INSEGUENDO TRUMP – NELLA SUA GIORNATA AMERICANA, GIORGIA MELONI HA TENTATO DISPERATAMENTE DI AVVICINARE IL TYCOON: C’È RIUSCITA DURANTE LA MESSA ALLA CHIESA DI ST. JOHN’S, PRIMA DEL GIURAMENTO. POI, DURANTE LA CERIMONIA, SE L’È SPASSATA CON IL PRESIDENTE ARGENTINO, JAVIER MILEI, IN ULTIMA FILA - L’IRRITAZIONE EUROPEA DI CUI SI È FATTO PORTAVOCE IL PROSSIMO CANCELLIERE TEDESCO, FRIEDRICH MERZ: "BISOGNA RESTARE UNITI" - E OLAF SCHOLZ RIFILA UN CALCIONE ALLA DUCETTA: "BISOGNA TENERE LA SCHIENA DRITTA NEL RAPPORTO CON GLI USA"
GIORGIA MELONI A WASHINGTON PRIMA DEL GIURAMENTO DI DONALD TRUMP
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LA MELONI SOGNA DI DIVENTARE IL PONTE TRA USA E UE MA A BRUXELLES LA FARANNO A STELLE E STRISCE
Costruire solide relazioni per il presente e il futuro della nostra Nazione ?? pic.twitter.com/DlohbXxVZz
— Giorgia Meloni (@GiorgiaMeloni) January 21, 2025
1. MELONI, L’ABBRACCIO CON I DONALD BOYS: “QUI PER SALDARE L’ASSE ITALIA-UE-USA”
Estratto dell’articolo di Francesca Schianchi per “La Stampa”
JAVIER MILEI SE LA SPASSA CON GIORGIA MELONI ALL INAUGURATION DAY
La funzione in chiesa, poco dopo le otto del mattino. Poi lo spostamento alla Rotonda di Capitol Hill, per assistere di persona, fra i 600 o poco più selezionati ospiti, al secondo giuramento di Donald Trump […].
Ci teneva così tanto a esserci la premier Giorgia Meloni, a segnare la propria presenza e accaparrarsi uno di quei pochissimi posti a sedere al cospetto del nuovo capo della Casa Bianca […] che per la seconda volta nel giro di poche settimane si decide all’ultimo minuto e organizza un’andata e ritorno dell’Atlantico in ventiquattr’ore: atterraggio domenica sera alle 23.30, ripartenza ieri pomeriggio dopo la cerimonia.
javier milei ride con giorgia meloni inauguration day foto lapresse
Un modo per provare ad accreditarsi come il ponte ideale tra l’Europa e il nuovo corso statunitense, e forse anche evitare che provi a prendere spazio nel cuore di Trump il suo vicepremier, Matteo Salvini […].
Alla fine, come prevedibile in una giornata così intensa per Trump, al presidente rieletto riesce a strappare solo un breve saluto al momento della messa.
Alla vigilia della partenza, aveva chiamato la presidente della Commissione europea, Ursula Von der Leyen, non invitata alla cerimonia, per condividere con lei il senso di una visita quantomeno irrituale: solitamente, sono i diplomatici dei vari Paesi a essere invitati, non i capi di Stato o di governo.
JOE BIDEN - DONALD TRUMP - GIORGIA MELONI - MEME BY VUKIC
E infatti, ieri, gli unici altri presenti erano il presidente argentino Javier Milei, che le siede accanto e con cui le telecamere accreditate la riprendono chiacchierare nell’attesa, e il vicepresidente cinese Han Zheng.
Un’irritualità, questa presenza di Meloni come unica leader europea, che aveva irritato anche qualche alleato, a sentire il candidato cancelliere della Cdu Friedrich Merz che nei giorni scorsi aveva raccomandato ai Paesi della Ue di «restare uniti» per riuscire a «essere rispettati nel mondo e negli Stati Uniti». Mentre ieri il cancelliere uscente Olaf Scholz raccomandava a tutti di «tenere sempre la schiena dritta» nel rapporto con gli Usa.
