elon musk giorgia meloni guido crosetto sergio mattarella

MENO MALE CHE CI PENSA MATTARELLA AD ARGINARE ELON MUSK – IL QUIRINALE SI È MESSO A GUARDIA DELLA SICUREZZA NAZIONALE ANCHE SULL'AFFARE STARLINK. E HA FATTO TRAPELARE TUTTE LE SUE "PERPLESSITA’" NEI CONFRONTI DEL MILIARDARIO KETA-MINA VAGANTE, SUPPORTER DEI NAZISTELLI DI MEZZA EUROPA - CIÒ CHE PREOCCUPA IL CAPO DELLO STATO È L’AFFIDAMENTO DI COSTOSISSIMI SISTEMI SATELLITARI (CON IMPLICAZIONI MILITARI) ALL’AZIENDA PRIVATA DI UN CITTADINO STRANIERO – LO SCONTRO AL MINISTERO DELLA DIFESA CON CROSETTO PRO MUSK E IL NIET DEL VI REPARTO CHE SI OCCUPA DI TLC: IL SÌ A STARLINK AFFOSSEREBBE UN NUOVO PROGETTO DI...

Pierluigi G. Cardone e Giuseppe Pipitone per “Il Fatto Quotidiano” - Estratti

 

SERGIO MATTARELLA

L’uomo del Colle ha detto no. Almeno per ora. Nella vicenda della trattativa tra l’Italia e SpaceX c’è un punto fermo: la “perplessità” di Sergio Mattarella. Non si tratta di dubbi tecnici e neanche di antipatie personali – per così dire – nei confronti di Elon Musk. Ciò che preoccupa il capo dello Stato, dicono nel governo, è l’ipotetica cessione di sovranità all’azienda privata di un cittadino straniero. Lo ripete da tempo, in varie occasioni.

 

Già il 20 dicembre 2023, durante lo scambio di auguri con le alte cariche istituzionali, il presidente fu nettissimo: “Oligarchi si sfidano in nuove missioni spaziali, nella messa a punto di costosissimi sistemi satellitari (con implicazioni militari) e nel controllo di piattaforme di comunicazione social, agendo, sempre più spesso, come veri e propri contropoteri”. Insomma, è una questione di sicurezza nazionale e lo sarebbe anche se al posto di Musk ci fosse Jeff Bezos o un altro miliardario di diverso orientamento politico.

 

GIORGIA MELONI E ELON MUSK NELLO SPAZIO - IMMAGINE CREATA CON L INTELLIGENZA ARTIFICIALE DI GROK

Nel mondo dello spazio, però, c’è chi racconta una storia diversa. È un intrigo di generali, interessi economici, ambizioni politiche e correnti interne al mondo della Difesa. In questo racconto il Quirinale non ha un ruolo attivo: è solo il depositario finale di consigli e relazioni.

 

Tutto nasce con l’avvento di Guido Crosetto. A una parte consistente delle forze armate il metodo del nuovo ministro non piace: scompagina equilibri consolidati negli anni, ha un attivismo che lede poteri e sottopoteri. In questo conflitto si inserisce la vicenda Starlink.

 

Siamo nel 2022 e sull’eventuale accordo con Musk c’è una sorta di via libera da parte di ministeri e servizi. I motivi sono noti: Starlink è avanti anni luce rispetto ai competitor, è sicuro, relativamente poco costoso e – particolare non ininfluente – già utilizzato da alcune forze armate (un’antenna di Musk è ben visibile in alcune fotografie della nave Vespucci).

SERGIO MATTARELLA DISCORSO FINE ANNO

 

Sul più bello, però, arriva un niet inaspettato, quello del VI Reparto della Difesa, che si occupa di informatica, cyber e tlc: il sì a Starlink affosserebbe un nuovo progetto di costellazione satellitare made in Italy, da realizzare dopo uno studio di fattibilità affidato a due società, una siciliana e una pugliese.

 

Costo? Circa 700 milioni in 3 anni per la fase preliminare.

 

GIORGIA MELONI - ELON MUSK - MEME BY EDOARDO BARALDI

Problema: in via XX Settembre quasi nessuno conosce quel progetto. Neanche Crosetto, che non la prende bene: è stato tenuto all’oscuro e vuole vederci chiaro. Sono mesi ad alta tensione: partono una serie di lettere formali, il quadro si complica, scoppia una sorta di guerra tra la corrente pro Starlink e quella contraria. Lo stallo è inevitabile. Fino all’autunno 2024, quando – nella girandola di nomine militari – al ministero cambiano molte pedine: via i “congiurati”, dentro figure più fedeli a Crosetto. L’idea di affidarsi a SpaceX riprende vigore.

