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DAGOREPORT - LA TELEFONATA DI CECILIA SALA ALLA FAMIGLIA (“DORMO PER TERRA AL FREDDO, MI HANNO TOLTO ANCHE GLI OCCHIALI”) È STATA PENSATA DA TEHERAN PER FARE PRESSIONE SULL’OPINIONE PUBBLICA ITALIANA. SPERAVANO, A RAGIONE, DI METTERE ALL’ANGOLO IL GOVERNO MELONI E COSTRINGERLO A LIBERARE  MOHAMMAD ABEDINI (DI CUI GLI AMERICANI VOGLIONO L’ESTRADIZIONE) – LA DECISIONE È POLITICA: LA PAROLA FINALE SPETTA AL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA, CARLO NORDIO. LA MELONI È DISPOSTA A FARE UNO SGARBO AGLI AMERICANI? – IL PRESSING DI WASHINGTON E LA NOTA DELL’AMBASCIATA IRANIANA CHE CONFERMA CHE L’ARRESTO DELLA REPORTER È UNA RITORSIONE (NON C’ENTRA IL GIORNALISMO)

 

DAGOREPORT

cecilia sala

È evidente che se l’Iran ha concesso a Cecilia Sala di poter telefonare alla sua famiglia, e comunicare il suo disagio (“Dormo per terra al freddo, mi hanno tolto anche gli occhiali”), è perché voleva che il messaggio arrivasse forte e chiaro all’opinione pubblica italiana.

 

Speravano, come poi è avvenuto, che le dichiarazioni della 29enne romana colpissero cittadini e politica al punto da mettere sotto scacco il governo italiano, costringendolo a prendere una posizione chiara sul destino dell’ingegnere-spione iraniano Mohammad Abedini, arrestato a Malpensa il 16 dicembre su richiesta degli Stati Uniti.

 

Mohammad Abedini najafabadi

A Teheran temevano, come poi è effettivamente accaduto, che Washington si mobilitasse per spingere gli italiani a tenere ai ceppi il loro uomo.

 

La nota ufficiale del Dipartimento di Stato Usa, giunta al ministero degli Esteri e poi inoltrata al ministero della Giustizia, ha invitato il Governo e i magistrati a non concedere gli arresti domiciliari ad Abedini.

 

Come dargli torto, d’altronde appena un anno fa ci fu la fuga rocambolesca del russo Artem Uss, che gli americani chiedevano in estradizione, tornato a casa riuscendo ad evadere dai domiciliari con braccialetto elettronico. E non è stato un caso isolato.

 

paola amadei

Come scrive oggi Luigi Ferrarella sul “Corriere della Sera”: “Esattamente il precedente che gli americani mettono in cima alla lista nella nota con la quale chiedono energicamente alla Corte di non dare i domiciliari all’iraniano, di cui, dopo aver additato «la pericolosità» e le «fonti finanziarie», paventano appunto la fuga al pari del russo Uss, della spagnola Laura Virginia Fernadez Ibarra (che era in carico a Firenze), del nigeriano Efeturi Simeon (Milano), dell’americano Charles Christopher Gardner (Genova), del greco Christos Panagiotakopoulous (Venezia), della svizzera Daisy Teresa Rafoi Bleuler (Milano), e del tedesco Uwe Bangert (Trento)”.

 

Lunedì 6 gennaio, il sottosogretario Alfredo Mantovano, autorità delegata per la sicurezza, informerà il Copasir sul caso (con un’audizione che sarà secretata).

 

Nel frattempo l’ambasciatrice italiana a Teheran, Paola Amadei, ha consegnato al governo iraniano una nota del ministro degli Esteri, Antonio Tajani, e attende una risposta, che però sembra già esser stata anticipata dal tweet dell’ambasciatore italiano a Roma, Mohammadreza Sabouri, che ieri è stato convocato alla Farnesina.