«L’Italia sarà sempre impegnata nel consolidare il dialogo tra Stati Uniti ed Europa, quale pilastro essenziale per la stabilità e la crescita delle nostre comunità», scrive lei sui social pubblicando una foto d’archivio con Trump, e accreditando esattamente quella volontà di mediazione tra il trumpismo di ritorno e la Ue.
GIORGIA MELONI ALL INAUGURATION DAY DEL SECONDO MANDATO DI DONALD TRUMP
Nell’attesa dell’inizio della cerimonia, mentre poco a poco la Rotonda si riempiva fino all’entrata finale del nuovo inquilino della Casa Bianca, la premier, sistemata a poche file di distanza dagli ex presidenti, ha cercato di tessere qualche rapporto: una chiacchiera con il segretario di Stato designato, Marco Rubio; un’altra con il nuovo consigliere per la Sicurezza nazionale, Michael Waltz.
MELONI - MUSK - TRUMP - MACRON MURALE IN VIA DELLA PILOTTA ROMA
Oltre a un saluto caloroso con Elon Musk, il plurimiliardario che dovrà sforbiciare le spese pubbliche nel governo Trump, con l’acronimo di Doge. L’esponente della nuova amministrazione a cui è forse più vicina, già da tempo: ospite due anni fa ad Atreju, la sua festa di partito, fu lui a consegnarle il premio dell’Atlantic council qualche mese fa a New York.
«Penso sia molto importante per una nazione come l’Italia, che ha rapporti estremamente solidi con gli Stati Uniti, dare una testimonianza della volontà di continuare, e semmai rafforzare quella relazione, in un tempo in cui le sfide sono globali e interconnesse», spiega Meloni […] in un video diffuso da Palazzo Chigi in mattinata, prima che cominci la giornata di festeggiamenti.
javier milei - giorgia meloni - INAUGURATION DAY DEL SECONDO MANDATO DI DONALD TRUMP
Che per la presidente del consiglio si concludono dopo il giuramento e il discorso di Trump: il pranzo successivo è dedicato ai rappresentanti del Congresso americano. Lei va in un caffè del centro della città, una breve sosta e la ripartenza per l’Italia. […]
STRETTA DI MANO E MESSA MELONI INTRAVEDE TRUMP “DOVEVO ESSERE QUI”
La presidente del Consiglio è l’unico capo del governo europeo presente alla cerimonia di Washington Il colloquio con Musk e le battute con Milei
Estratto dell’articolo di Tommaso Ciriaco per “la Repubblica”
https://www.repubblica.it/politica/2025/01/21/news/meloni_incontro_trump_insediamento-423951355/
DONALD TRUMP E GIORGIA MELONI NELLA LOGGIA NERA - MEME BY EDOARDO BARALDI
[…] Al centro dell’area blindata c’è la chiesa episcopale di St. John’s. Giorgia Meloni scende da un van nero lucido ed enorme. Si accomoda sulle panche di legno del santuario.
Obiettivo: incrociare Donald Trump. Accade poco dopo: saluto fugace, una stretta di mano e qualche parola di circostanza. Qualche secondo in più lo spenderà con Elon Musk, il suo canale prezioso per la Casa Bianca.
È il minimo sindacale, ma è vero che il protocollo è rigidissimo e l’agenda del tycoon scoppia di appuntamenti. Resterà comunque l’unico contatto tra i due. Il resto è solo festa grande che magnifica il padrone d’America.
Due ore dopo, sotto la cupola di Capitol Hill […]. C’è Meloni che conversa fitto fitto con Javier Milei. Gli sussurra qualcosa all’orecchio. Le telecamere si fermano per qualche secondo su di loro […] ma dura poco: l’inquadratura si stringe spesso ed esclude la premier.
