“I DEM SI SONO PREOCCUPATI TROPPO DEI DIRITTI DI PICCOLE MINORANZE” – LAWRENCE WRIGHT, SCRITTORE PREMIO PULITZER, SUONA LA SVEGLIA A KAMALA HARRIS E COMPAGNI PER AVER FATTO VINCERE IL TYCOON: “TRUMP HA VINTO PERCHÉ L’OPPOSIZIONE È COLLASSATA. I DEM SONO SPROFONDATI IN UNA CRISI PROFONDA, ALLONTANATOSI DA QUEL CHE GLI AMERICANI REPUTANO IMPORTANTE” – “I ‘TECHNO BRO’ STANNO RIDISEGNANDO IL NOSTRO FUTURO E NON IN PEGGIO. MA MI PREOCCUPA LA LORO INFLUENZA SULL’INFORMAZIONE. ATTRAVERSO L’ACQUISTO DI GRANDI GIORNALI E IL CONTROLLO DEI SOCIAL CI RENDONO CIECHI SU CIÒ CHE ACCADE…”
Estratto dell'articolo di Anna Lombardi per “la Repubblica”
«Non ho votato Trump, ma ho deciso di osservarlo prima di giudicare. Ci sorprenderà: nel bene o nel male». Lawrence Wright […].
Giornalista del New Yorker, nel 2007 ha vinto il Pulitzer con “Le Altissime Torri”, inchiesta su come Al Qaeda architettò l’attacco dell’11 settembre. Con “L’anno della Peste” […] ha indagato i motivi della disastrosa risposta americana alla pandemia.
Donald Trump rientra alla Casa Bianca.
«È un Trump diverso da quello del 2017, colto di sorpresa dalla vittoria. […] Vuol passare alla Storia, aspira a vincere il Nobel. Non tutte le sue idee sono da scartare e alcune rispondono a precise esigenze degli elettori. Purtroppo continua a preferire lealtà a competenza e questo può rivelarsi il suo limite maggiore».
donald trump balla ymca con i village people
Secondo un sondaggio pubblicato ieri dal New York Times il 55 per cento degli americani non sostiene Trump ma è interessato alle sue proposte politiche. Cosa sta succedendo?
«Trump ha vinto perché l’opposizione è collassata. I dem sono sprofondati in una crisi profonda, allontanatosi da quel che gli americani reputano importante.
Gli elettori d’altronde hanno consegnato a Trump pure Camera e Senato, segno che vogliono qualcosa di diverso. Il problema sono disuguaglianze sempre più marcate e cambiamenti sociali che destabilizzano soprattutto i giovani, insieme all’ossessione per la razza e per il politicamente corretto. Trend evidentemente non analizzati correttamente finora».
Un paese diviso.
«Dopo la vittoria ci si aspettava una guerra civile. Invece c’è rassegnazione mista a curiosità. Il messaggio uscito dalle urne è che certe battaglie sono superate: o vanno poste in termini diversi.
Penso allo spot che i repubblicani mandavano a loop: si sentiva Kamala Harris dire che lo stato doveva pagare le operazioni di cambio sesso dei carcerati.
Ovvio, serviva a colpirla, ma i dem si sono preoccupati troppo dei diritti di piccole minoranze senza guardare al disagio di tanti. Trump invece ha imparato a concentrarsi su macro temi, le cose che stanno più a cuore agli americani».
Cosa aspettarsi?
«Stretta sull’immigrazione, dazi e nuove politiche industriali. La crescita economica è ciò che più chiede la gente. Ma Trump dovrà trovare una misura e questo vuol dire abbandonare desideri di vendetta e di dominio assoluto.
Se non saprà dominarsi, se cederà all’isteria populista e al suo lato oscuro, sprecherà il capitale politico col rischio di perdere già nel 2026. Vuol essere il nuovo Reagan ma dovrà giocare bene le sue carte. Comunque darà nuova energia alla politica. L’America gli sopravviverà e non escludo, fra 4 anni, la nascita di nuovi partiti o il rinnovamento di quelli attuali».
Elon musk e Jeff Bezos E Lauren Sanchez
Nel discorso d’addio Joe Biden ha avvertito: “Un’oligarchia ricca e potente minaccia la democrazia”.
«Concentrazione di ricchezze e fame di potere sono un mix letale. Bisogna porre limiti, creare standard legali e morali.
Senza però limitare troppo la visionarietà di quelli che io chiamo “techno bro”: stanno ridisegnando il nostro futuro e non in peggio. Mi preoccupa semmai la loro influenza sull’informazione. Attraverso l’acquisto di grandi giornali e il controllo dei social ci rendono ciechi su ciò che accade».
Cosa teme di più?
«Una ripresa del terrorismo: domestico e internazionale, si energizzano a vicenda e il ritorno di Trump potrebbe innescare nuove dinamiche. Questi potrebbero approfittare di nuove tecnologie: penso ai droni usati da Hamas il 7 ottobre.
E al ricorso ad armi batteriologiche. Scrivendo di Covid ho capito quanto è facile prendere un virus e trasformarlo in arma micidiale. Temo poi l’incompetenza di certi neo ministri. Un no vax come Robert Kennedy alla sanità può creare danni enormi ed essere deleterio in situazioni di crisi». […]
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