
LA CINA NON CAMBIA CANALE – LA PROPAGANDA DI XI JINPING STREPITA CONTRO L’ACCORDO TRA LA SOCIETÀ “CK HUTCHINSON”, DI HONG KONG, E IL CONSORZIO GUIDATO DA BLACKROCK (DI CUI FANNO PARTE ANCHE APONTE E IL FONDO GIP), PER LA VENDITA DEI PORTI SUL CANALE DI PANAMA: “È UNA GENUFLESSIONE, UN ATTO MERCENARIO”. NEL MIRINO FINISCE IL 96ENNE LI KA SHING, PATRON DELLA SOCIETÀ CHE INCASSERÀ 23 MILIARDI DI DOLLARI (SUL TAVOLO ANCHE ALTRI 41 SCALI IN 23 PAESI) – COME SI VENDICHERÀ IL PARTITO COMUNISTA? DEVONO ANDARCI PIANO PER NON SPAVENTARE GLI INVESTITORI, CHE POTREBBERO...
Estratto dell’articolo di Michelangelo Cocco per “Domani”
La vendita di due porti sul Canale di Panama da parte dell’hongkonghese CK Hutchison a un consorzio guidato dalla statunitense Blackrock è una «genuflessione, un atto mercenario che ignora gli interessi e la giustizia nazionale, e tradisce e svende l’intero popolo cinese».
A seguire, l’avvertimento: «L’azienda dovrebbe pensarci due volte e valutare attentamente la natura e il nocciolo della questione, e decidere da che parte schierarsi». L’abrasivo editoriale del quotidiano di Hong Kong Ta Kung Pao, che sparge sale sulle ferite mai suturate dei «cento anni di umiliazione nazionale» (1839-1949), è stato rilanciato dal sito internet dell’Ufficio per gli affari di Hong Kong e Macao.
Rappresenta dunque la linea del governo di Pechino, che così ha risposto, a freddo e con durezza, all’accordo preliminare tra il conglomerato fondato dal novantaseienne Li Ka Shing e Blackrock, il cui amministratore delegato, Larry Fink (amico di Donald Trump da quarant’anni), ha condotto la trattativa che ha permesso al presidente di atteggiarsi a novello James Monroe.
«Il Canale di Panama è stato costruito dagli americani per gli americani, non per gli altri. Non lo abbiamo dato alla Cina. Lo abbiamo dato a Panama e ce lo riprendiamo», ha esultato Trump al Congresso la settimana scorsa.
A smascherare l’ennesima post verità dell’inquilino della Casa Bianca ci ha provato Jose Raul Mulino, che ha ricordato che l’oggetto della contesa è una transazione sulla gestione di due terminal (Cristobal e Colon, all’ingresso e all’uscita, ndr) del Canale, il cui controllo resta al suo paese.
Con 40 milioni di portacontainer che lo attraversano ogni anno, la via d’acqua lunga 82 chilometri che collega gli oceani Atlantico e Pacifico è fondamentale per l’economia degli Stati Uniti, che ne sono i principali utilizzatori (seguiti dalla Cina), con circa il 70 per cento del traffico che lo attraversa diretto verso o proveniente dagli Usa.
[…] Il mega affare […] titilla il nazionalismo a Pechino come a Washington […], mentre tra i netizen dell’ex colonia britannica trovano una lettura più laica: quella vecchia volpe di Li Ka Shing ha colto l’attimo per uscire dal business dei porti, guadagnando una montagna di denaro.
Infatti, ha messo a disposizione del gruppo di cui fanno parte anche Terminal Investment Limited (Gianluigi e Diego Aponte) e Global Infrastructure Partners non solo i due a Panama, ma anche altri 41 scali in 23 paesi (per complessivi 199 attracchi), molti dei quali lungo le rotte della Belt and Road Initiative (Bri). Dalla principale iniziativa di politica estera della Cina Panama è uscita il 7 febbraio scorso, secondo Pechino in seguito a «pressioni e coercizioni degli Stati Uniti per diffamarla e sabotarla».
E di «impiego abusivo di tattiche di coercizione o bullismo» ha parlato anche il “chief executive” John Lee Ka-chiu, l’ex poliziotto che Pechino ha messo a guidare una Hong Kong normalizzata dal micidiale uno-due legge sulla sicurezza nazionale-controriforma elettorale (2020-2021).
[…]
Con la sua mossa a sorpresa Li Ka Shing mira a evitare di affrontare una disputa in un tribunale Usa, subire sanzioni o altri intralci ai suoi business. E a incassare 23 miliardi di dollari, molto più del valore stimato delle attività in vendita.
CK Hutchison manterrà il controllo dei suoi porti nella Cina continentale e a Hong Kong. Ma l’uscita di John Lee segnala che a Pechino stanno studiando un cavillo giuridico per frenare la ritirata strategica di Li Ka Shing e del primogenito Victor. Sebbene i diretti interessati continuino a sottolineare la natura «strettamente commerciale» dell’operazione, assieme all’aumento dei dazi sulle importazioni negli Usa delle merci cinesi, essa ha tutta l’aria di un attacco al commercio estero della Cina.
[…]
E così s’ipotizza perfino il ricorso alla normativa liberticida approvata dopo le proteste di massa del 2019, il cui articolo 29 punisce la «collusione» tra una persona che cospira con un’organizzazione straniera contro l’applicazione di politiche di Hong Kong o del governo centrale.
Li Ka Shing “colluso” con Blackrock contro la nuova via della Seta? Si tratterebbe di un’accusa politica, con conseguenze personali per il magnate e politiche per Hong Kong e per la Cina.
Da quando, il 13 marzo, è stato pubblicato l’articolo di Ta Kung Pao, le azioni di Hutchison sono scese del 7,28 per cento. E ieri la compagnia ha annullato la tradizionale conferenza stampa di presentazione dei risultati di fine anno.
Il partito comunista ha già bacchettato l’anziano miliardario ai tempi della rivolta pro-democrazia, per non essersi schierato contro il movimento.
victor li con il padre li ka shing
All’inizio del secolo scorso, quella che allora si chiamava Hutchison Whampoa traeva il 56 per cento delle sue entrate dalla Cina e da Hong Kong, scese a circa il 15 per cento negli ultimi anni in cui è diventata sempre più una corporation globale.
Per questo il Partito comunista dovrà procedere con i piedi di piombo, perché qualsiasi punizione contro un’azienda privata con sede nella porta della Cina al capitalismo e alla finanza internazionale spaventerebbe gli investitori, rischiando di trasformarsi in un boomerang, proprio nel momento in cui quella porta servirebbe aprirla il più possibile.
li ka shing
canale di panama 4
donald trump 1
canale di panama 3
canale di panama
canale di panama 2
MARCO RUBIO A PANAMA
li ka shing con la regina elisabetta
LI KA SHING HUTCHINSON WHAMPOA
li ka shing hong kong
LI KA SHING
LI KA SHING
li ka shing