“GUARDIAMO CON SIMPATIA AI CATTOLICI IMPEGNATI IN POLITICA” – DOPO GLI INCONTRI DI MILANO E ORVIETO, ARRIVA LA BENEDIZIONE DI MATTEO ZUPPI, PRESIDENTE DEI VESCOVI ITALIANI - IN CASA CEI NON C’È NOSTALGIA DI UN PARTITO CATTOLICO, TANTOMENO CON L’ATTUALE LEGGE ELETTORALE, MA SUI PRINCIPI NON SI TRANSIGE -BETTINI: “I CATTOLICI IN POLITICA? IL TEMA RIGUARDA TUTTO IL CENTROSINISTRA. UN SOGGETTO DI CENTRO VA COSTRUITO DAL BASSO CON UN PROFILO CIVICO. MELONI? NON LA SOTTOVALUTO MA È DA SOLA. CHI LA CIRCONDA NON È ALL'ALTEZZA”
(ANSA) - "Il tema di una nuova partecipazione dei cattolici all'impegno politico riguarda l'insieme del centrosinistra. Non è appannaggio esclusivo di alcuno". Lo ha detto il dirigente Pd Goffredo Bettini, intervistato dal Qn. "Altra cosa - sottolinea Bettini - è il tema circa la nascita di un soggetto cosiddetto di centro. Va pensato e costruito dal basso, con autonomia e con un profilo civico. C'è un giacimento di elettori di circa il 50% che non vota. Lì occorre smuovere e convincere. Infine è ulteriormente diversa l'esigenza di aree interne al Pd che chiedono una maggiore visibilità e di pesare di più".
Per battere il centrodestra, secondo Bettini, "mancano a tutte le forze democratiche che intendono collaborare un programma unitario e una comune idea dell'Italia. Lavorare su questo è prioritario e urgente".
Bettini poi guarda al terzo mandato: "Sono contrario al terzo mandato. I governatori hanno poteri legislativi e decidono sulla sanità pubblica, che esige un controllo e una verifica dopo un certo arco di tempo. Tuttavia, nel rapporto con De Luca occorre intenderci se egli è un potere da abbattere o una risorsa da utilizzare nel modo migliore. È necessario trovare una via consensuale e rispettosa per uscire da questo passaggio difficile e per certi aspetti doloroso".
goffredo bettini. foto mezzelani gmt028
Intanto la premier Giorgia Meloni sembra ancora salda: "Non ho mai sottovalutato Meloni. È combattiva, furba, comunicativa. Ma è solo lei. Chi la circonda non è all'altezza e poi, fatemi dire che il fascino che ha suscitato quando era contro l'Italia della politica corretta è inevitabilmente destinato a scomparire".
LA BENEDIZIONE DI ZUPPI
Iacopo Scaramuzzi per "la Repubblica" - Estratti
(…) , a valle di un fine settimana che ha visto i cattolici tornare a farsi sentire sulla scena pubblica, a Orvieto e a Milano, Zuppi ha messo il suo timbro. «Guardiamo con simpatia», ha detto aprendo il “parlamentino” dei vescovi italiani, «agli sforzi per una rinnovata presenza dei cristiani nella vita politica del Paese e, mi auguro, dell’Europa, a partire dalla Settimana sociale di Trieste. È importante che ciò avvenga nel tracciato della Dottrina sociale della Chiesa», ha precisato, «nella pur legittima pluralità di espressioni politiche».
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L’incontro di luglio, in effetti, ha segnato un cambio di passo.
A Trieste si è manifestato senza timidezze l’orgoglio catto-dem, la preoccupazione per la crisi della democrazia, l’insofferenza per le derive populiste. Si sono dati appuntamento un centinaio di amministratori locali, schieramenti diversi ma comune retroterra nell’associazionismo cattolico, che torneranno a vedersi a Roma a febbraio. «La Chiesa parla perché è libera e ha uno sguardo amorevole e benevolo verso ciascuno», disse Zuppi, fresco di critiche al governo su autonomia differenziata e premierato: «Di tutti è amica e preoccupata, nessuno è per lei nemico».
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Ora l’arcivescovo di Bologna benedice, senza fare nomi e cognomi, gli incontri del fine settimana appena trascorso, i cattolici democratici a Milano con Ernesto Maria Ruffini e Romano Prodi, e i riformisti di Libertà Eguale a Orvieto con Paolo Gentiloni. Il dibattito è ancora in pieno svolgimento. Se a Trieste è emersa la nostalgia di una casa comune, sì, ma non per forza centrista, «il centro ha senso se è fuori dal Pd», ha detto ieri Matteo Renzi: «Schlein ha dato nuova linfa al Pd, ma lo ha trasformato in un partito molto più di sinistra rispetto a Veltroni o al sottoscritto. E questo “scopre” il lato più centrista».
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La pensa diversamente Lorenzo Guerini, presente sia a Milano che a Orvieto, per il quale, in assenza di elezioni fino ad ottobre, questo è il «momento propizio» per «rafforzare e definire maggiormente l’offerta dell’alternativa alla destra, che per me — dice — non può che essere quella di un nuovo centrosinistra ».
Il presidente della Cei vola alto. «Mi piacerebbe», afferma, «che il Giubileo ci spronasse a fare programmi creativi e stabili per quanti vivono difficoltà, anche in collaborazione con quanti condividono la nostra stessa sensibilità».
Per Zuppi, che peraltro la scorsa settimana ha partecipato con il segretario di Forza Italia Antonio Tajani a un convegno ospitato dall’ambasciata italiana presso la Santa Sede, «il Giubileo coincide con l’ottantesimo anniversario della fine della Seconda guerra mondiale, dalla cui tragedia nacque la scelta di immaginare la pace costruendo l’Europa i cui principi fondativi vanno difesi e rilanciati».
In casa Cei non c’è nostalgia di un partito cattolico, tantomeno con l’attuale legge elettorale.
Ma sui principi non si transige, anche al costo di tornare a criticare il governo Meloni. «Nonostante la riduzione degli sbarchi », ha detto Zuppi, «rimane elevato il numero di vittime di naufragio.
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