giuseppe cavo dragone donald trump

“LA PACE E LA SICUREZZA NON SONO GRATIS” – L’AMMIRAGLIO GIUSEPPE CAVO DRAGONE, NUOVO PRESIDENTE DEL COMITATO MILITARE DELLA NATO, SI DICE D’ACCORDO CON TRUMP, CHE HA INTIMATO AI PAESI DELL’ALLEANZA ATLANTICA DI SPENDERE PER LA DIFESA IL 5% DEL PROPRIO PIL E NON SOLO IL 2%: “HA LE SUE RAGIONI. DOBBIAMO SPENDERE DI PIÙ E MEGLIO. DIFENDIAMO A SPADA TRATTA LA NOSTRA SOVRANITÀ INDUSTRIALE, SBAGLIANDO. SIAMO IN RITARDO. ABBIAMO LA MINACCIA ALLE PORTE DI CASA, È IN EUROPA. NON POSSIAMO AVERE UNA ‘MENTALITÀ DI PACE’…”

Estratto dell’articolo di Maurizio Caprara per il “Corriere della Sera”

 

Giuseppe Cavo Dragone capo di Stato Maggiore della Difesa

«La pace e la sicurezza non sono gratis. Ma la guerra ha costi immensamente superiori», dice Giuseppe Cavo Dragone, da oggi presidente del Comitato militare della Nato. L’ammiraglio, 67 anni, è l’italiano nella posizione più alta all’interno dell’Organizzazione del Trattato del Nord Atlantico.

 

Dal quartier generale di Bruxelles coordinerà l’organismo che tiene in raccordo tramite i rispettivi rappresentanti o di persona i capi di stato maggiore della Difesa dei 32 Stati membri, l’incarico ricoperto dallo stesso Cavo Dragone nel nostro Paese fino al 2024.

 

donald trump - nato

Tra i compiti del Comitato militare rientra valutare la fattibilità delle operazioni volute dal livello diplomatico-politico della Nato, il Consiglio del Nord Atlantico. […]

 

Donald Trump sostiene che i Paesi della Nato dovrebbero spendere per la difesa il 5% del proprio Prodotto interno lordo. Per avere un’idea riguardo al nostro Paese, rispetto all’obiettivo del 2% concordato in sede Nato nel 2014 l’Italia ritiene un progresso essere arrivati all’1,54% e si prefigge l’1,61% per il 2027.

 

vladimir putin

Quali conseguenze può generare sugli alleati la mossa del prossimo presidente degli Stati Uniti?

«Devo essere sincero. Nei tempi e nei modi lo vedremo, tuttavia in linea di massima il presidente Trump ha le sue ragioni. Dobbiamo spendere di più. Prima ancora, spendere meglio. I Paesi membri della Nato e dell’Unione europea hanno 172 sistemi di arma differenti. Gli americani 35. Non adottando economie di scala noi spendiamo molto di più. Difendiamo a spada tratta la nostra sovranità industriale, sbagliando. Le nostre industrie sono in ritardo».

 

Dal suo punto di osservazione, che cosa in particolare lo segnala?

«Si ripete una minaccia analoga, se non peggiore, a quella che c’era durante la Guerra Fredda. Logica vorrebbe che si ritornasse a determinati valori di impegno. Vedremo come, a seconda delle nazioni, però questo è un dato di fatto. Perché la minaccia c’è.

L’abbiamo alle porte di casa, è in Europa. Siamo in ritardo.

Avremmo dovuto essere più previdenti e dobbiamo risalire una china».

 

giuseppe cavo dragone foto di bacco (1)

Si riferisce all’invasione russa dell’Ucraina e a ciò che ne può conseguire?

«Sì. Siamo in salita e stiamo correndo, dobbiamo fare sforzi sostanziali per raggiungere di corsa determinati livelli di investimento. Ciò che il presidente Trump chiede e che Paesi europei faranno — secondo i tempi e i modi che decideranno gli Stati, i quali sono sovrani — è corretto.

Non è altro che un’equa distribuzione dello sforzo che attualmente non mi pare ci sia».

 

Secondo lei come si sarebbe dovuti essere previdenti negli stanziamenti per la difesa?

«Abbiamo vinto la Guerra Fredda e quando era in corso i Paesi europei della Nato spendevano in media il 3% del Pil. Scoppiata la pace, forse ci siamo un po’ seduti. Calcoli che se dai primi anni Novanta avessimo continuato a destinare alla difesa il 3% dei Pil avremmo speso 8.600 miliardi di euro in più. Sono andati ad altro tipo di uscite. Temo sia stato un errore: adesso siamo in ritardo».

 

donald trump - nato

Molti il ritardo non lo percepiscono.

