
IL RIARMO FA SCOPPIARE IL CAOS IN EUROPA: OGNUNO PENSA AL PROPRIO ORTICELLO - IL PIANO DA 800 MILIARDI PRESENTATO DA VON DER LEYEN RISCHIA DI NAUFRAGARE ANCOR PRIMA DEL SUO VARO: ITALIA, FRANCIA, OLANDA, SVEZIA E SPAGNA NON HANNO INTENZIONE DI ATTIVARE LA CLAUSOLA DI SALVAGUARDIA PER AUMENTARE IL DEFICIT DELL'1,5% PER SOSTENERE LE SPESE MILITARI, A DIFFERENZA DELLA GERMANIA CHE È MENO INDEBITATA - I PAESI "FRUGALI" NON HANNO INTENZIONE DI RICORRERE AL DEBITO COMUNE, COME È STATO PER IL RECOVERY FUND - LA RETROMARCIA DELLA MELONI SULL'IDEA DI SCORPORARE DAL DEFICIT GLI INVESTIMENTI NELLA DIFESA...
Estratto dell'articolo di Claudio Tito per "La Repubblica"
GIORGIA MELONI TRA DONALD TRUMP E URSULA VON DER LEYEN - VIGNETTA DI GIANNELLI
Una falsa partenza. Che rischia di far naufragare il pacchetto “RearmEu” prima del suo varo. Il consiglio europeo che inizierà stamattina a Bruxelles sarà in primo luogo un test per la proposta da 800 miliardi (virtuali) lanciata nei giorni scorsi da Ursula von der Leyen.
Nelle trattative che precedono il summit per preparare il documento finale, infatti, la Commissione si è trovata dinanzi uno scenario piuttosto complesso. Il punto non è l’approvazione delle misure ma la loro attuazione. E l’accusa principale è molto chiara: è un’iniziativa che aiuta solo la Germania.
Molti Paesi, infatti, tra cui Italia, Francia, Olanda, Svezia e Spagna hanno già fatto sapere che non intendono attivare la cosiddetta clausola di salvaguardia che consente di aumentare il deficit dell’1,5 per cento per le spese militari e che può essere utilizzata («la Commissione invita a farlo») dal prossimo primo aprile. E non faranno ricorso nemmeno ai prestiti del fondo Safe. Solo la Germania, che ha uno spazio fiscale ampio, ricorrerà alla clausola.
DONALD TRUMP URSULA VON DER LEYEN
Ma solo ad essa e non ai prestiti Safe perché più “costosi” rispetto ai tassi che applica per il suo debito pubblico. Risultato: gli 800 miliardi in quattro anni immaginati dalla presidente della Commissione sono per il momento solo un miraggio. E il rafforzamento della sicurezza del vecchio Continente almeno rimandato.
Tra l’altro alcuni governi - come l’Italia e la Francia - temono, vista la loro posizione debitoria, di ricevere dai mercati lo stigma dei conti in difficoltà se attivassero la clausola.
friedrich merz al bundestag foto lapresse
Non a caso hanno insistito sull’idea di impostare la misura non in chiave nazionale ma comunitaria. Conseguenza: sebbene proprio il governo Meloni avesse spinto con forza sull’idea di scorporare dal deficit gli investimenti nella difesa ora l’esecutivo di Roma ha deciso di fare marcia indietro.
In questo quadro nella bozza di documento finale del vertice - che formalmente conferma il piano di Ursula - è stata inserita la richiesta di «strumenti di finanziamento ulteriori». Il riferimento è al debito comune, come è accaduto con il Recovery fund. L’unica risposta efficace per investimenti massicci. Ma contro questa ipotesi si sono già scagliati i cosiddetti “frugali” tra cui la Germania, soddisfatta appunto della possibilità di aumentare il deficit.
VIGNETTA ELLEKAPPA - IL VERO SUCCESSO DI TRUMP
L’Ue che di fronte all’emergenza ucraina e alle minacce trumpiane relative al recesso delle garanzie sulla sicurezza europea, sembra dunque non cogliere la sfida. Almeno fino a giugno prossimo, quando si riunirà il vertice della Nato che dovrebbe fissare un nuovo tetto di spesa: dal 2 per cento del pil almeno al 3. A quel punto sarà difficile per tutti non ricorrere agli strumenti messi fino ad ora a disposizione. [...]
Nel frattempo la Commissione ha presentato anche il “Libro Bianco” sulla Difesa da cui, guarda caso, è scomparso il riferimento al debito comune e si insiste sulla necessità di procedere agli acquisti in maniera congiunta e comprando il “made in Europe”. Un concetto che facilita i partner con industrie che producono armi. [...]
OLAF SCHOLZ - FRIEDRICH MERZ - FOTO LAPRESSE
LA FACCIA DI GIORGIA MELONI AL TAVOLO DEL VERTICE EUROPEO PER L UCRAINA
emmanuel macron keir starmer vertice europeo sull ucraina foto lapresse
giorgia meloni. vertice europeo sull ucraina foto lapresse
giorgia meloni emmanuel macron vertice europeo sull ucraina foto lapresse
olaf scholz emmanuel macron vertice europeo sull ucraina foto lapresse
la telefonata tra donald trump e vladimir putin