
“COSI’ LA MELONI DA’ L’IMMUNITÀ AI DELINQUENTI” – LE OPPOSIZIONI SULLE BARRICATE DOPO CHE ALLA CAMERA ARRIVA IL SÌ NOTTURNO ALLA LEGGE ANTI PM CHE FISSA IL LIMITE DEI 45 GIORNI PER LE INTERCETTAZIONI – VENGONO COLPITE INDAGINI SU STRAGI, OMICIDI, SEQUESTRI DI PERSONA, RAPINE AGGRAVATE, CORRUZIONE MA ANCHE FEMMINICIDI E REVENGE PORN – I DEM: “VOI VI GIRATE SU PARAGON, FISCHIETTATE SU INTERCETTAZIONI ABUSIVE. MA QUELLE LEGITTIME, NECESSARIE, NON SI POSSONO FARE” – LA POLPETTA VELENOSA TRA LE RIGHE DEL DDL SICUREZZA: L’OBBLIGO DI COLLABORARE CON I SERVIZI SEGRETI PER L'INTERO UNIVERSO DI CHI HA RAPPORTI CON LO STATO, DUNQUE ANCHE PER LA RAI E MEDIASET (CON TANTI SALUTI ALLA LIBERTA’ DI INFORMAZIONE)
Conchita Sannino per “la Repubblica” - Estratti
Un muro di gomma. Contro cui s’infrange definitivamente la speranza di salvare dalla stretta sulle intercettazioni almeno i reati più allarmanti. Cadono uno ad uno, dalle dieci di sera, alla Camera, gli ultimi emendamenti delle opposizioni. Ed è tra tensioni, urla e qualche insulto rivolto alla destra – “vergogna”, “inetti”, “sciacalli”, “giocate sulla pelle delle donne” – che è passata nella notte in via definitiva (147 sì, 67 no e un astenuto) un’altra norma anti-pm, la legge che fissa il limite dei 45 giorni per le captazioni. Colpendo anche indagini su condotte gravissime: non solo dal sequestro di persona alle rapine aggravate, alla corruzione. Ma perfino omicidi, femminicidi e stragi, passando per pedopornografia e revenge porn .
Nessuna eccezione, dunque: uniche deroghe previste per mafia e terrorismo.
(...) Concretamente: la legge rischia di trasformarsi in uno tsunami per moltissime inchieste, come hanno provato ad argomentare, già in sede di audizione, i maggiori procuratori del Paese: da Francesco Lo Voi a Nicola Gratteri, da Alessandra Dolci a Raffaele Cantone. Né basta, come rassicurazione, l’ordine del giorno con cui il governo si impegna nella notte, con il viceministro alla Giustizia Francesco Paolo Sisto, «ad adottare», prossimamente, «le opportune iniziative normative» per applicare la deroga anche ai reati contro le donne. «Se questa volontà è autentica, perché non avete approvato gli emendamenti che vi consentono subito di correggere una legge criminogena?», è la replica di M5S, Pd, Avs. Partono i cori, «vergogna».
intercettazioni guardia di finanza
«Quello che si sta consumando in quest’aula è gravissimo. Troppi reati senza intercettazioni non possono essere puniti: 45 giorni sono un periodo del tutto irrilevante, chi propone questa norma lo sa», tuona Federico Cafiero de Raho, M5s, già procuratore nazionale antimafia, pm che ha stanato il gotha dei casalesi.
«Il governo Meloni offre l’immunità ai delinquenti», conclude. Nel mirino «la schizofrenia legislativa della destra», punta il dito l’altra pentastellata, Valentina D’Orso: «Da un lato, stanotte sancite la resa totale dello Stato davanti al grande spaccio; dall’altro lato, nel ddl Sicurezza, al Senato, bandite persino le infiorescenze della pianta di canapa». Denuncia Federico Gianassi, Pd: «Non siamo contro una vigilanza sulle intercettazioni. Siamo contro questo asssurdo provvedimento. Voi vi girate su Paragon, fischiettate su intercettazioni abusive. Ma quelle legittime, necessarie, non si possono fare.
Pagherete un prezzo in termini di consenso».
(...)
ANCHE LA RAI DOVRA' FORNIRE INFORMAZIONI AGLI 007
Francesco Grignetti per “La Stampa” - Estratti
C'è una polpetta particolarmente velenosa tra le righe del ddl Sicurezza che sta per essere votato in via definitiva al Senato, all'articolo 31: obbligo di collaborare con i servizi segreti per l'intero universo di chi ha rapporti con lo Stato, nel senso più esteso del termine.
Persino le società radiotelevisive. Denuncia Valter Verini, Pd: «L'articolo approvato può colpire anche presidi importanti dell'informazione, del servizio pubblico Rai ma anche dei media concessionari (Mediaset ed altri, per esempio), che saranno obbligati a rispondere ad eventuali richieste di servizi di intelligence, consegnando banche dati, taccuini, rivelando fonti di giornalisti e delle redazioni e perfino contatti e itinerari degli inviati di guerra. Come si comprende bene, si tratta di un autentico colpo alla libertà di informazione, alla tutela delle fonti, a principi e regole fondanti protetti dalla Costituzione, da Convenzioni e direttive europee e internazionali».
(...) «Vogliamo lanciare un allarme. Rappresenta obiettivamente una minaccia e rende ancora più pesante la gravità di questo disegno di legge», conclude Verini
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INTERCETTAZIONI NORDIO - VIGNETTA BY VUKIC