
L’UE HA L’OCCASIONE PER FARE LA STORIA E LITIGA PER DUE SPICCI – IL PIANO DI 40 MILIARDI DI AIUTI PER L’UCRAINA, PROMOSSO DALL’ALTO RAPPRESENTANTE KAJA KALLAS, ANNASPA: NON SOLO IL PUTINIANO ORBAN (E IL SUO COMPARE SLOVACCO FICO) SI OPPONE CON IL VETO, MA ANCHE ITALIA, FRANCIA, BELGIO, SPAGNA, GRECIA, MALTA E CIPRO SONO TIEPIDI. IL MOTIVO? LA RIPARTIZIONE DEI DENARI DA SGANCIARE PER KIEV AVVERRÀ IN BASE AL PIL. E I PAESI CON UN DEBITO ALTO TEMONO DI FINIRE FREGATI (E MAZZIATI)
Estratto dell’articolo di Francesca Basso per il “Corriere della Sera”
L’Unione europea ieri è sembrata fuori fuoco. Mentre Londra e Parigi stanno cercando di mettere insieme un contingente militare composto da più Paesi per contribuire al processo di pace in Ucraina e di fatto cercare di ritagliarsi un posto al tavolo dei negoziati, a Bruxelles la discussione tra i ministri degli Esteri dei Ventisette è stata sul piano da 40 miliardi per sostenere l’Ucraina nel 2025, presentato dall’Alto rappresentante Ue Kaja Kallas circa un mese fa e su cui ancora ieri non si sono fatti progressi.
AIUTI ALL UCRAINA - GLI STATI CHE HANNO SOSTENUTO DI PIU KIEV
L’obiettivo del piano è andare in soccorso di Kiev dopo i tagli da parte degli Stati Uniti e consentire all’Ucraina di continuare a difendersi da Mosca. Un sostegno che sarà ribadito nel summit Ue di giovedì dai leader.
Ma le difficoltà a mettere d’accordo i Ventisette restano notevoli, senza contare il veto dell’Ungheria, che da tempo non vuole più sostenere militarmente l’Ucraina (così come la Slovacchia): «L’intenzione di Bruxelles di rendere impossibili i negoziati di pace è inaccettabile», ha accusato ieri il ministro degli Esteri Péter Szijjártó, confermando il no al piano Kallas, che sarà su base volontaria proprio per sottrarsi al veto di Budapest.
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[…] A favore del piano sono Germania, Olanda, Finlandia, Svezia, Danimarca, Estonia, Lettonia, Lituania, Repubblica Ceca, Romania, Polonia e Irlanda. Berlino da sola ha già stanziato per quest’anno 7 miliardi di aiuti per l’Ucraina.
La situazione è però complessa, come traspare dalle parole del ministro degli Esteri spagnolo José Manuel Albares Bueno, che per segnare la distanza di Madrid dal piano ha spiegato che «non c’è nessuna proposta, c’è un non-paper dell’Alto rappresentante e vedremo come andrà il dibattito».
«Ciò che è chiaro — ha aggiunto — è che la Spagna è uno di quei Paesi che, per esprimere la propria solidarietà in tutti i settori, anche in quello dei finanziamenti prevedibili, non ha dovuto aspettare che l’Alto rappresentante avanzasse proposte».
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Uno degli aspetti del piano che ha sollevato dubbi, soprattutto tra i grandi Paesi, è la scelta della chiave di ripartizione in base al Pil. Tra gli scettici ci sono Italia, Francia, Belgio, Spagna, Grecia, Malta e Cipro. «Valuteremo con grande attenzione il piano Kallas», ha assicurato il ministro degli Esteri Antonio Tajani, aggiungendo che il contributo dell’Italia sarebbe di «4-5 miliardi» e invitando a tenere presente che «noi dobbiamo anche raggiungere l’obiettivo del 2% della Nato e c’è il piano per la sicurezza della presidente von der Leyen». «Vediamo cosa emerge dalla telefonata fra Trump e Putin. Intanto arriviamo al cessate il fuoco», ha concluso.
VERTICE EUROPEO PER L UCRAINA A PARIGI
leader europei a kiev 24 febbraio 2025