
PER COLMARE IL VUOTO LASCIATO DA ITALIA, SPAGNA E POLONIA, TOCCA CHIAMARE IL SOLITO ERDOGAN – IL SULTANO TURCO METTE A DISPOSIZIONE DEI “VOLENTEROSI” I SUOI 400MILA SOLDATI (SECONDO ESERCITO DELLA NATO). ANCHE NUOVA ZELANDA E AUSTRALIA (MEMBRI DELL'ALLEANZA DI INTELLIGENCE "FIVE EYES", IN ROTTA CON GLI USA) SONO DISPONIBILI A MANDARE MILITARI “BOOTS ON THE GROUND” SUL FRONTE UCRAINO. È IL PIANO B RISPETTO AL CONTINGENTE GUIDATO DA BRITANNICI E FRANCESI, CON IL CONTRIBUTO DEI PAESI EUROPEI (LE ADESIONI LATITANO)
Estratto dell'articolo di Giuseppe Sarcina per il “Corriere della Sera”
VERTICE DI LONDRA - ZELENSKY STARMER MACRON
Britannici e francesi provano a stringere i tempi sulla missione di sicurezza militare in Ucraina. La discussione è cominciata sabato scorso, nella videochiamata organizzata dal premier britannico, Keir Starmer, con altri 27 leader, più il presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky. Giovedì 20 marzo si dovrebbe entrare nel concreto, con una «riunione operativa» cui parteciperanno i comandanti delle Forze Armate.
Si partirà dal piano numero uno: un contingente guidato dai britannici e dai francesi, con il contributo di alcuni Paesi europei, vale a dire l’Olanda, la Lituania, la Lettonia, l’Estonia. Forse potrebbero aggregarsi anche la Germania, la Finlandia e il Belgio. Gli altri, a cominciare da Italia, Spagna e, a sorpresa, Polonia, hanno già fatto sapere di non essere disponibili.
Recep Erdogan volodymyr zelensky
Motivo? Il timore è di trovarsi imbarcati in una missione velleitaria, senza la copertura giuridica dell’Onu e, soprattutto, senza lo scudo militare degli Stati Uniti.
[…] il vero problema è l’atteggiamento di Donald Trump. Il presidente americano ha escluso lo schieramento di truppe statunitensi. Gli europei sospettano che il presidente americano possa assecondare il veto del Cremlino, magari già nella telefonata con Vladimir Putin in programma oggi.
L’intraprendenza anglo-francese […] potrebbe diventare un incaglio per il buon esito del negoziato. Sarebbe un problema anche per Zelensky. Da mesi il leader ucraino, tramontata l’ipotesi di accedere quanto prima alla Nato, chiede un robusto dispiegamento di militari stranieri come deterrente nei confronti di Putin. Meglio se europei, ma non necessariamente europei.
Ecco che allora sta prendendo quota anche un piano di riserva. Nel gruppo dei «volenterosi» si sta segnalando l’attivismo di Anthony Albanese e di Christopher Luxon, premier rispettivamente di Australia e Nuova Zelanda.
LA FACCIA DI GIORGIA MELONI AL TAVOLO DEL VERTICE EUROPEO PER L UCRAINA
I due leader hanno già comunicato a Starmer, Macron e Zelensky la disponibilità a partecipare a una forza di interposizione in Ucraina. Certo, i due Paesi sono stretti alleati di Stati Uniti e Regno Unito, con i quali, insieme al Canada, costituiscono i «Five eyes», il gruppo che si scambia le più importanti informazioni di intelligence. Australia e Nuova Zelanda hanno sempre appoggiato l’Ucraina, ma non fanno parte della Nato.
Finora per loro era stato ipotizzato un ruolo marginale, di semplice supporto. Lo scenario, però, potrebbe cambiare rapidamente, anche per la spinta che arriva dalla Turchia. Fin dall’inizio della guerra, il presidente Recep Tayyip Erdogan ha difeso il diritto all’integrità territoriale dell’Ucraina, ma, pur aderendo all’Alleanza Atlantica, si è proposto come mediatore tra Mosca e Kiev.
volodymyr zelensky Recep Erdogan
Erdogan ha risposto positivamente all’appello di Starmer e Macron, ma a condizione di ottenere una posizione paritaria nella pianificazione militare e nella struttura di comando.
Ecco allora che da una missione interamente nelle mani dei generali britannici e francesi (piano A) potremmo passare a una configurazione più corale (piano B). Ci sarebbe una guida a rotazione semestrale o annuale tra Regno Unito, Francia, Turchia e forse anche Australia. Il risultato sarebbe quello di diluire il peso degli europei. Secondo alcuni analisti, come i generali Vincenzo Camporini e Giorgio Battisti, potrebbero essere coinvolti anche altri Paesi, come India o Egitto, finora rimasti fuori dal perimetro dei «volenterosi».