
“L’ASTENSIONE DI 11 EUROPARLAMENTARI DEL PD SULLA PROPOSTA DI RIARMO DELLA COMMISSIONE UE È IL SEGNO DI UNA DIRIGENZA ALLO SBANDO” - MASSIMO FRANCO RANDELLA ELLY SCHLEIN: “HA OFFERTO L’IMMAGINE DI UNA FORZA NEL LIMBO, LONTANA DA QUELLA DI UN PARTITO AFFIDABILE ALMENO SU EUROPA E NATO; E DISTANTE PERFINO DAL RESTO DEL SOCIALISMO CONTINENTALE, INVECE SCHIERATO SENZA ESITAZIONI A SOSTEGNO DELL’UCRAINA E DEL PIANO DELLA COMMISSIONE. INOLTRE SCHLEIN HA ESPOSTO IL SUO PARTITO AGLI ATTACCHI DI CONTE CHE SI RIVOLGE AL PD CON L’ARIA DI CHI VEDE NON TANTO UN ALLEATO MA UN CONCORRENTE IN CRISI”
Estratto dell’articolo di Massimo Franco per il “Corriere della Sera”
Se l’obiettivo del vertice del Pd era di rabbonire il M5S sulla politica estera, l’operazione è fallita. Invece di placare la polemica «pacifista» del post-grillino Giuseppe Conte, la segretaria Elly Schlein l’ha nutrita. E ieri ha esposto il suo partito agli attacchi quasi irridenti dei presunti alleati nel campo delle opposizioni. L’astensione di mercoledì a Strasburgo sulla proposta di riarmo della presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, non ha solo spaccato a metà il Pd.
Ha offerto l’immagine di una forza nel limbo, lontana da quella di un partito affidabile almeno su Europa e Nato; e distante perfino dal resto del socialismo continentale, schierato senza esitazioni a sostegno dell’Ucraina e del piano della Commissione. In modo un po’ surreale, ieri alcuni degli 11 astenuti del Pd hanno spiegato di averlo fatto «per non spaccare il partito»: come se non fosse avvenuto, con 10 voti favorevoli contro i loro. Ma è il segno di una dirigenza allo sbando.
E pensare che nei mesi scorsi si erano ascoltate lodi più o meno convinte allo «spirito unitario» dimostrato dalla maggiore formazione di opposizione; e su come questa strategia stesse svuotando progressivamente il serbatoio elettorale del M5S. Il voto di mercoledì a Strasburgo magari non capovolgerà la tendenza. Ma sottolinea una contraddizione crescente, subito sfruttata da un Movimento […]
giuseppe conte elly schlein genova, manifestazione per le dimissioni di giovanni toti
È come se il postgrillismo che perde voti nelle urne, guadagnasse punti simbolici sull’onda di una sorta di populismo pacifista. E attirasse nella sua orbita pezzi di Pd, dell’estrema sinistra, del sindacato, di un mondo cattolico disorientato dal richiamo astratto alla pace […] Così, la Russia resiste alla tregua di Ucraina e Usa. Da Mosca arrivano insulti al capo dello Stato, Sergio Mattarella, reo di avere additato le sue minacce nucleari. Ma la solidarietà non è unanime. Il M5S guarda altrove. Conte si rivolge al Pd con l’aria di chi vede non tanto un alleato ma un concorrente in crisi. […]