 

A ottobre il primo indizio: il sottosegretario Alessio Butti fa sapere che il governo valuta l’uso di SpaceX per coprire le aree non raggiunte da internet. Il resto è storia recente. Vince Donald Trump, Musk diventa suo consigliere e inizia la crociata contro chi non la pensa come lui, come i giudici italiani che avevano dato torto al governo sui migranti in Albania.

 

SERGIO MATTARELLA GIORGIA MELONI

Mattarella non le manda a dire: “Chiunque, particolarmente se, come annunziato, in procinto di assumere un importante ruolo di governo in un Paese amico e alleato, deve rispettarne la sovranità e non può attribuirsi il compito di impartirle prescrizioni”. È il 13 novembre, Palazzo Chigi suggerisce all’entourage di Musk di evitare sparate sull’Italia.

 

Consiglio vano, al pari del tentativo del suo staff di creare un contatto diretto con il Colle.

La scorsa settimana il viaggio di Giorgia Meloni da Trump e l’annuncio di Bloomberg fanno tornare in auge la trattativa. Opposizioni contrarie, mondo dello spazio in gran parte favorevole.

 

MELON MUSK - MEME

E il Colle? Di traverso. Il 17 dicembre, dopo aver parlato di “potenze finanziarie private, capaci di sfidare le prerogative statuali”, Mattarella aveva posto alcune domande: “Chi può garantire che questo trasferimento di potere dalla sfera pubblica a quella privata abbia come fine la garanzia della libertà di tutti?”. Buon senso dietro cui, però, c’è chi vede la reazione della cordata messa da parte da Crosetto con le sue ultime nomine e che continua ad avere accesso al Colle. Tradotto: le perplessità di Mattarella sono politiche, ma sarebbero avvalorate anche da pareri tecnici di chi vorrebbe affossare il legame con Musk.

 

Contromossa: viene chiesto all’Agenzia spaziale un rapporto per spiegare perché urge dotare il Paese di una costellazione ed elencare le varie opzioni. Poi toccherà al Consiglio Supremo di Difesa analizzare il report e fare una scelta: il parere del capo dello Stato, che presiede il Consiglio, non è vincolante, ma un suo no sarebbe la pietra tombale su ogni rapporto organico con SpaceX. 

meloni musk

 

(...) L’8 gennaio alla Camera Crosetto ha usato queste parole: “La Difesa è interessata, obbligata forse, a integrare le proprie capacità con quelle fornite da satelliti in orbita bassa”.

guido crosetto giorgia meloni GUIDO CROSETTO - GIORGIA MELONI

Ultimi Dagoreport

donald trump elon musk vincenzo susca

“L'INSEDIAMENTO DI TRUMP ASSUME LE SEMBIANZE DEL FUNERALE DELLA DEMOCRAZIA IN AMERICA, SANCITO DA UNA SCELTA DEMOCRATICA” - VINCENZO SUSCA: “WASHINGTON OGGI SEMBRA GOTHAM CITY. È DISTOPICO IL MONDO DELLE ARMI, DEI MURI, DELLA XENOFOBIA, DEL RAZZISMO, DELL’OMOFOBIA DI ‘MAGA’, COME  DISTOPICHE SONO LE RETI DIGITALI NEL SOLCO DI ‘X’ FITTE DI FAKE NEWS, TROLLS, SHITSTORM E HATER ORDITE DALLA TECNOMAGIA NERA DI TRUMP E MUSK - PERSINO MARTE E LO SPAZIO SONO PAESAGGI DA SFRUTTARE NELL’AMBITO DELLA SEMPRE PIÙ PALPABILE CATASTROFE DEL PIANETA TERRA - IL SOGNO AMERICANO È NUDO. SIAMO GIUNTI AL PASSAGGIO DEFINITIVO DALLA POLITICA SPETTACOLO ALLA POLITICIZZAZIONE DELLO SPETTACOLO. UNO SPETTACOLO IN CUI NON C’È NIENTE DA RIDERE”

