
“MELONI CHE FA DI SPINELLI UN ANTIDEMOCRATICO? UNA BESTEMMIA. LA STORIA DELLA PREMIER VIENE DAL FASCISMO, NON PUÒ ESSERE LA SUA EUROPA QUELLA DEL MANIFESTO DI VENTOTENE” - GIOCONDA SPINELLI, NIPOTE DEL PADRE POLITICO DELL'UE, INFILZA LA DUCETTA: "DOVREBBE STUDIARE MEGLIO LA STORIA, C’È ANCHE IGNORANZA. GLI ANTIFASCISTI STAVANO IN CARCERE AL CONFINO, NON IN UNA SITUAZIONE BEATA” - RENATA COLORNI, FIGLIA DEL FILOSOFO ANTIFASCISTA EUGENIO COLORNI, UCCISO NEL 1944, SI DICE INDIGNATA: “GIORGIA MELONI NON SOLO RINNEGA LA MEMORIA, MA LA OLTRAGGIA ANCHE”
Maria Corbi per la Stampa - Estratti
Gioconda Spinelli è figlia di Veniero Spinelli e nipote di Altiero, il padre politico del federalismo europeo, autore del Manifesto di Ventotene, letto e criticato ieri dalla premier Giorgia Meloni, in aula a Montecitorio.
«Quell'Europa non è la mia» ha detto, sottolineando pezzi del testo di matrice socialista. Cosa ha pensato?
«La signora Meloni dovrebbe studiare meglio la storia, anche quella scritta da mio zio Altiero».
Come reagisce alla premier che fa di Spinelli un antidemocratico?
«Questa bestemmia conferma quello che ho sempre pensato di Meloni. La sua storia viene dal fascismo e lo conferma. E quindi è chiaro che non può essere la sua Europa quella del Manifesto di Ventotene».
La premier ha sottolineato passi del Manifesto che auspicano la fine della proprietà privata e la rivoluzione socialista. Senza contestualizzarli.
Una provocazione?
«Anche ignoranza. Gli antifascisti stavano in carcere al confino, non in una situazione bella e beata. Nel 1941 in Italia c'era la dittatura fascista e l'Europa si trovava sotto il dominio della Germania hitleriana. In quel contesto si pensa alla rivoluzione, a un terremoto che possa abbattere quei regimi. E in quel contesto Altiero Spinelli ed Ernesto Rossi hanno avuto la capacità e la forza di immaginare un'Europa e un mondo diversi che non coincidono certo con la visione della premier che nasce da un'ideologia nazionalista e sovranista».
Lontana dal sogno federalista europeo di suo zio.
«Per loro, mio zio e gli altri, la restaurazione dei vecchi Stati nazionali avrebbe contenuto un pericolo, perché anche in un sistema democratico perseguire interessi egoistici, alimenta comunque conflitti».
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RENATA COLORNI
GABRIELLA CERAMI per la Repubblica - Estratti
Renata Colorni, figlia del filosofo antifascista Eugenio Colorni, ucciso nel 1944, e cresciuta da Altiero Spinelli, secondo marito della madre, ha da poco finito di ascoltare «indignata» le parole della premier pronunciate in Aula alla Camera e non esita a dire che «Giorgia Meloni non solo rinnega la memoria, ma la oltraggia anche».
Suo padre e Spinelli furono tra gli ideatori e firmatari del Manifesto di Ventotene: che effetto le ha fatto sentire la premier dire di non riconoscersi in uno dei testi fondativi dell’Unione europea?
«Noi oggi possiamo discutere e parlare perché le persone, che lo hanno scritto, sono morte e hanno perso la vita per questo. Ma d’altronde Meloni non è la prima ad averlo rinnegato».
ALTIERO SPINELLI CON ERNESTO ROSSI
A chi si riferisce?
«In Italia abbiamo avuto altre simili assurdità quando Silvio Berlusconi disse che a Ventotene i confinati andavano in villeggiatura ».
Questa volta però si tratta di parole, quelle di Meloni, pronunciate in Parlamento. È ancora più grave?
«È un salto di qualità orrendo. La presidente del Consiglio ha oltraggiato la memoria di un gruppo di persone che rappresenta l’antifascismo italiano e che è stato in prigione a Ventotene. E in più ha fatto una dichiarazione di inimicizia nei confronti dell’Europa».
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Cosa risponde?
«Spinelli era comunista, Colorni era socialista e Ernesto Rossi liberale. Insieme, partendo da tre posizioni diverse, hanno pensato a una soluzione che potesse far uscire l’Europa dalla situazione in cui si trovava, hanno cercato un modo per combattere i nazionalismi e preparare un avvenire comune per l’Europa. Forse la premier lo ha dimenticato, o forse non lo ha mai saputo».
IL DISCORSO DI GIORGIA MELONI SU VENTOTENE - VIGNETTA BY ELLEKAPPA
spinelli rossi colorni a ventotene
eugenio colorni
giorgia meloni in versione ducetta