
E ANCHE OGGI SALVINI LA TOCCA PIANO: “QUELLA DI VON DER LEYEN E MACRON NON È LA NOSTRA EUROPA. LA LEGA HA LE IDEE CHIARE: L'ITALIA DEVE ESSERE IL PONTE TRA UE E STATI UNITI PERCHÉ IL VERO NEMICO PER LE AZIENDE ITALIANE OGGI NON È TRUMP MA LE FOLLI IMPOSIZIONI DI BRUXELLES” – GIORGIA MELONI ASSISTE IMPOTENTE ALLE SPARATE “TRUMPUTINIANE” DEL LEADER LEGHISTA: NON PUÒ SCOPRIRSI TROPPO A DESTRA, CON IL “CAPITONE” PRONTO A SOSTIUIRLA COME PRIMO TRUMPIANO D’ITALIA – LO SCAZZO CON TAJANI E IL TERRORE DI VANNACCI VICE SEGRETARIO…
SALVINI, VERO NEMICO DELLE AZIENDE È BRUXELLES NON TRUMP
(ANSA) - "Quella di von der Leyen e Macron non è la nostra Europa. La Lega ha le idee chiare: l'Italia deve essere il ponte tra Ue e Stati Uniti perché il vero nemico per le aziende italiane oggi non è Trump ma le folli imposizioni di Bruxelles". Lo scrive su fb il leader della Lega e vicepremier Matteo Salvini.
RIARMO DELLA DISCORDIA
Estratto dell'articolo di Francesco Moscatelli per “La Stampa”
Maggioranza di governo sempre più spaccata, sul piano di riarmo europeo ma non solo. Da una parte il vice-premier Matteo Salvini, che dal palco leghista di Padova sabato attacca Ursula von Der Leyen accusando la presidente della Commissione europea di «essere una tedesca che fa l'interesse dei tedeschi», dall'altra Antonio Tajani, che ieri mattina in videocollegamento con l'evento di Forza Italia in preparazione al congresso del Ppe, dice che l'Europa «ha bisogno di costruire, non di sfasciacarrozze, per difendere gli interessi di mezzo miliardo di persone».
Non è la solita scaramuccia verbale. E non solo perché Tajani […] ripete da tempo che «in molti partiti ci sono porzioni populiste che pensano solo a raccogliere voti» e che queste sono «tollerabili, anche se nefaste, finché non danneggiano l'azione di governo». La Lega sembra fare sul serio.
Martedì il capo delegazione del Carroccio all'Europarlamento, Paolo Borchia, avanzerà all'ufficio di presidenza dei Patrioti (il partito sovranista al quale aderiscono anche gli ungheresi di Viktor Orban e il Rassemblement National francese), una proposta formale con cui chiedere a Von Der Leyen di rivedere il progetto da 800 miliardi di euro.
ROBERTO VANNACCI MATTEO SALVINI
[…] L'elenco delle divergenze fra i due alleati che si contendono il ruolo di secondo azionista del centrodestra (gli ultimi sondaggi danno il Carroccio in leggero vantaggio), non è circoscritto alla questione difesa né all'irritazione di via Bellerio per la campagna acquisti azzurra (una settimana ha cambiato casacca il deputato Davide Bellomo).
Per limitarsi agli ultimi giorni hanno detto cose opposte quasi su tutto: sulla strategia con cui rispondere ai dazi americani («senza aspettare Bruxelles» Salvini, «trattando a livello europeo perché da soli non si va da nessuna parte» Tajani), sul Ddl sicurezza (la Lega vorrebbe ad esempio rendere facoltativo il rinvio dell'esecuzione della pena per le condannate incinte o madri di bambini sotto i 12 mesi e bloccare l'acquisto di Sim card telefoniche da parte dei migranti) e persino sulla stretta alla cittadinanza per gli oriundi appena approvata in Consiglio dei ministri (su iniziativa degli azzurri che invece spingono per lo Ius scholae).
