È UNO SPORCO LAVORO E QUALCUNO DEVE FARLO: LE VERGINELLE SI INDIGNANO MA PARLARE CON I REGIMI È LA NORMALITÀ PER I SERVIZI – LA TELEFONATA DI CARAVELLI AL CAPO DELL’INTELLIGENCE DEL REGIME DI ASSAD, TRE GIORNI PRIMA DELLA CADUTA DEL DITTATORE, NON SERVIVA A MANIFESTARE SOLIDARIETÀ DA PARTE DEL GOVERNO, MA A VALUTARE A CHE PUNTO FOSSE L’AVANZATA DEI RIBELLI (E PERCHÉ NON INCONTRASSERO RESISTENZA) – PIUTTOSTO: CHI HA INTERESSE A METTERE IN CATTIVA LUCE L’ITALIA AGLI OCCHI DEI NUOVI VERTICI DI DAMASCO? IN BALLO CI SONO MOLTI INTERESSI: DAI PROFUGHI ALLA RICOSTRUZIONE DEL PAESE…
1 - CONTATTI TRA INTELLIGENCE SULL’ASSE ROMA-DAMASCO PRIMA DELLA CADUTA “NESSUN SOSTEGNO A ASSAD”
Estratto dell’articolo di Fabio Tonacci,Giuliano Foschini per “la Repubblica”
https://www.repubblica.it/esteri/2024/12/16/news/governo_siria_italia_aise-423888850/
Dal pozzo di documenti ufficiali che il regime ha abbandonato nei giorni della caduta di Damasco, è emersa una carta che riguarda l’Italia e i nostri servizi segreti per l’estero. È una relazione inviata a Bashar al Assad dal capo dell’intelligence siriana, Hassan Luqa, il quale riferisce di una telefonata ricevuta da Giovanni Caravelli, capo dell’Aise, il 5 dicembre scorso.
Così il 60 enne Luqa la descrive al dittatore: «Ha sottolineato il sostegno del suo Paese alla Siria in questo momento difficile, specificando che l’appoggio russo alla Siria sarebbe stato qualcosa che non sarebbe stato dimenticato».
Si è parlato molto del documento, soprattutto sui social dove è stato pubblicato da Suhail al-Ghazi, un giornalista investigativo affidabile. C’è chi dice che sia contraffatto e chi, al contrario, grida allo scandalo perché la Siria cui Caravelli avrebbe dato il sostegno […] era un regime sottoposto a sanzioni da Stati Uniti e Unione Europea. Oltretutto, appena quattro giorni prima, il Collegio francescano Terra Sancta di Aleppo era stato colpito da un raid russo, dunque quel riferimento all’ «appoggio russo che non sarebbe stato dimenticato », suona a dir poco inopportuno.
siria gente in strada festeggia la caduta di assad foto lapresse
Quella telefonata c’è stata. Fonti qualificate dell’intelligence italiana l’hanno confermato a Repubblica, dando però alla chiamata tutt’altra connotazione. «Il colloquio è stato richiesto allo scopo di acquisire direttamente dal direttore dell’intelligence siriana informazioni aggiornate ed elementi di valutazione sulla crisi in atto», riferiscono le fonti.
«Non è stato proposto né assicurato supporto di alcun tipo al regime di Assad. È stato chiesto a Luqa come mai non riuscivano ad arrestare l’avanzata verso Homs e come mai i russi non intervenivano». Erano i giorni dell’avanzata trionfale dei miliziani di Hayat Tahrir al Sham (Hts) verso Damasco.
ribelli siriani festeggiano la conquista di damasco foto lapresse
[…] Ora, che la nostra intelligence provi a mantenere canali informali aperti con gli 007 di tutti gli Stati esteri, compresi i più liberticidi, non è strano né scandaloso: fa parte anzi della ragion d’essere dei servizi segreti e dei compiti che l’ordinamento italiano gli assegna. A maggior ragione in Siria, dove in passato sono stati rapiti dei connazionali e dove ancora non si sa con certezza quale fine abbia fatto padre Paolo dall’Oglio, il gesuita scomparso a Raqqa nel 2013.
Il sito Insideover mesi fa ha dato conto di un viaggio di Caravelli a Damasco per incontrare Luqa e forse anche lo stesso Assad, notizia mai smentita. Obiettivo della visita era preparare il terreno per il riavvicinamento diplomatico col governo siriano, culminato ad agosto con la riapertura dell’ambasciata italiana a Damasco dopo dieci anni di sospensione dei rapporti.