È più indietro, nell’ultima delle cinque file del palco d’onore, sulla sinistra. È arrivata a Washington solo poche ore prima, atterrando a Camp Springs a mezzanotte di domenica. Per difendersi dal gelo artico, sfodera un piumino chiaro modello Lapponia. Riposa qualche ora all’hotel Salamander.
Al Campidoglio indossa invece un cappotto blu. Sotto, pantaloni viola e camicia bianca. La accompagnano solo due eletti: il consigliere diplomatico Fabrizio Saggio e l’onnipresente Patrizia Scurti, segretaria particolare del melonismo.
Quando entra Trump, la leader applaude. Farà lo stesso per il passaggio drastico sui migranti. A un certo punto, Meloni alza lo sguardo e trova almeno qualcosa di italiano: “L’Apoteosi di George Washington”, un affresco di Constantino Brumidi. […]
La scelta di partecipare al rito sacro del patriottismo americano è politicamente molto impegnativa. Inedita. La diplomazia le aveva sconsigliato l’azzardo, Meloni non ha cambiato idea e difende l’operazione politica: «Il messaggio è la mia presenza. Esserci stata». Parlerà a lungo anche con Marco Rubio, il nuovo segretario di Stato, e con il consigliere per la sicurezza nazionale Mike Waltz.
Il programma è plasmato su un uomo solo: Trump. E Meloni segue le sue orme. In chiesa. Poi alla cerimonia in Campidoglio. Si staccherà dalle celebrazioni ad ora di pranzo, rilassandosi a pranzo al Caffe Milano. I commenti ufficiali li consegna invece ad un video registrato nella hall dell’hotel: «È estremamente importante per una nazione come l’Italia, che ha rapporti solidissimi con gli Stati Uniti, dare una testimonianza della volontà di rafforzare quella relazione in un tempo in cui le sfide sono globali e interconnesse».
VIGNETTA DI CHARLIE HEBDO SU GIORGIA MELONI ED ELON MUSK
La missione non permette alla premier di ragionare con Trump dell’assillo più grande dell’esecutivo, almeno in queste ore: i dazi. Se ne parla a Roma, da giorni. A Palazzo Chigi e nei principali ministeri circolano alcune bozze sulle stime di una stretta di Trump.
Il titolo è neutro: “Possibile impatto” della probabili barriere commerciali. Ma il contenuto allarma. Le proiezioni analizzano due scenari sull’Italia e l’Europa: dazi al 10 e al 20%. A pesare sarebbe anche la reazione cinese, che a sua volta proverebbe a invadere i mercati continentali per compensare le barriere Usa del 60% contro il Dragone.
Nell’ipotesi peggiore, i Ventisette pagherebbero un prezzo finale enorme: 178 miliardi all’anno. Altrimenti, il danno sarebbe di 102 miliardi. Per Roma, l’effetto sarebbe pesante: «L’Italia è uno dei Paesi Ue più esposti alle possibili ripercussioni di una simile politica». Per questo, Meloni ritiene vitale costruire una relazione forte con il presidente Usa. E ha scelto di volare negli Usa. Dovrà però decidere se giocare una partita al fianco dei partner europei o provare a salvarsi da sola. Per adesso, incrocia le dita sotto la neve di Washington: «Dovevo esserci».
GIORGIA MELONI E MATTEO SALVINI NELLA LOGGIA NERA - MEME BY EDOARDO BARALDI giorgia meloni e donald trump meme by edoardo baraldi GIORGIA MELONI - ELON MUSK - MEME BY EDOARDO BARALDI INCONTRO A MAR A LAGO TRA DONALD TRUMP E GIORGIA MELONIINCONTRO A MAR A LAGO TRA DONALD TRUMP E GIORGIA MELONIMELON MUSK - MEME DONALD TRUMP ACCOGLIE GIORGIA MELONI A MAR-A-LAGODONALD TRUMP - GIORGIA MELONI - MARCO RUBIO