«Il segretario generale della Nato Mark Rutte parla di “mentalità di guerra”. Potrà farci paura, ma sicuramente non potremo avere una mentalità di pace. Non so come possiamo chiamarla per essere politically correct , però non più una mentalità di pace. Perché vediamo che cosa ha generato adesso».

 

Nell’essere consapevoli della minaccia alle porte avverte un senso di solitudine del suo mondo?

«Sì. La nostra società non lo sa e non lo vuole sapere. Forse è anche colpa nostra, dovremmo spiegare quanto costa la pace, avere una deterrenza che imponga all’ipotetico avversario di non mettere in atto determinate misure perché sconveniente per lui. Quanto costa? Tanto, lo sappiamo. Quanto costa la guerra? Cifre immensamente superiori rispetto al costo della pace. Probabilmente il cittadino non lo sa. Cerchiamo di convincere che siamo in pericolo. Perché lo siamo, la minaccia c’è. Il presidente Putin non si è fermato all’annessione della Crimea del 2014».

 

sergio mattarella guido crosetto giuseppe cavo dragone all altare della patria

Nei giorni scorsi avete avviato l’esercitazione «Steadfast Dart 2025». Mobiliterà circa diecimila militari da nove Paesi, 1.500 veicoli più navi e aerei. Li porterà in Bulgaria, Grecia e Romania per dimostrare che è possibile dispiegare velocemente sul versante Est della Nato la «Forza alleata di reazione rapida». È un messaggio rivolto al Cremlino?

«Innanzitutto a noi, perché è un’esercitazione molto impegnativa: tende a sollecitare il nostro sistema nel reagire rapidamente sul dispositivo orientale. Comporterà anche un altro messaggio, non c’è dubbio. Di coesione, rapidità. D’altronde quando ci sono quelle famose attività di intercettazione sullo spazio aereo servono anche dalla parte opposta per vedere la nostra reazione, in quanto tempo il nostro dispositivo si attiva».

 

GUIDO CROSETTO - VERTICE NATO

Intende dire le intercettazioni di aerei russi che sconfinano volutamente. Insomma, anche Mosca si esercita verso di noi e non solo nelle esercitazioni ufficiali.

«Certo. Fa parte del gioco. Dunque si dà un messaggio al presidente Putin che ne invia tanti di strategici all’Alleanza. La quale ha risposto: contrariamente ai suoi auspici, sulla guerra in Ucraina abbiamo dato dimostrazione di grande coesione e reattività. E prima che la Russia attaccasse eravamo 30 Stati membri, ora siamo 32. L’Allied reaction force sarà a guida italiana da Solbiate Olona. L’esercitazione servirà a testare l’Alleanza tutta e l’Italia come Paese che fornisce il comando». […]

jens stoltenberg doanld trump - vertice nato GIUSEPPE CAVO DRAGONE

Ultimi Dagoreport

donald trump elon musk vincenzo susca

“L'INSEDIAMENTO DI TRUMP ASSUME LE SEMBIANZE DEL FUNERALE DELLA DEMOCRAZIA IN AMERICA, SANCITO DA UNA SCELTA DEMOCRATICA” - VINCENZO SUSCA: “WASHINGTON OGGI SEMBRA GOTHAM CITY. È DISTOPICO IL MONDO DELLE ARMI, DEI MURI, DELLA XENOFOBIA, DEL RAZZISMO, DELL’OMOFOBIA DI ‘MAGA’, COME  DISTOPICHE SONO LE RETI DIGITALI NEL SOLCO DI ‘X’ FITTE DI FAKE NEWS, TROLLS, SHITSTORM E HATER ORDITE DALLA TECNOMAGIA NERA DI TRUMP E MUSK - PERSINO MARTE E LO SPAZIO SONO PAESAGGI DA SFRUTTARE NELL’AMBITO DELLA SEMPRE PIÙ PALPABILE CATASTROFE DEL PIANETA TERRA - IL SOGNO AMERICANO È NUDO. SIAMO GIUNTI AL PASSAGGIO DEFINITIVO DALLA POLITICA SPETTACOLO ALLA POLITICIZZAZIONE DELLO SPETTACOLO. UNO SPETTACOLO IN CUI NON C’È NIENTE DA RIDERE”

