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"COME SI PUÒ ACCOSTARE FALCE E MARTELLO ALLA SVASTICA HITLERIANA?" - IL DEM GOFFREDO BETTINI IN TACKLE SULLA RISOLUZIONE APPROVATA DAL PARLAMENTO EUROPEO CHE CHIEDE DI "VIETARE L’USO DEI SIMBOLI NAZISTI E COMUNISTI SOVIETICI": "EQUIPARARE QUESTI DUE SIMBOLI NON È SOLO UN’IDIOZIA POLITICA, È LA CANCELLAZIONE DELLA STORIA IN SÉ. PECCATO CHE TANTI PARLAMENTARI EUROPEI, ANCHE ALCUNI DEMOCRATICI, NON SI SIANO ACCORTI CHE MALTRATTANDO IL SIMBOLO DEI PROLETARI, CI SI È SPINTI DI FATTO A PRENDERE 'CONFIDENZA' CON L’ALTRO SIMBOLO, LA 'CROCE UNCINATA'; CHE CIRCOLA SEMPRE DI PIÙ NEI PARTITI NAZIONALISTI ED ESTREMISTI DELLE ISTITUZIONI EUROPEE CHE QUALCUNO, COME GIORGIA MELONI, VORREBBE RIPORTARE NEL GIOCO POLITICO DI BRUXELLES..."
Estratto dell'articolo di Goffredo Bettini per "Il Fatto Quotidiano"
goffredo bettini foto mezzelani gmt019
La risoluzione del Parlamento europeo approvata qualche tempo fa a Strasburgo, che chiede di vietare all’interno dell’Unione i simboli nazisti e comunisti sovietici, rende chiaro il balzo all’indietro, culturale e politico, dell’intera Europa. Non ha avuto, tale decisione, il rilievo che avrebbe meritato. È lo spirito del tempo, allergico alle idee, ai valori, allo spirito.
Qual è stato il simbolo dei comunisti sovietici, che sventolò su Berlino nel 1945, sancendo la libertà riconquistata in tutto il mondo? “La falce e il martello”. Un simbolo che non era, e non sarà in seguito, solo dell’Urss né tantomeno solo di Stalin: piuttosto, nato e cresciuto dall’Ottocento fino a oggi, nel corso di grandi battaglie di progresso, di giustizia, di libertà. Un simbolo, che si è opposto alla spietatezza dell’accumulazione capitalista nella sua fase iniziale; che costringeva, in condizioni insalubri e pericolose, bambini di 10 o 12 anni, a faticare in fabbrica per 15 ore al giorno. Un simbolo che invocava spazi di vita umani per gli ultimi del mondo. (…)
Come si può accostarlo alla svastica hitleriana? Che fu solo del dittatore tedesco e che accompagnò esclusivamente una dittatura violenta e folle, una guerra di aggressione e di conquista, l’annientamento ovunque fosse del popolo ebraico, lo scrigno di cultura, scienza e arte più prezioso in Occidente.
Equiparare questi due simboli non è solo un’idiozia politica, un revisionismo spinto dalle temperie malefiche dell’oggi; piuttosto è una dimostrazione d’ignoranza e falsificazione totale della storia. Anzi, è la cancellazione della storia in sé. La tabula rasa della memoria condivisa, del filo di continuità, seppure sempre più fragile, che ha dato un senso alla civiltà democratica europea. Infine, è un cedimento imperdonabile di una parte della sinistra europea. Il Pd è stato costretto a tenere conto delle differenze che lo attraversano circa i temi della guerra, del giudizio sulle sue cause e su Putin. Tuttavia non ha seguito l’indicazione della maggioranza del gruppo S&D di votare a favore.
Alla fine, ha deciso di astenersi dal voto sull’intera risoluzione e di votare contro sul paragrafo riguardante i simboli. Il Movimento 5 Stelle ha votato contro l’intera risoluzione. Dolersi di tutto ciò che è accaduto non significa neppure per un attimo sottacere gli orrori e i crimini commessi nei Paesi del socialismo realizzato; all’opposto significa prendere coscienza di quanto essi furono (nel corso degli anni) in alcuni Paesi esattamente il contrario, la negazione vivente, la messinscena grottesca, delle attese e delle speranze, che avevano ispirato i proletari nella loro lotta di emancipazione. Sotto l’effigie, appunto, della “falce e martello”; raffigurante i loro strumenti di lavoro e non di violenza e di morte. (…)
TORTA CON SVASTICA NELLA SEDE DI FORZA NUOVA
Il cosiddetto “Occidente libero” è in realtà tenuto in pugno da una manciata di miliardari che guidano i nostri destini. La “democrazia”, che i Paesi più ricchi vorrebbero esportare in tutto il mondo, è sempre più svuotata e i cittadini sempre più ridotti a semplici consumatori.
Povera Europa, così snervata e impotente! Attaccata, umiliata, sradicata dalla terra sulla quale è cresciuta. Confusa da una ventata di destra, che la induce a tagliare essa stessa il ramo su cui si poggia. Peccato che tanti parlamentari europei, anche alcuni sinceramente democratici, non si siano accorti che il loro assenso a quell’imperdonabile equiparazione è stato offensivo per la “falce e martello”, ma tragicamente più grave per il fatto che, maltrattando il simbolo dei proletari, si è spinto di fatto a prendere “confidenza” con l’altro simbolo, la “croce uncinata”; che circola sempre di più nei partiti nazionalisti ed estremisti delle istituzioni europee che qualcuno, come Giorgia Meloni, vorrebbe riportare nel gioco politico di Bruxelles.
goffredo bettini foto di bacco
Quando giustamente parliamo di una ricerca dell’unità tra tutte le forze democratiche partendo dalle cose concrete, tra queste nulla mi appare più concreto della lotta al degrado delle coscienze e antropologico che riscrive il passato, annientandone il senso più profondo.