
NON DITE A SALVINI CHE GIORGIA MELONI CONFERMA IL SOSTEGNO MILITARE A KIEV – DOPO AVER SCANSATO LE TRAPPOLE TRUMPUTINIANE DEL LEADER LEGHISTA IN SENATO (UN COLPO ALL’EUROPA, UNA CRITICA AL PIANO URSULA), LA DUCETTA CON L’ENNESIMA MOSSA PARACULA SI ALLINEA A FRANCIA E GERMANIA CHE CONTINUERANNO AD ARMARE L’UCRAINA – PER LA GIORGIA DEI DUE MONDI MANTENERSI IN BILICO TRA BRUXELLES E WASHINGTON È SEMPRE PIÙ UN’IMPRESA. BASTI PENSARE AL NODO DELLA COALIZIONE DEI VOLENTEROSI MESSA IN PIEDI DA EMMANUEL MACRON E KEIR STARMER. IERI LA MELONA HA PROVATO A LANCIARE UN MODELLO ALTERNATIVO MA…
Tommaso Ciriaco per repubblica.it - Estratti
MATTEO salvini - GIORGIA meloni
Non vuole, non può cambiare linea. Non mentre il dialogo tra Donald Trump e Vladimir Putin minaccia di estromettere l’Europa. Serve cautela. Ecco perché a sera Giorgia Meloni, reduce dall’Aula del Senato, mostra di non avere intenzione di interrompere il sostegno militare a Kiev, al pari dei partner continentali. Lo dice senza girarci attorno anche Guido Crosetto: «Ad oggi nulla mi risulta cambiato sulla necessità di continuare ad aiutare l’Ucraina a difendersi».
Sono problemi che tolgono il sonno. Gestire Matteo Salvini in Parlamento, invece, si dimostra una sfida assai meno complessa. La premier sente l’alleato al telefono, al mattino. Poi esegue il compito a Palazzo Madama, senza troppi problemi: un colpo all’Europa, una critica al piano di Ursula von der Leyen, un altro ancora ai cinquestelle (per attaccare in realtà i leghisti, che come i 5S continuano a sostenere che spendere in difesa toglierà risorse al welfare). Carroccio soddisfatto, applausi.
La sostanza è però assai diversa: la risoluzione di maggioranza consentirà alla presidente del Consiglio di votare durante il Consiglio europeo per il piano di riarmo. Nonostante l’ostilità del vicepremier leghista, che per una settimana aveva chiesto il contrario.
Risolto l’equilibrismo, però, Meloni deve fare i conti con il resto. Trump e Putin confermano le peggiori sensazioni: i due preparano una spartizione che emargina l’Unione europea.
Immediatamente, Francia e Germania assicurano che continueranno ad armare Kiev. E l’Italia? La linea di Palazzo Chigi non cambia, come assicurano fonti di primissimo piano dell’esecutivo: Roma continuerà a fornire armi all’Ucraina. Meloni, d’altra parte, ha garantito il sostegno con un recente decreto che ha permesso nuove spedizioni. È una posizione condivisa da Guido Crosetto. A domanda secca sull’intenzione di continuare a fornire sostegno militare a Kiev, il ministro della Difesa non si sottrae: «Ad oggi nulla mi risulta cambiato sulla necessità di continuare ad aiutare l’Ucraina a difendersi».
DONALD TRUMP - MATTEO SALVINI - GIORGIA MELONI - MEME BY EDOARDO BARALDI
E d’altra parte, però, mantenersi in bilico tra Bruxelles e Washington è sempre più un’impresa. Basta pensare al nodo della coalizione dei volenterosi messa in piedi da Emmanuel Macron e Keir Starmer. Ancora ieri, la premier ha ribadito: l’Italia non manderà soldati sul terreno. In realtà, si tratta di un enorme equivoco: nessuno può mobilitare peacekeepers in Ucraina senza l’ok di Mosca. Se invece dovesse arrivare l’autorizzazione delle Nazioni Unite, Roma parteciperà.
Nel frattempo, il governo italiano non si tira fuori neanche dal percorso anglofrancese: domani, infatti, l’esecutivo invierà a Londra i propri tecnici per prendere parte alla nuova riunione operativa voluta dal Regno Unito. Intanto però Meloni prova a immaginare anche altri scenari. Ieri al Senato ha provato a tracciare ad esempio una sorta di coalizione dei volenterosi alternativa: chi volesse aderire – europei o occidentali – dovrebbe stringere un patto di mutuo soccorso militare con l’Ucraina, sull’esempio del meccanismo che scatta con l’articolo cinque della Nato (ma senza mobilitare direttamente l’alleanza). Non ci sarebbe un’ «automatica entrata in guerra in caso di aggressione di uno Stato membro», ma «l’assistenza alla nazione aggredita con l’azione che si reputa più necessaria».
(...) Al momento, Trump sembra orientato a sostenere il progetto anglofrancese.
DAZIAMI MA DI BACI SAZIAMI - MEME BY EMILIANO CARLI
GIORGIA MELONI TRA DONALD TRUMP E URSULA VON DER LEYEN - VIGNETTA DI GIANNELLI
GIORGIA MELONI E MATTEO SALVINI COME ALICE E IL CAPPELLAIO MATTO - IMMAGINE CREATA CON L INTELLIGENZA ARTIFICIALE
GIORGIA MELONI - URSULA VON DER LEYEN
VERTICE EUROPEO PER L UCRAINA A PARIGI
giorgia meloni 2