DAZI AMARI PER L’ITALIA - MANCA ANCORA PIÙ DI UN MESE AL RITORNO ALLA CASA BIANCA DI TRUMP MA L’ESPLOSIONE DI INCERTEZZA LEGATA ALLE POSSIBILI TARIFFE DEPRIME ANCORA DI PIÙ LA FIDUCIA DELLE IMPRESE EUROPEE. PER GOLDMAN SACHS TRA UN ANNO LA UE PUÒ PERDERE 2,5 PUNTI DI PRODUZIONE INDUSTRIALE E 0,75 PUNTI DI PIL; L’ITALIA SAREBBE INSIEME ALLA GERMANIA TRA I PAESI PIÙ COLPITI, VISTO IL PESO CHE NELLE LORO ECONOMIE HA L’EXPORT E…
Filippo Santelli per repubblica.it - Estratti
Trump: basta il nome. Manca ancora più di un mese al suo ritorno alla Casa Bianca, tutti si chiedono se saranno veri dazi o solo minacce, ma la rielezione dell’”uomo delle tariffe” ha già cominciato a pesare sull’industria europea e su quella italiana. Basta il nome, appunto, e l’esplosione di incertezza che questo ha portato con sè. Una componente immateriale, ma rilevante eccome per le scelte di investimento – o non investimento – degli imprenditori.
Dicono gli analisti di Goldman Sachs che questa incertezza ha iniziato a vedersi nei dati sulla fiducia delle aziende manifatturiere europee, in ulteriore calo nelle ultime rilevazioni, e che il peggio arriverà fra un annetto. Con un colpo per la produzione industriale Ue che potrebbe arrivare a due punti e mezzo, fino a tre quarti di punto di crescita bruciati e i grandi Paesi manifatturieri, come Germania e Italia, a leccarsi le ferite.
DONALD TRUMP - ELON MUSK - GIORGIA MELONI
La vera brutta notizia è che l’incertezza sulle politiche commerciali colpirebbe anche se si evitasse una escalation tra Stati Uniti ed Europa, come alcuni prevedono, o anche se Trump, come alcuni sperano, decidesse di graziare gli alleati.
E’ stato così durante la sua prima presidenza, nonostante la guerra tariffaria non sia esplosa, ed è sulla base di quel precedente che gli economisti di Goldman costruiscono le loro previsioni per i prossimi mesi. A cavallo delle elezioni americane gli indicatori che misurano l’incertezza – nei titoli delle stampa o nei bilanci trimestrali delle imprese europee – hanno subito un’impennata anche superiore a quella del 2018. Lecito dunque attendersi, nell’arco dei prossimi dodici mesi, un effetto altrettanto pesante su produzione industriale e crescita.
URSULA VON DER LEYEN - FOTO LAPRESSE
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L’Italia è la più penalizzata
Una cosa è certa, e questo studio la ribadisce per l’ennesima volta: in entrambi gli scenari l’Italia sarebbe insieme alla Germania tra i Paesi più colpiti, visto il peso che nelle loro economie ha l’industria esportatrice, e al suo interno le aziende che producono beni capitali (macchinari e attrezzature) o intermedi, i più esposti alle incertezze del commercio internazionale.
Tutto questo, ripetiamo, indipendentemente dall’effetto diretto delle tariffe. Sono previsioni che allontanano la ripresa della nostra manifattura, già reduce da quasi due anni di produzione in calo. E allontano anche la ripresa complessiva di un’economia al momento in stagnazione, con i maggiori previsori che nelle ultime settimane hanno tutti rivisto al ribasso le stime per il 2025.
DONALD TRUMP E GIORGIA MELONI A PARIGI PER L INAUGURAZIONE DI NOTRE DAME