L’Italia è stato il primo paese Ue a compiere questo passo dopo la guerra civile. […]
Neanche cinque mesi prima che il cinquantennale regime siriano si sgretolasse, l’Italia aveva preso misure che andavano verso la normalizzazione dei rapporti col dittatore Assad. Se, dunque, il generale Caravelli nella telefonata con Luqa avesse davvero garantito il sostegno concreto dell’Italia al regime morente non può che averlo fatto su precisa indicazione del governo Meloni.
Contattata da Repubblica, la Farnesina non commenta. Come detto, però, fonti qualificate della nostra intelligence smentiscono che il capo dell’Aise si sia spinto a tanto nella telefonata con Luqa. In quel momento, l’ufficiale siriano aveva probabilmente esigenza di rassicurare il raìs sulla tenuta del regime e su una mano dall’esterno. La storia ha dimostrato che né la Russia, né l’Iran, si sono mossi.
2 - "CONTATTI E APPOGGI AD ASSAD" TENTATIVO DI SCREDITARE I NOSTRI 007 LE TAPPE
Estratto dell’articolo di Francesca Sforza per “la Stampa”
[…] Che un documento fotografato su un sito e fatto rimbalzare ad arte si trasformi in: «Il governo Meloni ha dato il suo sostegno e dimostrato solidarietà al regime di Bashar al Assad pochi giorni prima che cadesse» è una cosa che ha a che fare con il combinato disposto di dilettantismo informativo, scarsa conoscenza dei meccanismi di lavoro delle agenzie di intelligence e comprensibile - ma non giustificabile - agitazione da crollo di regimi.
Il risultato però è intorbidire le acque, e mettere l'Italia in una posizione scomoda, che diminuisce la sua capacità di contrattazione e negoziazione con i nuovi arrivati. Prima di chiederci chi può trarne un vantaggio, cerchiamo di capire quali elementi sono in gioco, e perché questa tempesta si configuri come una brutta e perniciosa forma di propaganda.
giorgia meloni atreju foto lapresse 11
Innanzitutto l'autore del report: di Hassan Luqa si sono al momento perse le tracce, ma nello stesso documento parla di contatti avuti anche con i servizi giordani e di una situazione «sotto controllo» al Sud. Sembra così strano che un attivo funzionario dell'intelligence abbia voluto rassicurare il suo presidente e mostrare di avere in mano la situazione citando il sostegno che proveniva da fonti dei servizi stranieri?
E comunque, qui non si mette in dubbio che la telefonata con Caravelli ci sia stata, non solo perché i due si conoscevano (alla fine dell'estate l'Italia ha riaperto la sua ambasciata a Damasco, chi mai può aver preparato il terreno?), ma perché da Roma, informati del fatto che l'esercito di Assad si stava ritirando in velocità, si è sentita l'esigenza di capire cosa stesse accadendo.
ribelle siriano sopra statua di hafez al assad foto lapresse
Come spiegano fonti autorevoli, i servizi siriani, a quel punto, hanno ammesso di non avere l'appoggio dei russi, impegnati massicciamente nel Donbass, e di risultare quindi indeboliti e scoperti. Gli italiani, inoltre, nel momento in cui è avvenuta quella telefonata, avevano già intrattenuto rapporti con Al-Joulani e con i rappresentanti turchi, per impedire che la questione dei profughi sfuggisse di mano.
[…] Chi per preservare la propria integrità scegliesse di non parlare con un tipo come il capo dei servizi siriani si meriterebbe certamente il titolo di brava persona, ma se fosse un membro dell'intelligence di un qualsiasi Paese avrebbe quantomeno sbagliato lavoro.
Detto questo, chi ha interesse in questo momento a far sì che l'Italia venga guardata con sospetto dai nuovi leader della Siria post-Assad? Non dimentichiamo quali sono i dossier più importanti nelle relazioni bilaterali Italia-Siria: da una parte la gestione dei flussi di profughi, dall'altra la ricostruzione del Paese, in cui aziende e compagnie italiane potrebbero essere coinvolte, visto che già da qualche mese, con la riapertura dell'Ambasciata, avevano avuto modo di cominciare a tastare il terreno.
giorgia meloni atreju foto lapresse 1
Evidentemente non sono le sole, ed è questo che ieri ci hanno voluto ricordare.
ribelli siriani a damasco foto lapressela villa di bashar al assad a damasco saccheggiata foto lapresse siria, festeggiamenti a damasco dopo la caduta del regime di bashar al assad foto lapresseSIRIA - LA RIVOLTA CONTRO ASSAD - LE. FORZE IN CAMPOribelli siriani a damasco foto lapresseil direttore dell aise Giovanni Caravelli in niger ribelli siriani a damasco foto lapresse