 

IL BRACCIALETTO - LA FUGA DI ARTEM USS VISTA DA GIANNELLI

Nel post, viene esplicitata la connessione tra i casi giudiziari Sala e Aebedini: “In questo amichevole colloquio si è discusso e scambiato opinioni sul cittadino iraniano Mohammad Abedini, detenuto nel carcere di Milano con false accuse e della Signora Cecilia Sala, cittadina italiana, detenuta in Iran per violazione delle leggi della Repubblica islamica dell'Iran”.

 

L’ambasciatore ha poi sostenuto che alla Sala siano state “fornite tutte le agevolazioni necessarie, tra cui ripetuti contatti telefonici con i propri cari”, e ha chiesto apertamente “la liberazione del cittadino iraniano detenuto”.

 

Il 15 gennaio si terrà l’udienza, presso la Corte d’Appello di Milano, per la concessione dei domiciliari ad Abedini, dopo la contrarietà espressa dagli americani, a cui ha fatto eco il parere negativo del procuratore generale, Francesca Nanni.

 

joe biden giorgia meloni g7 borgo egnazia, puglia

Un parere comunque non vincolante, come ricordano oggi Gianni Barbacetto e Thomas Mackinson sul “Fatto quotidiano”: “E in effetti nel caso di Artem Uss, l'imprenditore russo che doveva essere estradato negli Usa evaso dai domiciliari, la Procura diede parere negativo e la Corte d'Appello di Milano decise diversamente, aprendo così la via di fuga a marzo del 2023”.

 

La decisione finale sull’estradizione spetta comunque al ministro della Giustizia Carlo Nordio. È lui che può togliere le castagne dal fuoco e, a prescindere dalla decisione dei magistrati, non concedere l’estradizione ad Abedini. Fra l’altro, Nordio è già diventato oggetto di uno scaricabarile politico.

 

CECILIA SALA MARIO CALABRESI

Come scrive oggi Alessandro Mantovani, sempre sul “Fatto quotidiano”: “Interpellate sulle iniziali sottovalutazioni, fonti governative invitano a guardare, più che alla Farnesina e a Palazzo Chigi, al ministero della Giustizia. E ora che l’unica strada per riportare a casa Sala sembra passare per la concessione degli arresti domiciliari ad Abedini, al ministero guidato da Carlo Nordio sembrano intenzionati a lasciar fare ai giudici. […]

 

il guardasigilli ha quasi tutti i poteri in materia di estradizione e dei relativi arresti: può ottenere la revoca della carcerazione in qualsiasi momento, a seconda delle interpretazioni anche i domiciliari, ma è improbabile che lo faccia.

 

CARLO NORDIO ALFREDO MANTOVANO

Nordio infatti ha già chiesto il mantenimento dell’iraniano in carcere, come pure la legge gli impone di fare entro 10 giorni a pena di revoca della misura stessa.

 

Se però il governo non vuole irritare gli Usa, […] la situazione non è semplice neppure per i giudici.

 

A Milano ci sono già magistrati nei guai per aver concesso i domiciliari al facoltoso russo Artem Uss, figlio di un oligarca, arrestato sempre su richiesta Usa nel 2023 e poi sparito.  Così c’è il rischio di tempi lunghi: per l’estradizione sono previsti 45 giorni e alla fine deciderà sempre Nordio. […]”

 

IL TWEET DELL AMBASCIATA IRANIANA IN ITALIA SU CECILIA SALA E MOHAMMAD ABEDINI

IL BIVIO DEL GOVERNO E UNA DOMANDA (SUI SERVIZI) CHE ATTENDE RISPOSTA

Estratto dell’articolo di Paolo Torricella per https://www.ilsussidiario.net/

 

[…]  In questo gioco geopolitico il nostro Paese si è ritrovato involontariamente al centro di eventi gravi e difficilmente gestibili senza avere nettezza e scaltrezza sul piano diplomatico. Per un verso, infatti, abbiamo ottimi rapporti con alcune delle potenze regionali invise agli Stati Uniti, come l’Iran. Mentre per un altro verso predichiamo costantemente la piena adesione ai valori atlantici, intendendo con essa una piena condivisione di obiettivi e strategie degli Stati Uniti.