MATTEO SALVINI - GIORGIA MELONI - ANTONIO TAJANI - MEME IN VERSIONE STUDIO GHIBLI
Una certa narrazione attribuita alla premier Giorgia Meloni vorrebbe che questo crescendo di tensioni sia legato al congresso leghista […] Un'ipotesi che certamente ha un qualche fondamento - Salvini pur essendo il candidato unico deve serrare i ranghi e mostrare i muscoli - ma che serve soprattutto a mascherare il fatto che sia proprio la presidente del Consiglio a soffrire di più davanti alla lotta senza quartiere fra i suoi due vice.
I timori di Meloni sono sia di natura internazionale sia di natura più squisitamente interna. Dal punto di vista internazionale è evidente che i continui messaggi contrastanti la mettono in difficoltà nelle relazioni con gli altri leader europei, soprattutto in un momento complesso come quello attuale.
GIORGIA MELONI TRA DONALD TRUMP E URSULA VON DER LEYEN - VIGNETTA DI GIANNELLI
[…] Dal punto di vista interno, invece, è evidente che Meloni, più che dai tentativi di Tajani di occupare ciò che sta a destra del Pd, deve guardarsi le spalle dal corteggiamento spinto di Salvini verso quell'elettorato di destra al quale lei stessa si è sempre rivolta. Inutile dire che l'ipotesi di un Roberto Vannacci vice-segretario della Lega […]non può che impensierirla ulteriormente. Come premier, ma anche come leader di Fratelli d'Italia.
RIARMO, LA TREGUA È FINITA TAJANI CONTRO SALVINI “BASTA SFASCIACARROZZE”
Estratto dell'articolo di Tommaso Ciriaco per “la Repubblica”
[…] È, di nuovo, conflitto tra alleati che si comportano come fossero avversari. Meloni è invece costretta a ponderare ogni mossa. Ed è […] preoccupatissima. Sui dazi, come sul resto. Deve gestire il rapporto con la Casa Bianca, senza commettere passi falsi. Da settimane, attende di ufficializzare una visita a Washington che sembrava imminente. A questo punto tutto dovrebbe essere rimandato alla seconda metà di aprile.
Il 2, infatti, Trump imporrà nuove barriere doganali. E l’Europa proverà a trattare, prima di reagire: Bruxelles si è data tempo fino al 15 aprile. L’Italia vive questo passaggio con angoscia, perché i danni di uno scontro commerciale con Washington sono potenzialmente devastanti.
Ecco perché Tajani chiede a Bruxelles, ad esempio, che non vengano messe tariffe doganali sul whisky, «perché se lo facciamo rischiamo di avere dazi enormi nei confronti dei vini».
E sempre nella prima metà di aprile dovrebbe tenersi una nuova riunione dei volenterosi. Solo dopo questo doppio passaggio, la premier volerà negli Stati Uniti.
Anche Salvini volerà negli Usa.
GIORGIA MELONI DONALD TRUMP - IMMAGINE CREATA CON GROK
Nel frattempo, continua a sfidare il piano ReArm di von der Leyen, che pure Roma ha sostenuto — con critiche, certo — nel corso dei due Consigli europei che si sono tenuti in marzo.
«La Lega — è la posizione ufficiale — è pronta a proporre agli alleati dei Patrioti una iniziativa per invitare la presidente tedesca della Commissione Ue a rivedere il progetto da 800 miliardi di euro per la difesa: i cittadini europei meritano investimenti per lavoro, sanità e sicurezza interna. Non servono né maxi-investimenti per comprare munizioni, né un piano per il riarmo nato già morto».
Quindi, l’ultimo affondo: «La Lega auspica un ampio e approfondito dibattito in aula, dibattito che la tedesca von der Leyen vuole evitare a tutti i costi».
GIORGIA MELONI - URSULA VON DER LEYEN
I PALETTI DI GIORGIA MELONI A SALVINI E TAJANI- VIGNETTA DI ITALIA OGGI
GIORGIA MELONI MATTEO SALVINI E ANTONIO TAJANI A GENOVA
roberto vannacci matteo salvini comizio a piazza santi apostoli roma
ursula von der leyen giorgia meloni - foto lapresse
VERTICE EUROPEO PER L UCRAINA A PARIGI