ursula von der leyen giorgia meloni donald trump friedrich merz

DAGOREPORT – HAI VOGLIA A FAR PASSARE IL VIAGGIO A WASHINGTON DA TRUMP COME "INFORMALE": GIORGIA MELONI NON PUÒ SPOGLIARSI DEI PANNI ISTITUZIONALI DI PREMIER (INFATTI, VIAGGIA SU AEREO DI STATO) – LA GIORGIA DEI DUE MONDI SOGNA DI DIVENTARE IL PONTE TRA USA E UE, MA URSULA E GLI EUROPOTERI MARCANO LE DISTANZE: LA BENEDIZIONE DI TRUMP (“HA PRESO D’ASSALTO L’EUROPA”) HA FATTO INCAZZARE IL DEEP STATE DI BRUXELLES – IL MESSAGGIO DEL PROSSIMO CANCELLIERE TEDESCO, MERZ, A TAJANI: "NON CI ALLEEREMO MAI CON AFD" (I NEONAZISTI CHE STASERA SIEDERANNO ACCANTO ALLA MELONI AD APPLAUDIRE IL TRUMP-BIS), NE' SUI DAZI ACCETTEREMO CHE IL TRUMPONE TRATTI CON I SINGOLI STATI DELL'UNIONE EUROPEA..."

paolo gentiloni francesco rutelli romano prodi ernesto maria ruffini elly schlein

DAGOREPORT - COSA VOGLIONO FARE I CENTRISTI CHE SI SONO RIUNITI A MILANO E ORVIETO: UNA NUOVA MARGHERITA O RIVITALIZZARE LA CORRENTE RIFORMISTA ALL’INTERNO DEL PD? L’IDEA DI FONDARE UN PARTITO CATTO-PROGRESSISTA SEMBRA BOCCIATA - L’OBIETTIVO, CON L’ARRIVO DI RUFFINI E DI GENTILONI, È RIESUMARE L’ANIMA CATTOLICA NEL PARTITO DEMOCRATICO – IL NODO DEL PROGRAMMA, LA RICHIESTA DI PRODI A SCHLEIN E IL RILANCIO DI GENTILONI SULLA SICUREZZA – UN’ALTRA ROGNA PER ELLY: I CATTO-DEM HANNO APERTO AL TERZO MANDATO PER GOVERNATORI E SINDACI…

giorgia meloni daniela santanche galeazzo bignami matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT - ‘’RESTO FINCHÉ AVRÒ LA FIDUCIA DI GIORGIA. ORA DECIDE LEI”, SIBILA LA PITONESSA. ESSÌ, LA PATATA BOLLENTE DEL MINISTRO DEL TURISMO RINVIATO A GIUDIZIO È SUL PIATTO DELLA DUCETTA CHE VORREBBE PURE SPEDIRLA A FARE LA BAGNINA AL TWIGA, CONSCIA CHE SULLA TESTA DELLA “SANTA” PENDE ANCHE UN EVENTUALE PROCESSO PER TRUFFA AI DANNI DELL’INPS, CIOÈ DELLO STATO: UNO SCENARIO CHE SPUTTANEREBBE INEVITABILMENTE IL GOVERNO, COL RISCHIO DI SCATENARE UN ASSALTO DA PARTE DEI SUOI ALLEATI AFFAMATI DI UN ''RIMPASTINO'', INDIGERIBILE PER LA DUCETTA - DI PIU': C’È ANCORA DA RIEMPIRE LA CASELLA RESA VACANTE DI VICE MINISTRO DELLE INFRASTRUTTURE, OCCUPATA DA GALEAZZO BIGNAMI…

donald trump joe biden benjamin netanyahu

DAGOREPORT - SUL PIÙ TURBOLENTO CAMBIO D'EPOCA CHE SI POSSA IMMAGINARE, NEL MOMENTO IN CUI CRISI ECONOMICA, POTERI TRADIZIONALI E GUERRA VANNO A SCIOGLIERSI DENTRO L’AUTORITARISMO RAMPANTE DELLA TECNODESTRA DEI MUSK E DEI THIEL, LA SINISTRA È ANNICHILITA E IMPOTENTE - UN ESEMPIO: L’INETTITUDINE AL LIMITE DELLA COGLIONERIA DI JOE BIDEN. IL PIANO DI TREGUA PER PORRE FINE ALLA GUERRA TRA ISRAELE E PALESTINA È SUO MA CHI SI È IMPOSSESSATO DEL SUCCESSO È STATO TRUMP – ALL’IMPOTENZA DEL “CELOMOLLISMO” LIBERAL E BELLO, TUTTO CHIACCHIERE E DISTINTIVO, È ENTRATO IN BALLO IL “CELODURISMO” MUSK-TRUMPIANO: CARO NETANYAHU, O LA FINISCI DI ROMPERE I COJONI CON ‘STA GUERRA O DAL 20 GENNAIO NON RICEVERAI MEZZA PALLOTTOLA DALLA MIA AMMINISTRAZIONE. PUNTO! (LA MOSSA MUSCOLARE DEL TRUMPONE HA UN OBIETTIVO: IL PRINCIPE EREDITARIO SAUDITA, MOHAMMED BIN SALMAN)