 

ELISABETTA VERNONI MADRE DI CECILIA SALA - foto lapresse

Cecilia Sala è una giornalista giovanissima, ha un padre illustre e di grande influenza, viaggia da anni in tutti gli scenari raccontando la sua verità, si espone personalmente per le battaglie in cui crede ma è, suo malgrado, un bersaglio sin troppo semplice da accalappiare come preziosa pedina in un contesto complesso come quello mediorientale. La sua esposizione mediatica ed anche la nettezza delle sue posizioni la rendono inevitabilmente visibile ed estremamente semplice da utilizzare per fare pressione.

 

cecilia sala 4

Gli Stati Uniti impediscono ai loro cittadini di entrare in Iran e negli altri Paesi considerati “Stati canaglia”, proprio per non trovarsi nella spiacevole situazione di dover poi gestire eventuali ritorsioni sui propri connazionali.

 

A noi invece piace raccontarci l’idea di un Paese neutrale e amico di tutti, quando ci conviene, ma allo stesso tempo schierato fedelmente quando ci viene rammentato qual è il lato dello schieramento a cui dobbiamo per forza di cose appartenere. In guerra la neutralità non esiste, non è mai esistita, anche chi non si schiera alla fine prende una posizione e ne paga comunque le conseguenze.

 

RENATO SALA - PADRE DI CECILIA

Oggi il trattenimento della Sala è un atto di grande gravità, ma è anche una chiamata alla responsabilità del governo e della politica tutta, che deve evidentemente rimeditare al modo in cui il nostro Paese viene percepito sullo scacchiere internazionale.

 

Alcune voci del governo dicono che si potrebbe anche tentare la carta di evitare l’estradizione dell’ingegnere iraniano per avere un ammorbidimento della posizione iraniana sulla Sala, ma in questo modo saremmo nelle condizioni di una duplice debolezza, esposti al ricatto di chiunque voglia chiederci qualcosa in cambio trattenendo illegalmente un nostro connazionale, ed allo stesso tempo inaffidabili alleati del partner americano.

 

Al momento la situazione è però di tale gravità che una delle due strade si imporrà assolutamente. O rivendichiamo maggiore autonomia nelle scelte di politica estera, e quindi ci comportiamo in maniera autonoma di fronte a richieste come quella dell’estradizione dell’ingegnere iraniano, laddove non siano soddisfatti tutti i principi dello Stato di diritto; o rimaniamo fedeli alla linea atlantica, costi quel che costi.

CECILIA SALA

 

Il governo ha probabilmente molte più carte di quelle che crede da poter giocare su entrambi i fronti, visto che la duplicità di interessi che rappresentiamo deve avere evidentemente un valore da poter spendere su quei tavoli per fare sì che la Sala rientri sana e salva. Questo è evidentemente l’auspicio di tutti, ma dovrà poi iniziare una riflessione su come intendiamo porci come nazione e di come vengono gestiti i visti e le autorizzazioni per poter interagire in territori e scenari dove il rischio di essere strumentalizzati è evidentemente altissimo.

 

biden meloni vertice nato

Far finta di essere la simpatica nazione dello spaghetto e della pizza a cui tutti vogliono bene non regge più. Serve una scelta di maturità che la classe politica italiana attuale fa fatica a fare, presa com’è da vicende tutte interne e ripiegata su dinamiche di piccolo cabotaggio.  […]

cecilia sala 8Mohammad Abedini najafabadi

CECILIA SALA

cecilia sala 7

carlo nordio in versione panettiere immagine creata con l intelligenza artificiale di grok CARLO NORDIO - FOTO LAPRESSEALEXANDER USS SERGEI SHOIGU

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