PUTIN E ZELENSKY CI TENGONO ALLA CANNA DEL GAS – IL COLOSSO RUSSO GAZPROM SOSPENDE LE FORNITURE ALLA MOLDAVIA DAL PRIMO GENNAIO: IL PICCOLO PAESE EX SOVIETICO, “PUNITO” PER LA RIELEZIONE DEL PRESIDENTE FILO-UE, RISCHIA DI RIMANERE SENZA RISCALDAMENTO, INSIEME ALLA SLOVACCHIA DEL PRO-PUTIN ROBERT FICO – L’UCRAINA NON RINNOVA IL CONTRATTO DA 6 MILIARDI PER IL TRANSITO DEL GAS RUSSO, CON IL RISCHIO CHE IL PREZZO SCHIZZI DI NUOVO VERSO L'ALTO (LE SCORTE SONO DRAMMATICAMENTE CALATE)
PUTIN E IL GAS - BY EMILIANO CARLI
GAS: GAZPROM FERMA CONSEGNE A MOLDAVIA DA 1 GENNAIO
(AGI/AFP) - Il colosso russo Gazprom ha annunciato che smettera' di fornire gas alla Moldova a partire dal primo gennaio, nel contesto di una disputa finanziaria con l'ex repubblica sovietica che ha appena rieletto un presidente filoeuropeo.
"Gazprom ridurra' a zero metri cubi al giorno delle consegne di gas naturale alla Repubblica di Moldova, a partire dal 1 gennaio 2025 alle 05:00 Gmt", ha affermato Gazprom in una nota. La decisione e' "legata al rifiuto della parte moldava di saldare i propri debiti", precisa il gruppo russo, che "si riserva il diritto" di decidere su altre azioni, tra cui quella di rescindere il contratto del gas con la Moldavia, Paese tra i piu' poveri in Europa.
L'annuncio arriva in un contesto di fibrillazione nell'Europa orientale. Kiev ha infatti annunciato l'intenzione di non rinnovare fino al 31 dicembre il contratto che la vincola alla Russia per il trasporto del gas russo in Europa attraverso la sua estesa rete di gasdotti.
Una decisione che riguardera' Slovacchia, Moldavia e in misura minore Ungheria, molto dipendenti dalle importazioni del gas di Mosca. A cio' si aggiunge che il presidente della Moldavia, Maia Sandu, ha prestato giuramento alla fine di dicembre per un secondo mandato, dopo un'elezione offuscata dalle accuse di ingerenza di Mosca nell'ex repubblica sovietica.
Il Parlamento moldavo aveva approvato l'istituzione dello Stato di emergenza per un periodo di 60 giorni, a partire dal 16 dicembre, in previsione della prevista interruzione delle forniture di gas russo. Raggiungere la sicurezza energetica e' una priorita' per questa ex repubblica sovietica di 2,6 milioni di abitanti, candidata all'adesione all'Ue, precipitata in una grave crisi dopo il lancio dell'offensiva russa in Ucraina.
Il Cremlino chiede il pagamento di un debito di circa 700 milioni di dollari (667 milioni di euro), non riconosciuto dalle autorita' moldave. Questa controversia sul debito della societa' russo-moldava Moldovagaz risale a prima dell'inizio della guerra in Ucraina e deriva da un'impannata dei prezzi decisa da Mosca nel 2021.
Putin, l’arma del gas
Estratto dell’articolo di Marco Bresolin per “La Stampa”
L'Europa è di nuovo appesa alla canna del gas. Certo, la grande crisi energetica del 2022 - con i depositi vuoti e i prezzi alle stelle - resta un lontano ricordo, ma l'imminente chiusura del gasdotto che transita per l'Ucraina, unita ai ricatti di Trump e alle minacce del Qatar, stanno provocando nuove tensioni sui prezzi e rischiano di far riemergere tensioni politiche tra i governi dell'Unione sulla strategia da adottare.
VOLODYMYR ZELENSKY E VLADIMIR PUTIN COME PUGILI SUL RING - FOTO CREATA CON GROK
Con le imprese ad alta intensità energetica in allarme e la bolletta delle famiglie destinata a salire nuovamente. Anche per questo la società consortile Gas Intensive, che raggruppa le principali imprese energivore italiane, nei giorni scorsi ha firmato una lettera con altri attori del settore di Austria, Slovacchia e Ungheria per chiedere alla Commissione di intervenire in modo da scongiurare la chiusura del gasdotto che transita attraverso l'Ucraina.
Il 31 dicembre scadrà l'accordo quinquennale tra Kiev e Gazprom per il trasporto di gas russo lungo l'impianto che parte dalla Siberia e arriva nella città di Sudzha, nella regione di Kursk, attualmente sotto il controllo dell'esercito di Kiev, e che poi prosegue in Ucraina e in Slovacchia. Lo scorso anno il gasdotto ha trasportato in Europa circa 15 miliardi di metri cubi di gas, pari al 5% dell'import totale di gas nell'Unione europea.
robert fico vladimir putin a mosca
La materia prima rifornisce Austria, Ungheria e soprattutto Slovacchia, il cui premier Robert Fico si sta attivando in ogni modo per scongiurare lo stop delle forniture, anche offrendo il suo Paese come sede dei negoziati di pace tra la Russia e l'Ucraina.
Putin sarebbe disposto a rinnovare il contratto, che porta nelle casse di Mosca circa 6 miliardi di euro l'anno e rappresenta circa la metà delle forniture attuali di gas russo in Europa via tubo (il resto arriva tramite Turkish Stream).
Ma l'Ucraina, che pure guadagna quasi un miliardo di euro l'anno in commissioni, si è messa di traverso. Il presidente Volodymyr Zelensky ha posto una condizione: l'accordo potrà essere rinnovato, ma a patto che i pagamenti a Mosca restino congelati fino alla fine della guerra. Un'ipotesi che il Cremlino ha respinto, motivo per cui la chiusura dell'impianto a partire dal 1° gennaio resta al momento lo scenario più probabile.
CRISI DEL GAS TRA RUSSIA ED EUROPA
L'Ue non ha mai imposto il divieto di importare gas dalla Russia e anzi l'acquisto del Gnl di Mosca nell'Unione è addirittura aumentato quest'anno rispetto al 2023, ma la Commissione ha fissato l'obiettivo di azzerare le forniture entro il 2027 e dunque la chiusura del gasdotto ucraino rappresenta, sulla carta, un passo in questa direzione.
Anche se l'Italia non sarebbe direttamente coinvolta dallo stop in termini di forniture, il timore delle imprese è legato alle ripercussioni sul costo del gas. Ieri, dopo le parole di Putin che ha confermato la fine dell'accordo, il prezzo al Ttf di Amsterdam è salito del 3%, sfiorando quota 48 euro al megawattora. […] negli ultimi tre mesi le scorte di gas in Europa si sono svuotate a una velocità nettamente superiore a quella degli ultimi tre anni: i livelli medi di stoccaggio sono oggi al 75% (un anno fa erano all'87%), con un calo del 19% rispetto a metà settembre. […]
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