
LA POLITICA ESTERA SPACCA TUTTO, PURE IL PD – I DEM SI DIVIDONO SUL PIANO DI RIARMO DELL'EUROPA PROPOSTA DA VON DER LEYEN – GENTILONI SI SCHIERA CON I SOCIALISTI EUROPEI (E FA IL CONTROCANTO AI “PACIFINTI” SCHLEIN-CONTE): “VA NELLA DIREZIONE GIUSTA. NON E’ LA POSIZIONE DI SCHLEIN? OGNUNO DÀ IL SUO CONTRIBUTO...” – FRANCESCHINI OFFRE COPERTURA POLITICA A ELLY PER NON SPACCARE IL PD: “IL PIANO VA RIVISTO” – E CONTE GONGOLA: “I DEM SI METTESSERO D’ACCORDO…”
Maria Teresa Meli per il "Corriere della Sera" - Estratti
Oggi Elly Schlein sarà a Bruxelles per incontrare gli altri esponenti dell’eurogruppo S&D e decidere una linea comune sul piano di riarmo di Ursula von der Leyen. «Noi insisteremo per cambiare quelle proposte e speriamo di farlo anche insieme alle altre forze socialiste», annuncia la segretaria.
Non sarà una riunione facile, anche se Sánchez sta lavorando a una mediazione: le posizioni di Schlein, infatti, non coincidono con quelle degli altri leader socialisti, che non hanno bocciato il piano per il riarmo ma lo hanno definito «un punto di partenza».
Anche in Italia, però, la leader dem incontra difficoltà. Se Conte l’altro ieri sera gongolava («avevo ragione io. Avete letto Schlein?»), perché la segretaria pd è sulla sua stessa linea, non altrettanto si può dire di un pezzo importante del Partito democratico, preoccupato per le mosse del Nazareno. Il solitamente cauto Paolo Gentiloni, notoriamente poco propenso alla polemica, tanto più interna, ieri non ha potuto non dire la sua su quel piano: «Penso che sia un primo passo che va nella direzione giusta. È chiaro che può essere migliorato, però nelle ore difficili che stiamo attraversando è un segnale nella direzione giusta».
Già, per Gentiloni la proposta di von der Leyen può essere modificata; però, avverte, «un conto è dire che va migliorata e un conto è dire, magari per un titolo infelice, che l’Europa è bellicista e guerrafondaia». Il riferimento questa volta è a Conte. Ma Gentiloni, pur evitando la polemica diretta, non nega che il suo punto di vista non sia quello di Schlein: «Ognuno dà il suo contributo...». E Conte, in perenne competizione con i dem, ironizza sulle contraddizioni interne al Pd: «Si mettessero d’accordo. Comunque, non permetteremo che il governo spenda 30 miliardi in più in armi».
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Ma è soprattutto Dario Franceschini, che pure più d’uno nel Pd descriveva come perplesso di fronte alla linea di politica internazionale della leader, a fornire una «copertura» alla segretaria: «Condivido Schlein, il piano di von der Leyen va profondamente rivisto».
Fuori dai posizionamenti interni, l’eurodeputata Irene Tinagli, che sottolinea: «Per il momento il piano Rearm è una scatola vuota. Non c’è ancora un euro degli 800 miliardi annunciati, né un’indicazione chiara di come saranno spesi e coordinati. Se l’obiettivo era rafforzare la capacità di difesa europea direi che mancano dei pezzi e ci sono ancora molte cose su cui lavorare per migliorare la proposta, ma stiamo a Bruxelles apposta e faremo la nostra parte».
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