CAPUTI IN RIVISTE SCIENTIFICHE, FONDAZIONI, IN UNIRELAB (SOCIETÀ DEL MINISTERO DELL’AGRICOLTURA) E PERSINO NEL CALCIO…
Estratto dell’articolo di Stefano Iannaccone per https://www.editorialedomani.it
Il nome coperto di Antonio Tajani, da eleggere come giudice alla Corte costituzionale, potrebbe far più felice Palazzo Chigi che Forza Italia. Per uscire dallo stallo, che dura da settimane, il vicepremier ha pensato a Gennaro Terracciano, avvocato e prorettore dell’Università del Foro Italico (Uniroma 4), con un cursus honorum in enti e società pubbliche.
La vicinanza al centrodestra, come area culturale, non è in dubbio. Ma l’eventuale nomina sarebbe perfetta per Gaetano Caputi, capo di gabinetto di Giorgia Meloni, che ha un solido legame con Terracciano. E se lo ritroverebbe come componente della Consulta.
I due hanno lavorato insieme in varie occasioni e realtà, tra enti pubblici e fondazioni, come già raccontato da Domani. Uno a sostegno dell’altro. Dentro FI le perplessità non mancano. Ma il vicepremier Tajani ha avocato a sé il dossier.
Anche perché il parlamento deve eleggere quattro giudici della Consulta e, finora, proprio le liti tra gli azzurri hanno bloccato tutto. Fratelli d’Italia ha scelto da tempo Francesco Saverio Marini, consigliere giuridico della premier, mentre il Pd punta sul costituzionalista Massimo Luciani. Mancano altri due nomi, che sono intrecciati: il candidato di Forza Italia e quello di un tecnico, o meglio di una tecnica (si punta a indicare una donna), che metta d’accordo maggioranza e opposizioni.
Dentro il partito fondato da Silvio Berlusconi lo scontro politico è stato violento. Alcuni volevano il viceministro alla Giustizia, Francesco Paolo Sisto, altri il senatore Pierantonio Zanettin. La votazione è stata rinviata più volte, nonostante a inizio gennaio l’accordo sembrasse fatto. Il prossimo voto sarà calendarizzato dalle conferenze dei capigruppo di Camera e Senato previste per martedì 4 febbraio. In quella sede Tajani potrebbe calare, last minute, l’asso nella manica: Gennaro Terracciano.
La soddisfazione nell’ufficio del capo di gabinetto di palazzo Chigi Caputi è assicurata. C’è chi sussurra che dietro la possibile operazione ci sia proprio la sua mano. Caputi ha potere dentro e fuori palazzo Chigi. Ed è determinato a difenderlo.
Dopo gli articoli di Domani, che nel febbraio 2024 hanno svelato i suoi affari, ha scelto di andare allo scontro: non ha risposto alle domande e ha presentato un esposto alla procura di Roma per andare a caccia delle fonti giornalistiche. Il braccio destro di Giorgia Meloni non è stato indebolito nemmeno dalle rivelazioni, fatte da questo giornale, sui controlli dei servizi segreti compiuti su di lui tra gennaio e settembre 2023.
Caputi, dalla postazione di palazzo Chigi, ancora condivide esperienze con Terracciano. Entrambi sono tra le principali menti dietro la rivista di diritto Amministrativ@mente. Uno, Caputi, è direttore responsabile, l’altro, Terracciano, è direttore scientifico. A braccetto, poi, figurano nel comitato scientifico, sezione economia, della fondazione Magna Carta, fondata dall’ex ministro berlusconiano Gaetano Quagliariello.
La coppia, oltre a bazzicare le stesse società macinando consulenze, si è ritrovata vicina dentro Unirelab, società del ministero dell’Agricoltura che si occupa di medicina veterinaria. Terracciano è stato assistente amministrativo, mentre il braccio destro di Meloni nell’organismo di vigilanza (entrambi con un contratto da 15mila euro l’anno). Gli incroci, sebbene non diretti, tra Caputi e Terracciano hanno lambito anche l’ambito calcistico.
L’attuale capo di gabinetto di Meloni è stato componente della Corte federale di appello della Figc, mentre il possibile candidato di Tajani per la Consulta è stato scelto come commissario ad acta per la riscrittura dello statuto della Lega di Serie A.
Terracciano ha comunque collezionato incarichi in solitaria. Tra le consulenze attuali più importanti, c’è quella al Viminale: è consigliere «in materia di diritto amministrativo e contrattualistica pubblica» del ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi (per un compenso di 20mila euro lordi all’anno). Ma il nome di Terracciano ricorda anche la 3-i spa, la società pubblica (di Inps, Istat e Inail) che dovrebbe garantire servizi di information technology alla pubblica amministrazione e, in particolare, ai tre istituti che ne detengono le quote.
Terracciano è stato presidente della società, prendendo il posto di Claudio Anastasio (che aveva dato le dimissioni dopo il discorso motivazionale con la citazione di Benito Mussolini). È stato il traghettatore, almeno fino a quando non è arrivato come direttore generale Stefano Acanfora, dirigente che anni fa in regione Lazio aveva sottoscritto un contratto di consulenza all’attuale sottosegretario alla Presidenza, Giovanbattista Fazzolari, all’epoca solo un dirigente di spicco di Fratelli d’Italia. […]
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