GLI ITALIANI NON SE NE SONO ACCORTI MA SIAMO ENTRATI IN AUSTERITY – IL PIL E’ QUASI A ZERO (+0,5% NELL’ULTIMO TRIMESTRE 2024) E NON CI SARANNO MANOVRE CORRETTIVE E ORA BISOGNA CAPIRE COME CAMBIERA’ IL PIANO STRUTTURALE DI BILANCIO INVIATO A BRUXELLES IN AUTUNNO - IL GOVERNO SI È IMPEGNATO A PORTARE IL DEFICIT SOTTO IL 3% IL PROSSIMO ANNO, PER USCIRE DALLA PROCEDURA PER DEFICIT ECCESSIVO NEL 2027. E DEDICARSI DA QUEL MOMENTO ALLA VERA SFIDA: LA RIDUZIONE DEL DEBITO AL RITMO DELL’1% ALL’ANNO – SOLO CHE L’ECONOMIA E’ FERMA E CON IL VINCOLO DEL TETTO ALLA SPESA NON CI SARANNO MISURE DI SOSTEGNO AI CITTADINI…
Estratto dell’articolo di Valentina Conte per “la Repubblica”
giorgia meloni e giancarlo giorgetti foto lapresse 1
Non ci saranno manovre correttive. Il Pil anemico, azzerato da sei mesi, di sicuro cambia il quadro macro disegnato dal governo nel Psb, il Piano strutturale di bilancio inviato a Bruxelles in autunno. Ma non toglie il sonno al ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti. Fiero dei suoi «conti prudenti».
Fiducioso che qualcosa si potrà recuperare dalla «spesa per interessi», stimata più su di quanto sarà perché lo spread basso, «l’unico 110 che mi piace», premia la «stabilità politica». In realtà, l’unica assicurazione sulla vita del governo Meloni vive proprio nello stesso Psb. Quel Piano ha cambiato tutti i criteri del passato. Il nuovo vincolo è il tetto alla spesa. E quello non cambia, non viene toccato dalla crescita che non c’è più.
Altro che manovra. L’austerity è già qui. Ed è qui per restare.
giorgia meloni giancarlo giorgetti foto lapresse 2
I sacrifici sono tutti nero su bianco. Anche fosse, un deficit un po’ più alto non sarebbe una tragedia […]. Il governo si è impegnato a scendere sotto il 3% il prossimo anno, per uscire dalla procedura per deficit eccessivo nel 2027. E dedicarsi da quel momento alla vera sfida: la riduzione del debito al ritmo dell’1% all’anno.
Ma se si sforasse di qualche decimo – al 3,2-3,3% (anziché 2,8% nel 2026) – l’Europa capirebbe, visto che ha chiuso più di un occhio con il Psb della Francia. E visto che l’Eurozona è ufficialmente in stagnazione, con la Germania per il secondo anno in recessione e gli stessi francesi senza più l’effetto Olimpiadi (l’ultimo trimestre del 2024 sono andati sotto zero come i tedeschi).
giorgia meloni giancarlo giorgetti foto lapresse
[…] Non c’è un caso Italia, sussurrano dal ministero dell’Economia. Bisognerà però presto fare un calendario perché i numeri sono cambiati. Il Pil previsto dal governo non esiste più: +1% nel 2024 e +1,2% quest’anno. In entrambi i casi, si prevede quasi dimezzato.
Il Parlamento vuole capire (se ne discute in questi giorni nelle commissioni Bilancio riunite di Camera e Senato), come si procede quest’anno senza Def di primavera, il vecchio Documento di economia e finanza. In ogni caso, entro il 30 aprile il governo deve inviare alla Commissione europea il primo monitoraggio del Psb.
«Le nostre previsioni per il 2025 sono per un +0,6%», ragiona l’economista Fedele De Novellis, partner di Ref Ricerche. «Nel triennio 2023-2025 cresceremo poco, tra zero e uno. Sintesi di settori che vanno bene perché trainati dalla spesa pubblica che c’è stata e c’è, dal Superbonus al Pnrr. E settori che vanno male perché la stessa spesa netta viene limitata dal Psb all’1,5% in più all’anno.
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Spesa dunque che si contrae in termini reali. Pensiamo all’impatto su scuola e sanità, per esempio. E sulle retribuzioni. È vero quindi che non c’è bisogno di manovra correttiva. E non vedo problemi di finanza pubblica. Ma l’economia è ferma […]». […]