ursula von der leyen giorgia meloni donald trump friedrich merz

DAGOREPORT – HAI VOGLIA A FAR PASSARE IL VIAGGIO A WASHINGTON DA TRUMP COME "INFORMALE": GIORGIA MELONI NON PUÒ SPOGLIARSI DEI PANNI ISTITUZIONALI DI PREMIER (INFATTI, VIAGGIA SU AEREO DI STATO) – LA GIORGIA DEI DUE MONDI SOGNA DI DIVENTARE IL PONTE TRA USA E UE, MA URSULA E GLI EUROPOTERI MARCANO LE DISTANZE: LA BENEDIZIONE DI TRUMP (“HA PRESO D’ASSALTO L’EUROPA”) HA FATTO INCAZZARE IL DEEP STATE DI BRUXELLES – IL MESSAGGIO DEL PROSSIMO CANCELLIERE TEDESCO, MERZ, A TAJANI: "NON CI ALLEEREMO MAI CON AFD" (I NEONAZISTI CHE STASERA SIEDERANNO ACCANTO ALLA MELONI AD APPLAUDIRE IL TRUMP-BIS), NE' SUI DAZI ACCETTEREMO CHE IL TRUMPONE TRATTI CON I SINGOLI STATI DELL'UNIONE EUROPEA..."

paolo gentiloni francesco rutelli romano prodi ernesto maria ruffini elly schlein

DAGOREPORT - COSA VOGLIONO FARE I CENTRISTI CHE SI SONO RIUNITI A MILANO E ORVIETO: UNA NUOVA MARGHERITA O RIVITALIZZARE LA CORRENTE RIFORMISTA ALL’INTERNO DEL PD? L’IDEA DI FONDARE UN PARTITO CATTO-PROGRESSISTA SEMBRA BOCCIATA - L’OBIETTIVO, CON L’ARRIVO DI RUFFINI E DI GENTILONI, È RIESUMARE L’ANIMA CATTOLICA NEL PARTITO DEMOCRATICO – IL NODO DEL PROGRAMMA, LA RICHIESTA DI PRODI A SCHLEIN E IL RILANCIO DI GENTILONI SULLA SICUREZZA – UN’ALTRA ROGNA PER ELLY: I CATTO-DEM HANNO APERTO AL TERZO MANDATO PER GOVERNATORI E SINDACI…

giorgia meloni daniela santanche galeazzo bignami matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT - ‘’RESTO FINCHÉ AVRÒ LA FIDUCIA DI GIORGIA. ORA DECIDE LEI”, SIBILA LA PITONESSA. ESSÌ, LA PATATA BOLLENTE DEL MINISTRO DEL TURISMO RINVIATO A GIUDIZIO È SUL PIATTO DELLA DUCETTA CHE VORREBBE PURE SPEDIRLA A FARE LA BAGNINA AL TWIGA, CONSCIA CHE SULLA TESTA DELLA “SANTA” PENDE ANCHE UN EVENTUALE PROCESSO PER TRUFFA AI DANNI DELL’INPS, CIOÈ DELLO STATO: UNO SCENARIO CHE SPUTTANEREBBE INEVITABILMENTE IL GOVERNO, COL RISCHIO DI SCATENARE UN ASSALTO DA PARTE DEI SUOI ALLEATI AFFAMATI DI UN ''RIMPASTINO'', INDIGERIBILE PER LA DUCETTA - DI PIU': C’È ANCORA DA RIEMPIRE LA CASELLA RESA VACANTE DI VICE MINISTRO DELLE INFRASTRUTTURE, OCCUPATA DA GALEAZZO BIGNAMI…

donald trump joe biden benjamin netanyahu

DAGOREPORT - SUL PIÙ TURBOLENTO CAMBIO D'EPOCA CHE SI POSSA IMMAGINARE, NEL MOMENTO IN CUI CRISI ECONOMICA, POTERI TRADIZIONALI E GUERRA VANNO A SCIOGLIERSI DENTRO L’AUTORITARISMO RAMPANTE DELLA TECNODESTRA DEI MUSK E DEI THIEL, LA SINISTRA È ANNICHILITA E IMPOTENTE - UN ESEMPIO: L’INETTITUDINE AL LIMITE DELLA COGLIONERIA DI JOE BIDEN. IL PIANO DI TREGUA PER PORRE FINE ALLA GUERRA TRA ISRAELE E PALESTINA È SUO MA CHI SI È IMPOSSESSATO DEL SUCCESSO È STATO TRUMP – ALL’IMPOTENZA DEL “CELOMOLLISMO” LIBERAL E BELLO, TUTTO CHIACCHIERE E DISTINTIVO, È ENTRATO IN BALLO IL “CELODURISMO” MUSK-TRUMPIANO: CARO NETANYAHU, O LA FINISCI DI ROMPERE I COJONI CON ‘STA GUERRA O DAL 20 GENNAIO NON RICEVERAI MEZZA PALLOTTOLA DALLA MIA AMMINISTRAZIONE. PUNTO! (LA MOSSA MUSCOLARE DEL TRUMPONE HA UN OBIETTIVO: IL PRINCIPE EREDITARIO SAUDITA, MOHAMMED BIN SALMAN)